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Pubblicato il 14 November 2021 alle 06:00
Olbia. Il sindaco Settimo Nizzi lo aveva annunciato in campagna elettorale e lo ha nominato anche durante l'enunciazione delle sue line programmatiche: a Olbia è in corso un progetto di forestazione periurbana che coinvolgerà diverse aree del territorio. Tale progetto nasce nel 2021, precisamente ad aprile quando i progettisti del Comune di Olbia (ing. Antonio Zanda, ing. Angela Fadda e geom. Salvatore Spano) firmano il progetto di fattibilità denominato "Programma sperimentale di interventi per l'adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano - progetto di forestazione periurbana della città di Olbia".
"Il presente progetto è finalizzato alla richiesta di finanziamento al Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del ‘Programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano’ . Tale programma si pone l’obiettivo di aumentare la resilienza dei sistemi insediativi soggetti al rischio generati dai cambiamenti climatici con riferimento alle ondate di calore e ai fenomeni di precipitazioni estreme e di siccità attraverso la realizzazione di interventi di cui alle tipologie dell’Allegato I parte I e II del Decreto del Ministero della Transizione Ecologia n. 117 del 15.04.2021 (G.U. R.I. N. 135 del 08.06.2021)", si legge nella relazione illustrativa allegata alla delibera di giunta del 2 settembre 2021, poco più di un mese prima delle elezioni.
In tale relazione tecnica si legge che gli alberi che verranno utilizzati per questo progetto di forestazione sono i seguenti: carrubo, corbezzolo, leccio. olivastro e quercia da sughero. Tutte piante che fanno parte della flora mediterranea.
Nella relazione tecnica si parla di due aree di intervento per un totale di 870 piante da piantumare. Cifre confermate anche della delibera di giunta.
"Come si evince dagli elaborati del progetto di fattibilità tecnico-economica, in dette aree sarà prevista la piantumazione di essenze tipicamente mediterranee quali il carrubo, il leccio, il corbezzolo l’olivastro e la sughera. Si prevede di porre a dimora un numero complessivo di 870 piante", si legge nella delibera approvata lo scorso mese di settembre.
"Complessivamente le superfici interessate dall’intervento si estendono per circa 31000 mq distribuite in due aree di superficie catastale complessiva di 47641,46 mq, come illustrato nel grafico progettuale, in cui si prevede la piantumazione di 870 piante. Con il presente intervento si attua una forestazione urbana di circa 3 ettari con specie vegetali adatte al clima del sito, con un aumento del capitale naturale in area urbana che contribuirà a rallentare il riscaldamento globale, ridurre i consumi energetici e pulire dalle polveri sottili l’aria", afferma la relazione tecnica allegata al progetto di fattibilità economica. Costo stimato in questa prima fase: 545 mila euro.
In questa progettazione di fattibilità, le aree individuate sono due: una è a Olbia città, l'altra in una frazione. La prima è tra il tracciato della ferrovia per Golfo Aranci e via Algeri/viale Aldo Moro.
La seconda, invece, viene individuata a Isticcadeddu, in una zona che abbraccia la scuola media e il rio Gadduresu. Durante l'enunciazione delle linee programmatiche, Nizzi ha parlato di una terza area nella zona di via Mosca.
Si tratta di un buon progetto che però non risolve definitivamente uno dei problemi principali olbiesi, ovvero l'assenza di verde all'interno del tessuto urbano. A livello scientifico è dimostrato che dove manca il verde pubblico, ovvero negli spazi urbani dove è presente solo cemento (come è Olbia nella stragrande maggioranza della sua estensione urbana), le temperature sono mediamente più elevate. Con il cambiamento climatico in atto, è vitale dotare il centro urbano di aree di verde pubblico capaci di mitigare le temperature che sono in aumento e di mitigare anche le ondate di calore. Purtroppo Olbia, per come è stata costruita, non offre molti spazi, ma crediamo che una politica attenta a queste tematiche debba essere più coraggiosa.
Ecco qualche suggerimento. In zona Baratta ci sono alcuni spazi che possono essere riconvertiti in parchi e parchetti pubblici. In primis l'area della statuetta di Sant'Antonio che prima, quando era uno spazio privato, era piantumato e ora è una concrezione di granito che non serve a niente. Suggeriamo l'eliminazione della "piazza che non serve a niente" per creare uno spazio pubblico verde con alberi ad alto fusto e di riqualificare il piccolo parco giochi nella parte bassa. Sempre in zona Baratta, la lottizzazione Sa Fossa: anche qua, suggeriamo la trasformazione in parco pubblico di tutta l'area a ridosso del canale; si possono pevedere aree cani e piccoli orti urbani più viale alberato. L'area di Tannaule presenza lo spazio per dei viali alberati e non è del tutto compromessa dal cemento: valorizzare gli standar presenti e prevedere più spazi pubblici verdi nelle zone non costruite a ridosso del Seligheddu.
Zona Bandinu: sfruttare tutti gli spazi non cementificati per dotare il quartiere, che è molto esteso, di aree verdi pubbliche. Lo stesso discorso si può fare in zona Viale Aldo Moro, zona via Barcellona.
Purtroppo Olbia sconta non solo mancatanza di programmazione urbanistica, ma anche una mentalità votata al dio cemento sempre e comunque che ci ha lasciato in eredità una città cresciuta come una maxi periferia degli anni 40. L'attuale conformazione olbiese si è cristallizzata tra gli anni 80 e 90, quando già si iniziava a parlare di cambiamento climatico. A 40 anni di distanza dalle prime grida d'allarme internazionali, Olbia corre ai ripari, ma è troppo tardi per correggere il tiro dal punto di vista urbanistico (è impensabile espropriare ettari di case, abbatterle, e ricostruire i quartieri come avrebbero dovuto essere costruiti 30 o 40 anni fa, ovvero con un uso del suolo diverso).
Non è troppo tardi per sfruttare tutto lo spazio sfruttabile per creare isole di verde nei quartieri e ripensare anche a "strade urbane verdi" sfruttando con intelligenza e visione futura il piano urbano della mobilità, i sensi unici e i marciapiedi.
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