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Olbia, 20 ettari di zona industriale sul mare: "sviluppo" senza consultare cittadini

Decisioni strategiche senza consultare la popolazione

Olbia, 20 ettari di zona industriale sul mare:
Olbia, 20 ettari di zona industriale sul mare:
Angela Galiberti

Pubblicato il 01 April 2021 alle 06:00

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Olbia. Mentre gli olbiesi, seppur con lentezza, sviluppano sempre di più una consapevolezza globale dell'alto valore ambientale della natura che li circonda (bene collettivo che diventa da "godere" che non da "sfruttare"), nelle stanze potere nulla è cambiato rispetto alla mentalità che ci ha portato ad avere la zona industriale in una delle aree più incantevoli (e fragili) del nostro territorio: cemento uguale sviluppo, poco importa se questo cemento (poco o molto non si sa) compromette ulteriormente una zona che ha già pagato troppo in termini di sfruttamento ambientale. Diciamo una cosa chiara e tonda: quella perimetrazione che vedete in copertina diventa operativa solo dopo l'approvazione della Regione Sardegna. Prima di questo passaggio fondamentale, l'accordo tra Comune e Cipnes deve passare le forche (poco) caudine del Cda dell'ente consortile che dovrebbe riunirsi proprio oggi: se l'accordo passa con il favore del Cda, l'ente di Cala Saccaia avvierà l'iter per l'ampliamento della zona industriale. Cosa succederà se la Regione Sardegna avvarrà l'ampliamento della zona industriale nell'unica parte vergine rimasta di Cala Saccaia? Succederà che anche quella porzione di territorio, così come tutta la zona industriale, non potrà più essere nelle mani degli olbiesi attraverso la pianificazione che è prerogativa del Consiglio Comunale. Ebbene sì: l'area industriale "sfugge" al Comune di Olbia perché tutta la pianificazione - una volta ceduta l'area - rimane nelle mani del Consorzio Industriale che, per quanto sia un ente "Pubblico", non è un Comune e non risponde direttamente ai cittadini. Avete capito bene: l'eventuale pianificazione (fantasmagorica?) di Cala Saccaia, una volta nelle mani del Cipnes così come prevede l'accordo, non sarà più sotto il controllo diretto degli olbiesi attraverso i suoi eletti; diventerà una partita tra il Consorzio industriale, chi detiene i terreni, chi propone i progetti ed eventualmente qualche ente terzo (esempio: l'Autorità portuale se ci sono aree di sua competenza). Siamo su un altro livello, che non è quello del Consiglio Comunale dove maggioranza e opposizione si confrontano. Il Cipnes decide, il Cipnes fa e questa è una decisione che coinvolge pienamente il Comune di Olbia che ha deciso di cedere 20 ettari di "pianificazione" sul mare senza esplicitare, nei documenti pubblici, cosa ci vuole veramente fare. E' una "copianificazione" vera e propria in cui il Consiglio Comunale viene completamente esautorato. Venti anni fa, accadde qualcosa di simile, ma non si arrivò mai alla firma dell'accordo: cos'è cambiato nel frattempo? E perché non si coinvolgono gli olbiesi in queste decisioni che possono cambiare il volto del golfo? Soprattutto: a chi andranno i lotti?