Thursday, 11 September 2025
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Pubblicato il 10 September 2025 alle 16:30
Monti. Denise Casu è una giovane donna che ha affrontato uno degli ostacoli più temuti dalla medicina moderna: un aneurisma cerebrale ha paralizzato temporaneamente il lato destro del suo corpo, ma la sua forza interiore, alimentata dall’amore della figlia, del marito e di tutti coloro che le stanno accanto, le ha dato la spinta necessaria per poter lottare ogni giorno.
Durante il nostro incontro ci racconta con dolcezza mista ad un grande entusiasmo della sua lenta ma inesorabile rinascita. Tra allenamenti faticosi, lunghe passeggiate e nuotate rigeneranti, Denise Casu ha ottenuto un bel miglioramento tanto che ha deciso di condividere la sua esperienza in “È sempre vita”. Si tratta di un libro che celebra la gioia e la forza di vivere in ogni circostanza. La sua storia è diventata un luminosissimo faro di speranza, amore e resilienza per chi sta vivendo momenti difficili e ricorda a tutti noi quanto sia prezioso il dono della vita.
Guardando all’intero percorso, come è cambiato il suo rapporto con la sua piccola e con il marito e coloro che le sono accanto e quale ruolo ha avuto il loro sostegno pratico e psicologico nel suo recupero?
"Teresa, mia figlia, ne sono convinta è stata la mia vera salvezza. Lei mi ha ridato la vita. Io in coma non ho visto nessuna luce bianca, ma sapevo che dovevo lottare per lei, la mia ragione di vita. Oggi la piccola dopo 3 anni ha capito e sta vivendo il mio cambiamento. Quando è successo il mio tracollo lei aveva 2 anni è non ha ricordi di me prima dell'emorragia se non delle foto che le ho mostrato, in cui avevo le due braccia e le due gambe funzionanti. Lei forse è l'unica, insieme al mio compagno, tra tutti che ha capito realmente che quel braccio non potrà più tornare a funzionare. Certo è che poi le speranze sono sempre ultime a morire. Posso dire che il nostro rapporto è un rapporto davvero speciale io e lei ci diamo forza insieme, mi aiuta nelle cose di tutti i giorni anche se a soli 5 anni dovrebbe pensare a vivere a pieno la sua età. Teresa invece la maggior parte del suo tempo lo passa aiutando me. È dovuta crescere prima del tempo, e questo mi dispiace moltissimo. Il mio compagno è sempre restato accanto a me, anche quando poteva decidere di non farlo. Non è facile accettarsi e guardarsi allo specchio dopo che ti ritrovi brutta senza testa e senza capelli. Tante volte gli ho detto di lasciarmi e di andare altrove, non mi sapevo vedere accanto a lui in quelle condizioni. Ma lui era ed è sempre qua con noi. Mia mamma e mio padre poi, sono i miei pilastri: senza di loro non sarei riuscita a diventare la donna che sono oggi. So bene di essere fortunata ma sono sicura che anche io per loro sono motivo di orgoglio. Potevo decidere di abbattermi ma non è nel mio carattere, proprio grazie a loro. Un'altra persona che mi sta accanto sempre, e nonostante le sue problematiche è sempre pronta ad aiutarmi mentalmente e fisicamente, è mia suocera. Ormai non do mai più nulla per scontato".
Ha scritto un libro per condividere la sua storia per offrire incoraggiamento ad altri: quale messaggio centrale vuole che chi legge trovi subito, e quale esperienza chiave vorrebbe che restasse impressa?
"Ho voluto scrivere la mia storia perché volevo essere un esempio per altre persone che stavano passando quello che ho passato io o comunque ci si ritrovavano. Purtroppo quando sono stata male io non c'era nessuno che poteva raccontarmi quello che stavo vivendo in prima persona. Non avevo nessuno a cui poter chiedere un semplice consiglio. Per me oggi è importante poter essere un punto di riferimento per chi sta lottando per la propria salute. In poco tempo ho cercato di essere di supporto a tante persone e questo mi riempie il cuore. E poi il libro l'ho scritto anche perché con la sue vendite posso riuscire a pagarmi le spese per la riabilitazione e la piscina. Purtroppo la pensione di invalidità non è mai abbastanza: un aiuto in più non guasta mai".
Ha dimostrato grande determinazione nell’adattarsi a nuove realtà quotidiane: quali strategie mentali o abitudini la stanno aiutando a mantenere alta la motivazione e l’entusiasmo, soprattutto quando affronti nuove terapie o allenamenti?
"La vita dopo quello che ho vissuto è cambiata da un giorno all'altro. Una volta uscita dall'ospedale ho deciso di tornare a casa insieme a mia figlia e al mio compagno per iniziare da capo la mia vita, Non sapevo cosa mi aspettasse. Sarei potuta rimanere dai miei genitori per farmi aiutare in tutto, ma ho preferito di no, dovevo farcela da sola. È così ho iniziato giorno per giorno, passo dopo passo a riprendere in mano la vita. Ammetto che a volte è difficil, ma non mi sono mai abbattuta ed ho sempre cercato di vedere il bello in tutto quello che faccio. Mi è stata stata concessa una seconda possibilità è io sono pronta a giocarmela nei migliore dei modi".
È tornata a vivere esperienze quotidiane come nuotare e fare fisioterapia: quali progressi concreti ha visto nel braccio paralizzato e quale potenziale terapeutico la sta entusiasmando di più per il futuro?
"L'emorragia mi aveva tolto tanto: una parte del mio corpo. Vedersi con un solo braccio funzionante e una gamba e mezzo che funzionano non è una passeggiata. Ma è solo questione di abitudine, e io ho imparato ad adattarmi molto bene. Anche se la vita mi ha tolto molto, io ho imparato comunque a nuotare anche con un solo braccio e ciò mi rende davvero felice e orgogliosa di me stessa. Il mio braccio non lo sento più mio, però e lì inseme a me e farà parte di me per tutta la vita. Cercherò sempre di proseguire con le stimolazioni e le terapie e se dovesse tornare a funzionare, dirò "ben tornato". Altrimenti andrà benissimo comunque così, perchè sono certa che l'importante sia esserci, ed io sono qui con tutta la voglia di vivere una vita piena".
Guardando avanti, quali obiettivi personali e professionali ritiene essere prioritari per i prossimi mesi o anni, e come immagina di condividere ulteriormente la sua storia per ispirare altre persone in circostanze simili?
"La vita non sempre è come ce la immaginiamo, e in questo posso esserne testimone. Quello che è successo ormai è passato ma non dimenticherò mai quel giorno. Credo anche che sia tutto scritto nella nostra vita e sono certa che quel giorno doveva succedere a me perche ero abbastanza forte per affrontarne le conseguenze. Magari è servito per poterlo raccontare agli altri e portando speranza. A volte ci lamentiamo per delle cose banali e non ci rendiamo conto di quanto sia importante la nostra vita. Io vorrei solo che la mia storia sia di esempio per tantissime persone: dobbiamo apprezzare sempre di più quello che abbiamo attorno. Mi auguro di continuare ad essere forte, di essere una ottima mamma per Teresa, e che lei sia semplicemente orgogliosa di me. Mi basta questo, non desidero altro che vivere la vita".
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