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Monte Pino: la rinascita di una strada dopo 12 anni dal disastro del ciclone Cleopatra

Si avviano a conclusione i lavori della SP38

Monte Pino: la rinascita di una strada dopo 12 anni dal disastro del ciclone Cleopatra
Monte Pino: la rinascita di una strada dopo 12 anni dal disastro del ciclone Cleopatra
Olbia.it

Pubblicato il 16 July 2025 alle 10:21

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 Olbia. Dopo oltre un decennio di attesa, la strada provinciale 38 Monte Pino si avvia finalmente verso il completamento. Le immagini degli ultimi giorni mostrano una trasformazione straordinaria: da una voragine che spezzava in due il territorio a un tracciato sterrato che una volta ultimato proseguirà nella moderna arteria completamente asfaltata.

Le foto del cantiere raccontano una storia di rinascita graduale ma determinata. Dalle prime fasi, quando la strada mostrava ancora i segni evidenti del profondo crollo della strada, fino alla trasformazione finale: un nastro d'asfalto perfettamente livellato, protetto da moderni sistemi di protezione. La vista panoramica che si apre dalla nuova strada è mozzafiato: la valle sottostante si estende fino all'orizzonte, incorniciata fino al mare dalle colline che caratterizzano questo angolo di Gallura e poi lei: l'iconica isola Tavolara.

Era il 18 novembre 2013 quando il ciclone Cleopatra si abbatté sulla Sardegna con una violenza inaudita. La strada di Monte Pino fu oggetto della furia della natura: quel giorno si aprì una voragine gigantesca che inghiottì due automobili, causando la morte di Bruno Fiore, sua moglie Sebastiana Brundu e la consuocera Maria Loriga, mentre Veronica Gelsomino rimase ferita in quello che sembrava un abisso senza fondo.

La tragedia scosse profondamente tutta la Gallura e la Sardegna intera che a causa dell'alluvione pianse 16 vittime registrando circa 2300 sfollati. Nel marzo 2022, a nove anni di distanza, la giustizia ha fatto il suo corso con la condanna, nel processo di primo grado, di tre dirigenti e tecnici provinciali per omicidio colposo plurimo e disastro colposo, stabilendo che il crollo non fu dovuto solo al maltempo ma anche a negligenze nella gestione dell'infrastruttura.  

Per anni, automobilisti e residenti hanno dovuto fare i conti con percorsi alternativi lunghi e disagevoli, mentre la strada rimaneva chiusa. Il percorso verso la ricostruzione non è stato privo di ostacoli: nel maggio 2020, un nuovo cedimento durante i lavori ha ulteriormente complicato il cantiere, riportando alla luce le ferite mai davvero rimarginate del 2013. Ma il ricordo di Bruno, Sebastiana e Maria ha accompagnato ogni giorno di questa lunga attesa, rendendo ancora più urgente la necessità di restituire alla comunità un collegamento sicuro.

"Questa strada fin dal mio primo sopralluogo, un anno fa, è diventato un impegno su cui ho introdotto ogni risorsa possibile", aveva dichiarato l'assessore Piu lo scorso giugno. "In 13 mesi abbiamo sbloccato un'opera ferma da 12 anni, lo abbiamo fatto con senso di responsabilità verso le tragiche morti avvenute in quel tratto e alle loro famiglie".

I lavori di ricostruzione hanno rappresentato una vera sfida ingegneristica di proporzioni straordinarie, gestita con determinazione dall'assessore regionale ai Lavori pubblici Antonio Piu. Come stabilito dalla delibera approvata dalla Giunta regionale lo scorso giugno, per ottimizzare le modalità e i tempi di realizzazione delle opere di completamento e garantire la riapertura al traffico in tempi più rapidi, è stata attribuita alla società ANAS S.p.A il ruolo di soggetto attuatore degli interventi.

Secondo i dati ufficiali della Regione Sardegna, l'operazione comprende i lavori di adeguamento e messa in sicurezza sulla SP 38bis Olbia-Tempio per un valore di 6,5 milioni di euro e gli interventi di completamento e riapertura della S.P. 38 Monte Pino con un importo complessivo di 3,2 milioni di euro, per un totale di 9,7 milioni. I lavori sono stati affidati alla ditta Vitaly, che ha potuto operare in continuità su entrambi i tratti grazie a questa soluzione amministrativa.

Dove prima si apriva una voragine che aveva letteralmente inghiottito due automobili, oggi si stende una nuovo tracciato che non si limita a chiudere quella ferita nella terra, ma la trasforma in un collegamento all'avanguardia dal punto di vista della sicurezza e della percorribilità. Le barriere di protezione, i sistemi di drenaggio e l'ampiezza della carreggiata rispondono agli standard più moderni per le strade extraurbane, una garanzia che tragedie simili non possano più ripetersi.

Mancano ormai solo gli ultimi dettagli per restituire alla comunità questa importante arteria di collegamento. Secondo il cronoprogramma dei lavori, la riconsegna della strada è prevista entro la fine del 2025, un traguardo che rappresenterà non solo un sollievo per chi quotidianamente deve spostarsi in questa zona, ma anche un simbolo della capacità di resilienza del territorio sardo di fronte alle avversità.

Cresce intanto nella comunità la speranza che la nuova strada possa essere intitolata a Bruno Fiore, Sebastiana Brundu e Maria Loriga, le tre vittime del crollo del 2013. Un gesto che darebbe un nome e un volto umano a quest'opera, trasformandola da semplice infrastruttura a luogo della memoria collettiva.