Sunday, 06 July 2025
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Pubblicato il 25 April 2021 alle 06:00
Olbia. C'è un aspetto importante, legato alla mancata nomina per 3 anni del delegato comunale all'interno del Comitato di Gestione dell'Autorità portuale della Sardegna, che sfugge ai più: la mancanza di questa rappresentanza, a causa di un “capriccio politico”, ha avuto l'effetto di "silenziare" la città di Olbia nei processi che hanno riguardato il suo porto. Non si tratta di criticare il lavoro, decisamente complesso, portato avanti dal presidente della Port Authority Massimo Deiana: nei fatti, Deiana si è comunque trovato ad operare su un porto senza un Piano regolatore approvato e nonostante questo, e nonostante la mancanza di un rappresentante olbiese dentro l'ente, è riuscito a tratteggiare in modo netto il futuro dell'Isola Bianca, nonché di tutta la parte interna del golfo olbiese. Ne ha parlato Olbia.it in anteprima lo scorso mese di gennaio: turismo diportistico, doppia canaletta, percorso tracciato verso il piano regolatore, porti turistici nelle anse Nord e Sud e un potenziale di oltre 5000 natanti a regime. Insomma, molto è stato fatto e tanto è stato deciso, ma il Comune di Olbia non ha potuto incidere: il problema è fondamentalmente questo. Quando il futuro del porto veniva deciso, Olbia non c'era: sic et simplicter. Nel momento in cui il sindaco Settimo Nizzi ha dato il via alla sua personale guerra di carte bollate (ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato) per farsi riconoscere una rappresentanza che la legge non gli consente di avere, è stato di fatto impedito all'ente Comunale di dire la sua all'interno dei processi che hanno disegnato il futuro piano regolatore del porto, ma anche deciso quali opere finanziare e portare avanti. E' inutile lamentarsi a posteriori dei finanziamenti che riceve Cagliari se poi all'interno dell'ente che decide questi finanziamenti non c'è la voce di Olbia per un “capriccio”. Prima il Tar e poi il Consiglio di Stato, in due sentenze distinte datate 2018, hanno dato torto sotto ogni profilo al sindaco Nizzi che pretendeva di "autonominarsi" rappresentante del Comune di Olbia mentre la legge non lo consentiva e non lo consente nemmeno ora: per tre anni silenzio assoluto, finché – sempre sotto scadenza elettorale – ecco l'avviso pubblico (generico) per cercare un rappresentante del Comune che decadrà automaticamente alla scadenza del mandato del presidente Deiana (che è agli sgoccioli). Le motivazioni politiche che hanno spinto alla selezione non sono note, ma sono note invece le opere che – nell'assenza del rappresentante olbiese – sono state decise per i vari porti della Sardegna. A pagina 59 del Piano Operativo Triennale 2021-2023 vi è l'elenco delle opere decise: uno specchietto interessante, ma anche illuminante. A Olbia, che non ha un PRT aggiornato (quello vigente è degli anni '80, praticamente il Giurassico), sono previsti alcuni interventi: al porto Cocciani (tre bitte, allargamento della scassa moli, manutenzione straordinaria: 735.000 euro), all'Isola Bianca di Olbia (pensiline a copertura dei varchi per le operazioni di controllo in ambiente protetto: 350.000 euro), Stazione marittima Olbia (lavori strutturali adeguamento sismico: 204.000 euro). Sono previsti anche degli interventi per la realizzazione di alcune torrifaro e di un tratto di illuminazione. In più, prosegue – come già detto poc'anzi – il percorso verso l'approvazione del Piano regolatore: uno strumento indispensabile per grandi opere pubbliche, sviluppo economico, sviluppo dei traffici e programmazione territoriale. Senza dimenticare lo studio sul golfo interno, propedeutico a tutta una serie di attività, che verrà reso pubblico appena possibile: studio che porterà ai dragaggi del porto per una cifra che tocca i 50 milioni di euro. Su Cagliari le opere sono ovviamente tante: tra queste un terminal ro-ro da 90 milioni di euro e il prolungamento banchina lato Nord-Est del Porto Canale da 33 milioni di euro. Tutto questo è stato analizzato e deciso senza il rappresentante del Comune di Olbia all'interno del Comitato di Gestione. Avrebbe potuto, questo rappresentante, dirottare 90 milioni su Olbia senza piano regolatore? Probabilmente no, ma avrebbe potuto incidere su tutta la programmazione che riguarda Olbia e il demanio olbiese in mano all'ente portuale. Tra enti si dialoga, non ci sono muri o veti, ma il punto è che se esiste una rappresentanza all'interno di un comitato di gestione questa ha uno scopo preciso: un indirizzo politico, che porta nelle stanze del potere la voce di una città che è la porta della Sardegna, ha una sua ragion d'essere ed è una ragione nobile.
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