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Festa della patrona del Santissima Annunziata: il messaggio dei cappellani

Festa della patrona del Santissima Annunziata: il messaggio dei cappellani
Festa della patrona del Santissima Annunziata: il messaggio dei cappellani
Olbia.it

Pubblicato il 25 March 2020 alle 20:00

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Sassari 25 marzo 2020 – Ricorre oggi nell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari la giornata dedicata alla Santissima Annunziata, la patrona dell’ospedale civile. Un’occasione che ha sempre unito operatori sanitari e la città, richiamando tanti fedeli nella cappella al settimo piano del nosocomio di via De Nicola.

Quest’anno, considerate le restrizioni previste, non sarà possibile celebrare la messa in onore della patrona. Per questo motivo i tre cappellani dell’Aou,don Pietro Bussu, don Paolo Mulas e padre Eugenio Pesenti, hanno voluto condividere con tutto il personale sanitario e i fedeli un breve pensiero. Un modo per stare vicini e sentirsi uniti, in questo momento di difficoltà.

«Non temere Maria. Con queste parole –scrivono i cappellani– l'angelo propone alla Vergine di rendersi disponibile a intraprendere un cammino che la porterà a essere la madre del Salvatore. Subito, in maniera naturale, Maria manifesta i suoi dubbi e le sue perplessità. Come è possibile?

Anche a noi che stiamo vivendo questo tempo di grande difficoltà, di paure, di forti incognite ci chiediamo: Come è possibile? Ma anche a noi oggi viene detto: non temere! Non temere tu medico, infermiere, operatore socio sanitario che affronti l'inaspettato.

Non temere tu che vivi il percorso della sofferenza e sperimenti ancor di più la solitudine.

«Ci viene detto questo –proseguono–, non per creare faciliillusioni, o per addolcire la pillola, ma per confermarci che il Dio della misericordia e dell'amore non cesserà di estendere su di noi la sua protezione e la sua tenerezza di madre.

«Viviamo perciò questo tempo riappropriandoci della speranza e, come Maria, torniamo ad ascoltare Dio anche manifestando nei suoi confronti quanto veramente ci appartiene. Accogliamolo nella nostra vita per sperimentare come il nostro quotidiano ritornerà ad essere l'alba di un giorno nuovo».