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Danilo Petta, da Olbia a Dubai: come nasce un watch designer

I suoi orologi sono famosi in tutto il mondo

Danilo Petta, da Olbia a Dubai: come nasce un watch designer
Danilo Petta, da Olbia a Dubai: come nasce un watch designer
Camilla Pisani

Pubblicato il 22 January 2021 alle 06:00

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Olbia. Le storie di successo non nascono mai da sole: sono necessarie determinazione ma anche umiltà, preparazione e curiosità, competenza e desiderio costante di imparare. Dote imprescindibile per essere un fuoriclasse, un indiscutibile talento. Reduce dall’ultimo riconoscimento ottenuto, il prestigioso IAA Muse Design Awards 2020 (Platinum Winner, categoria orologi), con all’attivo più di 180 pubblicazioni, 6 interviste personali di cui una con mediaset TGCom24, l’olbiese Danilo Petta, watch designer di punta, è certamente uno dei fiori all’occhiello del panorama del luxury internazionale. Già Senior Product Manager di alcune linee di Omega De Ville e Chief Watch Designer di Purnell, ha al suo attivo progetti come il Bulgari Serpenti Tubogas (2009), l’Astronomia Sky (2016) e l’Astronomia Solar di Jacob&Co (2017). Inoltre, come co-proprietario dello Studio Italo-Tedesco Mask Architects con Öznur Pınar Çer, Founder and Principal Designer, è il primo designer orologiero ad essere stato invitato alla prossima Biennale 2020 d’Architettura di Venezia. Ma come nasce un professionista creativo di questo livello? “Dopo il tirocinio al Politecnico di Milano, mi sono reso rapidamente conto che il mondo dell’architettura di edifici non mi avrebbe consentito di esprimere al meglio la mia creatività. Sono rimasto in generale un po’ deluso dal sistema delle costruzioni, e a seguito di quel momento di crisi, sono entrato in Bulgari, nell’ambito degli orologi per donna, e ho capito di aver scelto la strada giusta per me. L’idea di una progettazione human scale mi si addiceva di più, anche se in realtà non ho mai abbandonato completamente il settore dell’architettura. Il nucleo centrale del mio lavoro si fonda però sul design di orologi nel settore del lusso. La passione nasce dal fatto che, nell’Alta Orologeria, affronti delle sfide molto importanti dal punto di vista creativo, poiché devi trovare la novità in pochi millimetri, conferire l’identità del brand in spazi strettissimi”. Approdando all’Alta Orologeria, il campo di formazione di Danilo Petta si allarga inevitabilmente: alla competenza in materia di architettura e design industriale, si affianca il percorso di studio relativo ai meccanismi. “Dopo almeno cinque anni di studio e laboratorio orologiaio, ho cominciato a proporre anche il design di casse e meccanismi. Dopo l’esperienza in Omega, ho cominciato la mia attività individuale in Svizzera; col mio socio Luca Soprana, abbiamo inventato per Jacob&co un movimento a forma di albero, per cui abbiamo vinto il Muse Award, e che recentemente è stato visto al polso di Conor McGregor. Con la mia collega architetto, con la quale ho fondato MASK, abbiamo vinto un importante premio, il Cooling Abu Dhabi, ci stiamo preparando per la Biennale di Architettura, abbiamo ricevuto la menzione d’onore al Trezzini Golden Awards e progettato la linea 13 della metropolitana di Shenzen”. La carriera del watch designer Petta, ad oggi uno dei designer più quotati a livello mondiale, è costellata di riconoscimenti a livello internazionale: oltre ai premi già menzionati, importante la menzione d’onore al Trezzini Golden Awards, una statuetta d’oro che difficilmente viene assegnata a esordienti; doppia soddisfazione, dunque, per la qualifica di “promesse” del design mondiale. Di qualche settimana fa la prestigiosa nomination per 40 under 40, premio annuale promosso dall’Unione Europea, che celebra appunto i quaranta architetti sotto i quarant’anni più promettenti e influenti del panorama europeo. “Tra i vari progetti che stiamo portando avanti c’è la metropolitana 13 di Shenzen, che verrà realizzata nei prossimi mesi; inoltre abbiamo progettato una villa che sarà costruita con una tecnica completamente innovativa, patrocinata da Arup, il più grande gruppo di ingegneria civile del mondo”, racconta Petta. Nella definizione del designer olbiese, il mondo dell’Alta Orologeria non si limita al campo della tecnica, ma è una vera e propria forma d’arte: “il popolo svizzero ha un patrimonio di conoscenze e di manifattura che è pari a quello dell’affresco italiano. Non a caso, i luoghi di produzione degli orologi svizzeri sono patrimonio Unesco, a riprova del fatto che progettare orologi di lusso sia a tutti gli effetti un processo artistico – commenta Petta –. Quando si parla di gusto, si parla dell’eredità che il Rinascimento italiano ci ha lasciato. Sono del parere che quella sia un’epoca alla quale bisogna ispirarsi costantemente, la nostra forza artistica in quanto italiani. Oltre al Rinascimento, ciò che mi ispira è il movimento stilistico decostruttivista, quello di Zaha Hadid e di quel filone di architettura.” Una personalità certamente fuori dal comune, quella di Danilo Petta, che ha saputo mantenere un sostrato umile e profondamente umano e umanistico: alle difficoltà della carriera in un mondo esclusivo e a volte spietato come quello del lusso, il designer olbiese ha saputo rispondere facendo leva sul proprio fuoco interiore. Dimenticando le ansie di confronto e le dinamiche della rassicurazione altrui, ha spostato il focus sulla sua persona, e quindi sulla sua carriera: “ho dato valore al fatto di aver trovato un lavoro che mi piaceva, e la cui gratificazione andava oltre il successo. Questo mi porta certamente a non avere orari, ad essere costantemente in formazione, leggendo decine di libri al mese”. Non solo talento, ma passione inesauribile per la propria professione, unite ad una multidisciplinarietà che sembra essere la cifra vincente del terzo millennio: è la storia di Danilo Petta, artista del meccanismo di precisione, orgoglio sardo e fulgida stella del design internazionale.