Sunday, 04 May 2025
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Pubblicato il 03 May 2025 alle 15:50
Olbia. La natura racconta la sua forza e le sue fragilità e alla base della convivenza tra flora, fauna e gli esseri umani resta la regola basilare del rispetto.
Nei giorni scorsi è rimbalzato sui canali social un post che ha segnalato la presenza nella zona di Capo Ceraso di un nido di corvi imperiali. Il presidente dell'associazione Canyon in Gallura Eugenio Degortes ha posto l'attenzione sul rispetto di quella zona e sull'arrivo di nuove vite, e quindi un temporaneo dietro front su quella parete amata da chi pratica alpinismo ed escursioni.
Approfondendo l'argomento con "due esperti di natura" ecco che si raccontano gli equilibri tra natura ed esseri umani e lo stesso Eugenio Degortes spiega: "noi siamo molto sensibili alla bellezza del territorio, della natura, ma bisogna ricordare che va apprezzata, va esplorata e che anche la fauna è da tutelare, vedi per esempio i falchi, le aquile e i mufloni:bisogna sempre cercare di 'camminare leggeri' ed essere il meno possibile invasivi con ciò che ci circonda".
"Oggi c'è una nuova squadra in esplorazione -racconta Degortes - ma di certo viene tutelata l'area in cui è stato avvistato il nido, quando si 'va in ambiente' come si dice in gergo tecnico, bisogna sempre ricordarsi di fare attenzione,di rispettare l'ambiente in cui si passa, bisogna viverlo nelle migliori condizioni preservandolo".
"Quando si tratta degli animali, a maggior ragione quelli di un certo spessore come aquile, falchi e anche i corvi imperiali- specifica Degortes- bisogna sempre ricordarsi che se l'essere umano tocca qualcosa: uova, pulcini o il nido allora l'animale sente l'odore di una presenza estranea e a quel punto non prolifera più e abbandona tutto con notevoli conseguenze disastrose anche per la riproduzione della specie, in questo caso con i pulli in arrivo sarebbe decisamente meglio non passare".
"A volte è capitato di affrontare percorsi, affrontare il torrentismo e scoprire delle zone con delle discariche a cielo aperto su cui abbiamo sempre cercato di intervenire anche facendo le opportune segnalazioni, dobbiamo sempre avere il massimo rispetto per il territorio che attraversiamo, possiamo fare anche un altro esempio: quando ci rechiamo nei fiumi - spiega Eugenio Degortes- proprio per evitare di contaminare anche gli ambienti successivi che noi andremo a esplorare,laviamo sempre tutti i nostri materiali e indumenti, che siano tute, scarpe e quanto altro con attenzione e con detergenti neutri di modo che al prossimo ingresso in un altro fiume, torrente o habitat, non inseriremo nessun tipo di microrganismo o altre sostanze che possano far variare quello che è l'equilibrio dello spazio in cui noi ci siamo presentati".
"Serve sempre una forma di rispetto e attenzione alla natura, se troviamo per esempio una tartaruga, che non è comunque in strada o si trova in un'area che è recintata o ha un muretto a secco, non la spostiamo perché magari lì vicino l'animale può avere il suo nido, i suoi piccoli, quindi diciamo che ci deve essere sempre un'attenzione agli ambienti in cui noi ci rechiamo a esplorare la natura, perché dobbiamo ricordarci che ci aggraziamo si di questa bellezza, ma la dobbiamo anche preservare e riservare per il futuro dei nipoti e pronipoti e quanti verranno dopo di noi".
Sul rispetto della natura e sulla connivenza dei due mondi, quello umano e quello della natura interviene anche il naturalista Gabriele Bertacchini, autore di numerosi libri che apprezza l'isola e che in una delle sue opere ha raccontato anche il proliferare dei fenicotteri nella laguna di San Teodoro, dove il numero degli animali presenti è aumentato notevolmente negli ultimi 30 anni.
"Quando si parla della natura e degli uomini andrebbero intesi due mondi diversi che devono convivere. Bisogna ricordare che la natura ha una forza: non è mai uguale a se stessa, si trasforma, tende a riprendersi i suoi spazi e tende anche a recuperarli. Ci sono dei rinnovamenti nelle forme viventi che spesso non necessitano di tempi lunghi ed è come se a volte si volesse congelare il presente e quindi il cambiamento, e ovviamente non va bene, noi vorremmo cambiare la natura, ma non è possibile, dobbiamo sempre ricordarci -conclude Bertacchini- che la trasformazione non è direzionabile perché la natura non si può cambiare o dirigere".
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