Tuesday, 07 May 2024
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Pubblicato il 27 October 2018 alle 14:57
Olbia, 27 ottobre 2018 - Si intitola "Disservizi impianti causa intense precipitazioni meteoriche del 05 ottobre" ed è il documento che spiega perché, qualche settimana fa, le cozze di Olbia allevate in tre zone nei pressi della foce del Rio Padrongianus avevano i valori dell'escherichia coli così alterati da 'costringere' il Comune di Olbia a emanare un'ordinanza ad hoc.
Mauro Monaco, presidente del Consorzio Molluschicoltori Olbia, pochi giorni dopo l'emanazione dell'ordinanza l'aveva chiesto a chiare lettere: "Cosa è capitato al golfo di Olbia?"; la risposta sta proprio in questo documento in nostro possesso.
Un documento che, nella sua semplicità, è dirompente: il 05 ottobre, infatti, si sono "bloccati" praticamente gran parte degli impianti di depurazione della Gallura a causa del maltempo.
Da Olbia a Telti, passando per Padru, Loiri Porto San Paolo, Monti, Golfo Aranci, Sant'Antonio di Gallura, Arzachena, Palau, Santa Teresa di Gallura, Thiesi, Bonannaro: tra pompe di sollevamento bloccate, tracimazioni del troppo pieno, by-pass parziali temporanei, fanghi verso gli affluenti e blocchi totali, mezza Gallura ha riversato i reflui direttamente nel Golfo di Olbia.
Andiamo con ordine: è venerdì 05 ottobre e il giorno prima era stata diramata per la Gallura un'allerta arancione per rischio idrogeologico. Il maltempo è effettivamente abbastanza intenso: lo testimoniano i dati pluviometrici e le foto dei lettori, ma anche gli episodi sospetti come quello di Pittulongu dove in tre punti venivano segnalati sversamenti sospetti. Niente, però, fa pensare a un "blocco" semi-totale degli impianti in tutta la città o in mezza Gallura e nessuna comunicazione viene data.
La comunicazione di questi problemi parte da Abbanoa il lunedì successivo, ovvero l'08 ottobre: è una Pec indirizzata alla Provincia di Sassari Zona Omogenea Olbia-Tempio(Settore 5 Ambiente e Sostenibilità), Alla Provincia di Sassari(Settore Ambiente e Agricoltura Settore VIII Tutele dell'aria e dell'acqua), all'ArpaS (Dipartimento provinciale di Sassari).
Questa comunicazionesembra fermarsi così, nel nulla. Il 09 ottobre, infatti, l'Assl Olbia procede con i suoi controlli ordinari nel Golfo di Olbia: li fa a cadenza regolare in tutti i punti del golfo. Preleva le cozze e le spedisce all'Istituto Zooprofilattico di Olbia che compie le analisi e trova il valore "escherichia coli" alterato nelle cozze prelevate in tre zone vicine alla foce del Rio Padrongianus.
Il 15 ottobre il CMO viene avvertito informalmente dei valori alterati e conseguentemente viene informato in modo ufficiale dalla Assl Olbia il sindaco Settimo Nizzi che, il giorno 16 ottobre, provvede a emanare un'ordinanza che blocca la vendita e il consumo delle cozze allevate in quelle tre zone.
In maniera perfettamente sequenziale, l'Assl rifà le analisi, le cozze risultano perfette e il Comune di Olbia ritira l'ordinanza il 19 ottobre.
Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio, perché se è vero che il settore della mitilicoltura è controllatissimo e che la cozza di Olbia è sicura, è anche vero che qualcosa nella catena della comunicazione non ha funzionato, creando di fatto un danno di immagine e un danno economico rilevante alle cooperative olbiesi.
"Vorrei sapere cosa è successo dal 05 all'8 ottobre, dove si è fermata quella comunicazione - dice Mauro Monaco, presidente del CMO -? Vorrei capire se il Comune era informato di quanto successo e vorrei sapere se anche la Assl ne è stata informata. Queste informazioni sono in mano al Noe e alla Forestale. Non sta a me dire se questo evento ha dei risvolti penali, ma rilevo che la catena della comunicazione si è interrotta".
Sarebbe infatti bastata una telefonata al Cmo da parte della Assl per bloccare immediatamente la produzione.È una misura di autotutela che permette di gestire criticità improvvise senza danni economici rilevanti e di immagine.
Si blocca tutto per qualche giorno, si fanno le analisi e se la situazione si è risolta, la produzione riparte regolare. "Una comunicazione in tempo reale avrebbe ridotto i tempi e non avremmo subito danni", spiega Monaco.
Invece, la comunicazione "inceppata" ha creato un effetto a catena che, alla fine, ha danneggiato esclusivamente i mitilicoltori.
C'è poi un altro aspetto da non sottovalutare: è evidente che il Golfo di Olbia è riuscito ad assorbire l'onda "nera" velocemente e che la cozza è un indicatore perfetto per stabilire la salute delle sue acque. Appena si è verificato un problema, la cozza lo ha rilevato anche senza "comunicazioni ufficiali".
"La cozza è un indicatore perfetto per il golfo - continua Mauro Monaco - e lo dico soprattutto da cittadino olbiese.È una tutela e una garanzia per Olbia e per i suoi cittadini". Insomma, servirebbe soltanto più celerità nelle comunicazioni e più, vien da dire, collaborazione tra i vari enti perché il golfo sta bene e la cozza ce lo testimonia.
Rimane da capire in che punto questo documento di Abbanoa si è fermato e perché.
Per il resto, lunga vita alla cozza di Olbia e ai suoi mitilicoltori.
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