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Costa Smeralda: dalle sue origini incontaminate ad oggi

Costa Smeralda: dalle sue origini incontaminate ad oggi
Costa Smeralda: dalle sue origini incontaminate ad oggi
Olbia.it

Pubblicato il 01 June 2018 alle 10:00

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Costa Smeralda: paradiso turistico internazionale

Arzachena, 01 giugno 2018 - L'origine della Costa Smeralda non è molto conosciuta soprattutto fra i turisti di passaggio, che ogni estate invadono questa meravigliosa parte della costa sarda, considerata una delle mete più esclusive e rinomate al mondo. Negli anni sessanta, le acque trasparenti e turchesi e le deliziose calette attirarono l’attenzione del principe ismailita e gran viveur Karim Aga Khan e del suo amico banchiere inglese John Duncan Miller. Dopo essersi informato sulla possibilità di comprare dei terreni nel 14 marzo del 1962 il Principe acquistò 1.800 ettari di terreno nella zona che si estende da Liscia di Vacca fino a Razza di Juncu, tra i Comuni di Olbia e Arzachena ribattezzandola "Costa Smeralda", il tutto per la cifra di 25 mila dollari e grazie ad una cordata di investitori tutti stranieri, tra cui l'avvocato francese André Ardoin, John Duncan Miller della Banca Mondiale, Patrick Guinness e René Podbielski. Conservazione del territorio naturale All'inizio il paesaggio ancora incontaminato necessitava di infrastrutture e trasporti, che furono via via realizzati fino a rivoluzionare completamente quest'area turistica. Venne quindi istituito un Consorzio della Costa Smeralda che selezionò gli architetti più in vista dell'epoca come Luigi Vietti, Michele Busiri Vic, Jacques Couëlle e Antonio Simon Mossa. La loro idea di stile architettonico partiva prima di tutto dalla salvaguardia del paesaggio naturale e dal concetto pionieristico di uno sviluppo sostenibile, che doveva guidare ogni momento della costruzione per mantenere un livello di qualità urbanistica e di assetto del territorio molto alto. La Costa Smeralda ha rappresentato alle origini l'unico esempio nel Mediterraneo di uno sviluppo turistico equilibrato e rispettoso dell'ambiente circostante, ispirato da sani valori ecologici che sono stati tradotti in modelli costruttivi e stili architettonici capaci di preservare l'antica civiltà sarda. Un'attenzione quasi maniacale per il dettaglio e per la scelta dei materiali da usare per la costruzione degli edifici che non dovevano superare una determinata altezza, proprio per non rovinare lo splendido panorama. Lusso e vita mondana Non appena il Consorzio ebbe terminato l'area dei resort, che comprendevano ville e strutture ricettive esclusive, cominciarono ad arrivare celebrità internazionali, attori, aristocratici e personalità legate la mondo dell'industria del calibro della principessa Margaret d’Inghilterra, il re Juan Carlos, la first lady Jacqueline Kennedy, ma anche Greta Garbo, Harrison Ford, Gianni Agnelli e tanti altri. Divertimento sfrenato e vita mondana erano all'ordine del giorno, con eventi esclusivi, feste per pochi VIP tra cui il miliardario francese Bernard Arnault, presidente e amministratore delegato dell'impero Lvmh e di Christian Dior SA. Considerato il quarto uomo più ricco del mondo secondo l'infografica di Betway Casino, che illustra i dati Forbes sulle 100 personalità miliardarie più ricche a livello mondiale, Arnault è sempre stato immortalato in Costa Smeralda con il suo mega panfilo di 70 metri, che ha ospitato figure illustri: da Bono Vox degli U2 a personaggi di spicco a livello politico come Tony Blair. In mezzo secolo in Costa Smeralda il concetto di lusso è completamente cambiato, passando dalle macchine sportive cabriolet a jet privati e locali iper affollati come i popolari Phi Beach e Billionaire, presi d'assalto ogni estate da turisti provenienti da tutto il mondo. Presente e futuro della Costa Smeralda Cosa rimane oggi di quell'oasi incontaminata e semi-selvaggia? Sembrerebbe ben poco, a causa della mala gestione, come afferma la figlia del fondatore della Costa Smeralda, la principessa Zahra Aga Khan. Il suo sogno è quello di preservare la zona prendendo come modello il parco naturale, con un piano di protezione ambientale che includa le spiagge e il mare. Questa parte così preziosa per l'economia della Sardegna non dovrebbe essere una riserva esclusiva di miliardari o di quell'Italia facoltosa degli anni Sessanta e Settanta, ma dovrebbe aumentare la varietà degli ospiti. Qualcosa sembra essersi mosso a partire dal 2016 analizzando il numero di yacht ormeggiati a Porto Cervo, 3 miliardi e anche nel 2017 ha visto un aumento del 46 per cento di voli internazionali atterrati all’aeroporto di Olbia solo nel mese di giugno, con un movimento nei weekend di 600 aerei, di cui solo 200 sono jet privati. Anche l'ospite italiano sembra aver riscoperto l'isola e la Costa Smeralda memore della bellezza dei luoghi, del clima ventilato e dell'ottima cucina tradizionale, anche se i prezzi soprattutto quelli relativi al trasporto via mare o in aereo per una famiglia rimangono spesso proibitivi. Dall'altra parte il turista medio-alto soffre per una mancanza di un certo tipo di servizi, primi fra tutti i campi da golf che sull'isola sono ancora troppo pochi e non riescono a soddisfare la domanda, soprattutto in alta stagione. La Costa Smeralda rimane comunque uno dei luoghi più visitati nel Mediterraneo: tutti, anche solo in occasione di un'escursione, desiderano trascorrere una giornata nelle paradisiache spiagge della costa che ha vissuto due vite: l'era aristocratica tra gli anni sessanta e settanta e l'era più opulenta, tra gli anni ottanta e novanta. Cosa riserverà il futuro ad una delle isole più belle del mondo?