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Cala Saccaia e le parole di Nizzi: tutte le contraddizioni sul progetto che (non) c'è

Dalla metratura dell'intervento alla tipologia di edificio: ecco cosa dice il sindaco

Cala Saccaia e le parole di Nizzi: tutte le contraddizioni sul progetto che (non) c'è
Cala Saccaia e le parole di Nizzi: tutte le contraddizioni sul progetto che (non) c'è
Angela Galiberti

Pubblicato il 21 April 2021 alle 06:00

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Olbia. Su Cala Saccaia le dichiarazioni più interessanti, ma soprattutto contraddittorie, sono state fatte dal sindaco di Olbia Settimo Nizzi in due distinte occasioni: da una parte il suo intervento durante il consiglio comunale dello scorso 14 aprile, dall'altra un'intervista rilasciata a Olbianova. La cifra principale delle dichiarazioni del sindaco Nizzi è la “confusione”, ovvero le informazioni rilasciate sono talmente tante e talmente in contraddizione l'una con l'altra che alla fine non si comprende qual è la verità, cioè cosa si vuol fare a Cala Saccaia (che poi è il punto centrale di tutto). L'unica certezza è che il Comune di Olbia ha “ceduto” 20 ettari di pianificazione al Cipnes, il quale a sua volta ha iniziato l'iter per l'allargamento della zona industriale a Cala Saccaia in seguito all'approvazione di un altro atto che, però, non è stato pubblicato da nessuna parte nonostante tratti un argomento ascrivibile nell'interesse pubblico e non in quello privato. La prima contraddizione riguarda ciò che il Comune di Olbia può dire o non dire sulla perimetrazione della Zona Industriale e su ciò che il Consorzio può fare o non può fare all'interno di queste aree. Afferma il sindaco Nizzi: “Il consorzio industriale non può deliberare da solo alcunché. Il Consiglio Comunale di Olbia non può deliberare alcunché sulla diversa perimetrazione del consorzio industriale. Quello è il piano regolatore generale del consorzio industriale, che è un istituto sovrapposto a quello del Comune di Olbia. Infatti una volta approvato dal Consiglio Regionale e cioè una volta che va in commissione urbanistica e che viene deliberato dalla Giunta Regionale, esiste soltanto la presa d’atto”. Subito dopo, Nizzi afferma una cosa un po' diversa: “Ma mi pare difficile, in vigenza di un’Amministrazione così come la nostra, dove a capo della stessa c’è Settimo Nizzi e non altre persone, che si possa fare una modifica del nostro territorio senza coinvolgere il Comune e senza che il Comune dica la sua su questo”. Nella prima parte si dice che una volta che la Regione decide non si può fare più niente, nella seconda frase si afferma che dato che alla guida c'è Settimo Nizzi il Comune dirà la sua. Cosa dicono le norme? La legge regionale numero 20 del 25 luglio 2008 all'articolo 3 afferma: comma 4: I consorzi industriali esercitano le proprie funzioni in coerenza con la programmazione regionale e in un rapporto di collaborazione con gli organismi operativi regionali per le politiche industriali. Comma 5: Nelle aree gestite dai consorzi i singoli comuni che fanno parte del consorzio ai sensi del comma 1 e quelli eventualmente ammessi ai sensi dell'articolo 2, commi 4 e 5, continuano ad esercitare le funzioni di pianificazione urbanistica ciascuno per il proprio territorio. Gli statuti disciplinano le modalità con cui il consorzio propone ai singoli comuni adeguamenti degli strumenti urbanistici al fine di coordinarli e renderli coerenti con le finalità del consorzio. Ci possono essere sicuramente dei modi per collaborare tra i due enti (e non ne abbiamo dubbi), ma alla fine vale ciò che dicono le leggi: una volta che il perimetro è stato aggiornato, ogni ente pianifica sul proprio territorio di competenza. Nizzi subito dopo parla di Tilibbas, ma Tilibbas – che è praticamente un quartiere di Olbia che ricade all'interno del perimetro della zona industriale – non viene riconsegnato totalmente al Comune: solo 8 ettari vengono stralciati dal perimetro e all'interno non è presente l'hotel Hilton. Assodato che sarà la Regione, dopo aver raccolto i pareri di tutti gli enti coinvolti, a decidere se la zona industriale si può allargare e di quanto, il sindaco passa alla questione Cala Saccaia e a quello che si potrebbe fare ed è qua che vi è un'altra contraddizione. Da una parte, Nizzi afferma che nessuno vuole distruggere il promontorio di Cala Saccaia: “Io penso che soltanto uno stolto avrebbe potuto pensare che noi avessimo fatto distruggere quel promontorio”. Subito dopo dice che quella è zona industriale, parla di fortissime richieste di imprese della nautica e aggiunge qualcosa su altre sedi favorite: “Quella è zona industriale. Finisce lì la zona industriale e se con gli accordi, viste le fortissime richieste di imprese della nautica e vista la crescente concorrenza a discapito della nostra città, del nostro sistema portuale per quanto riguarda le imprese della nautica, favorite naturalmente in altre sedi della nostra regione, 30 milioni gratis a fondo perduto per infrastrutturare una parte di territorio, gratis. E’ facile così intraprendere in un territorio dove la mano pubblica ti regala tutto; è facile, è molto facile. Invece i nostri imprenditori devono sudare sangue per poter fare cose che da altre parti ti vengono regalate. Però noi siamo il polo della nautica in Sardegna e se non stiamo attenti e ce lo facciamo portare via”. A questo punto ci si chiede quale sia veramente il punto: ci sono veramente queste imprese nautiche che premono per investire a Olbia o si vuole spazio per infrastrutturare perché se lo fa Cagliari lo deve fare anche Olbia? Poi un passaggio estremamente significativo: “La prassi e l’iter di questa pratica sarà un iter molto chiaro, alla luce del sole, trasparente, dove una volta che la Regione ci convocherà per la copianificazione, noi passo passo renderemo edotta la nostra comunità, passo passo diremo a tutti le cose che lì devono essere fatte, ma noi abbiamo le idee chiare, molto chiare. Non ci saranno i capannoni della parte principale della nostra città, della nostra zona industriale, saranno delle costruzioni limitate, ben inserite in quell’ambiente naturale, con modifiche che prevedono limitate lesioni della terra così come si trova oggi. E’ normale che se dovesse essere realizzato un capannone non sarà del tipo classico, ma saranno cose ben più piccole, saranno costruzioni dove si possano fare lavorazioni, ma non ricoveri per imbarcazioni alte 15 o 18 metri”. Sorvolando sulla questione trasparenza per grazia ricevuta, ecco la contraddizione maggiore: prima il sindaco parla di tante imprese del settore nautica che chiedono lotti paventando la perdita di leadership a causa di investimenti nel Sud dell'Isola (Nizzi non lo dice esplicitamente, ma ne parla ampiamente il presidente Giampiero Mura in uno dei suoi interventi), poi successivamente ecco che scopriamo che le “lesioni” saranno minime, che i capannoni non saranno veri e propri capannoni ma “costruzioni” per fare lavorazioni ma non “ricoveri per imbarcazioni alte 15 o 18 metri”. La domanda nasce spontanea e lapalissiana: se queste aziende hanno necessità di piccole strutture, se queste strutture saranno mimetizzate nella macchia mediterranea (e per esserlo devono essere molto piccole e non dei grossi parallelepipedi bianchi), se queste aziende non devono offrire ricovero a grandi imbarcazioni o yacht, perché hanno necessità di stare a Cala Saccaia sul mare? Cosa aggiunge, poniamo, la lavorazione di un'elica fatta a un metro dall'acqua? Non potrebbe essere realizzata lontano dal mare come accade in altre Regioni italiane? Insomma, di che tipo di aziende stiamo parlando? Non si sa, è un mistero misterioso. Riassumendo, il sindaco afferma che la maggioranza ha idee chiare, che condividerà con la città ciò che si deciderà per quella zona, ma alla fine non si comprende cosa si vuole davvero fare a Cala Saccaia, né quali sono gli obiettivi. Ai microfoni di Olbianova, due giorni dopo il consiglio comunale del 14 aprile 2021, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi sottolinea diverse cose interessanti. “Stiamo parlando di un pezzo di terreno privato dove il Consorzio industriale viste le numerose richieste di imprenditori legati alla nautica da diporto vorrebbero giustamente investire per fare impresa in ambito nautico. Il terreno è di una società, è privato. Non è del Comune e non è neanche del Cipens”. Dunque, una volta che la Regione dovesse approvare la riperimetrazione, dovrebbero essere messe in atto delle procedure di esproprio che possono essere realizzate solo con un chiaro interesse pubblico. E qual è l'interesse pubblico? Lo scopriremo solo vivendo. “Dal punto di vista ambientale, noi abbiamo detto chiaramente che là non potrà essere fatto lo sviluppo che è stato fatto in tutta la prima parte della zona industriale proprio per la valenza ambientale di quella parte”, afferma con sicurezza Nizzi. Il sindaco prosegue e dice che la Regione potrebbe decidere di riperimetrare solo una parte e che, nel caso, Cala Saccaia sarebbe una zona speciale nella quale vi sarebbero regole precise su altezze e volumi. Nizzi afferma: “Possono essere capannoni come possono essere edifici diversi”. Il sindaco, poi, per quanto riguarda i progetti sottolinea che “Non c'è niente e niente si può fare sin quando la regione non procederà con la copianificazione. Non c'è stato nessun progetto presentato”. A questo punto, si parla del famoso progetto del 2004 con la Geofolf Spa che all'epoca venne bocciato dalla Regione. Nell'ambito di sviluppo di quell'area, anche i terreni di Cala Saccaia (che non hanno mai cambiato proprietà nel frattempo) avevano un loro progetto turistico dedicato Nizzi conferma la circostanza e poi, rispondendo alle domande su quel progetto di Cala Saccaia, aggiunge: “Allora era un progetto di sviluppo turistico, oggi è inquadrato in un progetto di sviluppo del diportismo nautico e cioè delle aziende legate al mondo della nautica”. Come fa il sindaco Nizzi ad affermare che si tratta di un progetto diverso se poco prima ha sottolineato che non ci possono essere progetti? Il progetto c'è o non c'è, e di chi è? Se c'è, perché non tirarlo fuori e condividerlo con i cittadini? Il sindaco olbiese poi accenna ad “aziende internazionali” che non vengono “per prendersi un pezzo di terreno in campagna”, però non viene specificato di che tipo di produzione nautica si tratta (la nautica non è solo costruire scafi di grosse dimensioni). Nizzi sottolinea inoltre che Cala Saccaia sarà salvaguardata anche “con un piccolo intervento di pochi ettari trasformati e trasformabili. La trasformazione oggi non c'è, c'è solo un accordo tra comune e consorzio che chiedono alla regione è possibile trasformare questo pezzo di terreno in zona industriale?”. Le domande che ci poniamo si accavallano: se il progetto non esiste come fa Nizzi ad affermare che richiede “pochi ettari”? E se il progetto che non esiste richiede “pochi ettari”, perché nell'accordo se ne domandano 20 tutti sul mare? Lo vogliamo sottolineare ancora una volta: il punto non è l'eventuale iniziativa di uno o più privati, che possono legittimamente proporre tutti i progetti che vogliono, il punto è capire le scelte degli enti pubblici e comprendere qual è l'interesse pubblico che guida queste scelte di pianificazione. A oggi, è stato detto tutto e il contrario di tutto, tranne qual è la ratio che giustifica la richiesta di allargamento della zona industriale sul mare, in un'area che più che capannoni meriterebbe postazioni per birdwatching, sentieri e strutture leggere per il turismo ambientale. Cose che avrebbe meritato anche 30 anni fa, figuriamoci oggi.