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Pubblicato il 16 June 2015 alle 09:30
Olbia, 15 Giugno 2015 - Il convegno dedicato all'importanza della diagnosi precoce nell'autismo, organizzato dall'associazione olbiese SensibilMente che si è svolto sabato scorso al Museo Archeologico, ha lasciato in tutti i presenti una strana sensazione, o - per meglio dire - una terribile consapevolezza: sottovalutare l'autismo (e le problematiche complesse che esso si porta dietro) significa creare situazioni potenzialmente fatali per le famiglie coinvolte.
E' vero: l'autismo non è uno solo. Ci sono tanti autismi tanti quanti sono gli autistici e ogni famiglia è un caso a sè. Ci sono però dei segnali che genitori, insegnanti e medici devono imparare a riconoscere per arrivare a una diagnosi il più precoce possibile. Diagnosticare precocemente l'autismo significa permettere al bambino di entrare immediatamente in un percorso di apprendimento che per lui sarà fondamentale una volta diventato adulto. I bambini autistici imparano faticosamente ciò che per i bambini "normodotati" è la normalità: il gioco, il rapportarsi con le altre persone, riconoscere determinati limiti e affrontarne altri, esprimere sensazioni e sentimenti. Ciò che per un bambino "normale" è, appunto, la normalità per un bambino autistico si trasforma in un lungo e faticoso percorso di apprendimento.
Quando questo percorso non inizia, quando l'autismo non viene riconosciuto, quando le famiglie non sono supportate, possono succedere cose molto gravi. Può succedere ciò che è successo a Roberto e alla sua famiglia. Roberto, adolescente gallurese, sta pagando sulla sua pelle gli effetti della diagnosi tardiva dell'autismo. Nessuno ha riconosciuto, se non tardissimo e solo grazie alla forza e alla testardaggine amorevole della sua mamma, il suo autismo ad alto funzionamento. Roberto è un ragazzo intelligentissimo e bellissimo, dotato di una sensibilità spaventosa. Una sensibilità che, senza gli adeguati sostegni, si è trasformata in un boomerang per sè e per la sua famiglia.
Questa è la storia di Roberto e della sua famiglia e a raccontarla è la sua splendida madre, Anna. Parte di questa intervista, realizzata grazie a SensibilMente, è stata proiettata durante il convegno. Questa è la versione integrale. Buon ascolto.
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