Monday, 27 October 2025
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Pubblicato il 11 September 2025 alle 08:00
Arzachena Antonio Fresi e i MI LA BAND hanno appena tagliato un traguardo significativo: l’uscita del singolo GIUDA il prossimo 12 settembre 2025, distribuito dall’etichetta Warner Music Italia, che interrompe la routine per aprire una nuova pagina del pop rock italiano. Nati nel 2023 da un’idea del creativo frontman la formazione olbiese porta sul palco un’energia contagiosa capace di far cantare e ballare il pubblico fin dal primo ritornello. Dai ritmi trascinanti alle melodie orecchiabili, la band costruisce un percorso che si è forgiato tra collaborazioni di peso—tra cui Max Moroldo e un rapido passaggio dall’aprire concerti di nomi nazionali e internazionali—per arrivare a un debutto discografico atteso, eight tracce che raccontano l’amore per la musica live e la voglia di distinguersi. Durante il nostro incontro Antonio Fresi racconta l’intesa creativa del gruppo, le tappe del percorso e cosa significhi per MI LA BAND portare la propria energia in giro per l’Italia, con la musica che non teme le più ardite chorografie del pubblico. Un dialogo tra palco, studio e futuro, dove GIUDA diventa non solo una canzone, ma il simbolo di una band pronta ormai a lasciare il segno.
Dopo l’uscita dei primi singoli, l’ingresso in una etichetta importante segna una nuova tappa. Cosa ti aspetti da questa distribuzione e come pensate di valorizzare il sound della band in questa nuova fase?
"La nostra svolta inizia nel 2023, quando Max Moroldo, noto editore della musica italiana e internazionale, ci nota e ci porta a registrare Amore Tsunami nel suo studio a Napoli, l’Orma Studio. Da lì è partito un percorso che ci ha condotti fino all’incontro con la House of Glass di Gianni Bini e alla distribuzione Warner Music Italia. È un passo enorme per noi, perché ci aggiunge tantissima qualità e professionalità, oltre alla possibilità di far arrivare la nostra musica a un pubblico più ampio, non solo in Sardegna ma in tutta Italia. Il nostro obiettivo è valorizzare un sound che unisce l’energia del pop-rock italiano con le atmosfere fresche e coinvolgenti che portiamo sul palco. Vogliamo che chi ci ascolta a casa provi le stesse emozioni che si respirano sotto al palco durante i nostri concerti".
La vostra energia dal vivo è stata protagonista in Gallura quest’estate. Quali elementi del vostro live portate in studio e come pensate di tradurli nelle tracce future?
"Dal vivo siamo istintivi, ci lasciamo trasportare dal pubblico e dall’adrenalina del momento. In studio cerchiamo di mantenere questa spontaneità: cori che sembrano quelli delle piazze, chitarre e tastiere che danno colore e ritmo, e soprattutto la voglia di far ballare e cantare tutti. Il nostro obiettivo è non perdere mai quell’autenticità che ci lega alla gente".
Dal punto di vista creativo, come avete lavorato l’ultimo lavoro in sala di registrazione? Ci sono influenze o esperienze specifiche dell’estate che hanno guidato la scrittura e la produzione?
"Abbiamo lavorato molto sull’immediatezza, ma allo stesso tempo ci siamo dovuti rimettere in gioco a 360 gradi per abbracciare sonorità più fresche. L’estate ci ha ispirati tantissimo: i viaggi, i concerti, i tramonti visti dopo i live. Tutto questo è finito nei testi e negli arrangiamenti. Brani come Sayonara nascono proprio dall’energia e dalle emozioni vissute in quei momenti".
Guardando avanti, quali sono i progetti e le direzioni musicali che desiderate esplorare nella fase successiva della vostra carriera?
"Il 12 settembre uscirà “Giuda”, il nostro primo album ufficiale. Il nome nasce da un nostro brano, ma soprattutto è dedicato a tutto quello che ci è capitato in questi anni: persone che millantavano amicizia, promesse mai mantenute e situazioni che ci hanno messo alla prova. Da queste esperienze è nata la forza di andare avanti, di credere ancora di più nella nostra musica. È solo l’inizio: vogliamo portare l’album in giro il più possibile, farlo ascoltare in ogni piazza e festival, e magari aprire anche a scenari nazionali più grandi. Musicalmente ci piace sperimentare: ci vediamo sempre nel pop-rock, ma con contaminazioni funky, elettroniche e melodie italiane che fanno parte delle nostre radici".
Per i fan che hanno seguito i vostri tour estivi, ci racconti come siete nati, perché avete deciso di fare musica insieme e come riuscite a conciliare la vostra passione con gli impegni del quotidiano: lavoro, famiglia?
"MI LA BAND nasce subito dopo la fine del Covid, da un’esigenza forte: riportare tra la gente la voglia di cantare, ballare e fare festa. Dopo la pandemia molti avevano perso quello spirito di leggerezza e condivisione, e noi abbiamo sentito il bisogno di accendere di nuovo quella scintilla. Siamo prima di tutto amici, e questo ci aiuta ad affrontare sacrifici e impegni: prove la sera dopo il lavoro, viaggi con furgoni e strumenti al seguito, e famiglie che ci sostengono sempre. Senza questo supporto non sarebbe possibile".
Un episodio curioso da raccontare?
"Di episodi ce ne sono molteplici, ma uno che mi piace raccontare è questo: essendo una band non ancora famosissima, ci è capitato che durante i sound check qualche service ci snobbasse o ci trattasse con sufficienza. Poi però, dopo lo spettacolo, si ricredono e spesso ci chiedono di collaborare nuovamente. Queste sono grandi soddisfazioni, perché dimostrano che la musica parla più forte di tutto. Un altro aneddoto è che a noi piace condividere il palco: capita spesso di invitare amici artisti come noi a suonare insieme, e questo unisce colori e magie diverse. Per noi la musica è soprattutto condivisione di un sogno".
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