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Bianca, Cronaca

Simone Solinas trasforma le trame antiche nel design del futuro

Quando non serve lasciare la Sardegna per far valere il proprio talento e professionalità

Simone Solinas trasforma  le trame antiche nel design del futuro
Simone Solinas trasforma  le trame antiche nel design del futuro
Laura Scarpellini

Pubblicato il 16 May 2021 alle 19:16

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Iglesias. Le tipicità artigianali della Sardegna da tempo sono fonte di ispirazione nel mondo della comunicazione, del design e nella moda soprattutto. I ricami antichi che evocano storia e cultura antichissime, i tessuti preziosi che subito riportano alla mente i paesaggi più interni dell’Isola. Insomma la terra dei centenari non accenna a smettere di  essere il pretesto e l’idea di partenza per innumerevoli percorsi artistici, e professionali. In un momento in cui si sta attraverso un periodo caratterizzato da una forte crisi economica, forse ci sono le congiunzioni giuste per attingere a questo immenso patrimonio. E’ il caso questo ad esempio del design Simone Solinas che ha saputo intravedere nel passato, il futuro della sua professione: “Da sempre nutro una grande passione per il design e la moda. Amo farmi trasportare dall’immaginazione creando nuove forme e linee, che abbiano uno stretto legame con le tradizioni del nostro territorio”. Nell’espressione di questo concetto c’è tutto il sentimento che Simone Solinas nutre per la sua terra. Per lui uno dei primari obbiettivi di crescita professionale, è stato quello di venir meno a quella regola non scritta che vede i sardi costretti a lasciare la propria terra, per cercare lavoro altrove: “Riuscire a far vivere il proprio sogno professionale in Sardegna non è facile. Tuttavia mi sono sempre posto un obiettivo: riuscire ad emergere rimanendo nella mia terra. Questo perché ho vissuto sulla mia pelle l'amara esperienza di vedere fratelli e amici che, a causa dell’assenza di lavoro, sono stati costretti ad abbandonare l’Isola”. Mettere in atto una scelta non obbligata è tutt’altra cosa, che sentirsi ad attuare l’unica possibilità di una vita dignitosa altrove dalla propria terra. Certamente poi a tale decisione di vita possono concorrere altre situazioni, ed influenze. Ma anche credere che oltre il mare vi sia senza alcuna ombra di dubbio un’aspettativa migliore, ormai pare essere un concetto del tutto sfatato. Volere è potere, e il saper sfruttare un disagio a proprio favore vuol dire saper cogliere opportunità dove altri non avrebbero potuto che affondare la lama del pressapochismo. L’avvio della sua professione, come tutte le grandi storie d’amore, non è affatto semplice: “Il mio accesso al mondo del lavoro non è iniziato dalla porta principale. A diciotto anni iniziavo come operaio in un allevamento di pesci. Un periodo di duro lavoro, fatto con lo scopo di procurarmi il denaro per aprire il primo studio grafico. Ricordo le notti passate in mezzo a grandi vasche da solo, a volte sotto la pioggia, con il freddo che si faceva sentire. Porto dentro lo spettacolo delle bellissime albe che ammiravo prima che il turno finisse. Uno scenario che metteva i brividi mentre tutta l’Italia dormiva”. Saper cogliere momenti magici malgrado un lavoro svolto in condizioni di grande disagio, denota sicuramente una grande forza interiore, e la qualità di saper vedere oltre. Dalle albe con le mani intirizzite dal freddo, al mondo della comunicazione con l’immagine, ecco il percorso che man mano si è andato delineando per Simone Solinas: “Il mondo del design mi ha sempre affascinato. Da subito ho iniziato a studiare da autodidatta. Più apprendevo e più sentivo la voglia di aumentare la mia conoscenza. Avevo un piacere profondo nel vedere la reazione delle persone davanti alle mie prime creazioni”. La sua innata timidezza, e la sua grande retrosia nell’esporsi in maniera diretta, hanno delineato in Simone Solinas quella personalità introspettiva che attraverso l’immagine ha saputo trovare la massima forma di comunicazione: “Se espormi emotivamente davanti alle persone è stato sempre un grosso problema, comunicare attraverso ciò che realizzavo era esattamente l’opposto. Creare è molto semplice e divertente, mi sento libero, è tutto perfetto, non esistono blocchi emotivi che ti forzano a non esprimerti”. Il suo lavoro che lo costringe ad un continuo confrontarsi in prima persona con il suo stesso severo metro di giudizio, l’ha portato ad essere il professionista tanto sotto i riflettori, negli ultimi mesi: “L’idea di utilizzare le trame dei tappeti sardi nelle mie creazioni è maturata collegando delle esperienze che avevo vissuto in passato. Questi frammenti giravano nella mia testa da qualche anno e una sera, come per magia, ho avuto l’immagine nitida di un cappotto realizzato con l’inserto di un tappeto sardo. Ricordo ancora la sensazione che ho vissuto nel disegnare le prime bozze a matita dopo essere tornato a casa. È iniziata la ricerca dei laboratori artigiani che riuscissero a concretizzare questa idea. Da subito ho visto un forte interesse delle figure professionali alle quali mi ero rivolto. Come se questo progetto spezzasse la monotonia del loro lavoro. Gli esperimenti sui tessuti sono durati circa due anni”. A Simone Solinas ad oggi è ancora stupito di quanto il suo lavoro da artigiano del design, stia interessando noti brand del settore moda, e non solo: “Appena ho postato le fotografie del cappotto sui social ho ricevuto tanti apprezzamenti anche da responsabili di grandi marchi internazionali del comparto moda. Ricevere questi attestati di stima è stato un piacere ma so che ho ancora molta strada da percorrere”. Il dado è tratto, e ormai il lavoro del timido designer ha tracciato una strada. Abbiamo chiesto a Simone Solinas cosa si sente di comunicare ai giovani che volessero intraprendere la sua stessa strada professionale. Seppur ancora molto giovane ha alle sue spalle un’esperienza e una passione per il proprio lavoro da potersi ritenere un esempio per quelli della sua generazione, e non solo: “Mi piacerebbe diventare un punto di riferimento per qualche adolescente del mio territorio. Vorrei che il mio percorso possa ispirare qualche giovane a rincorrere i propri sogni, rimanendo in Sardegna, spezzando così le catene della vita economica asfittica, fatta di sussidi e di mala politica che opprime il nostro territorio”. Le sue parole sono dirette e esprimono quella franchezza tipica di chi può parlare con cognizione di causa. Il mondo offre davvero molto, e da una crisi non possono che delinearsi occasioni di crescita, e di sviluppo. Sta a menti aperte e vive coglierne l’opportunità, e in Sardegna a quanto pare ve ne sono in abbondanza.