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Sardegna il mare è pulito ma le microplastiche invadono le nostre spiagge

La protagonista di questa storia è Daniela Dettori

Sardegna il mare è pulito ma le microplastiche invadono le nostre spiagge
Sardegna il mare è pulito ma le microplastiche invadono le nostre spiagge
Patrizia Anziani

Pubblicato il 15 June 2025 alle 20:30

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Golfo Aranci. Una mattina di giugno su una spiaggia della Sardegna apparentemente incontaminata, una giovane bagnante ha compiuto un gesto che dovrebbe diventare esempio per tutti. Prima di tuffarsi nelle acque cristalline, ha notato qualcosa che l'ha colpita: decine di piccoli frammenti di plastica galleggiavano verso riva, portati dalla brezza di mare. Invece di ignorare il problema o limitarsi a lamentarsene, ha deciso di agire. Con le sole mani, ha iniziato a raccogliere tutti i frammenti galleggianti che riusciva a vedere, accumulando in pochi minuti una quantità importante di micro-rifiuti. 

La protagonista di questa storia è Daniela Dettori, una giovane originaria di Orosei che vive a Olbia, e questi sono i suoi primi bagni della stagione. L’abbiamo sorpresa mentre stava terminando in solitaria la raccolta dei piccoli oggetti di scarto e le abbiamo chiesto di farci un resoconto della mattinata trascorsa in una delle numerose calette ubicate in località Nodu Pianu: "È capitato che avevo una busta trasparente in macchina e notando diversi residui di plastica che galleggiavano nell'acqua, sicuramente portati dalla corrente, ho deciso di andare a prenderla per cercare di raccogliere tutto. Non è piacevole farsi il bagno e nuotare tra numerosi frammenti di plastica" racconta. 

Il bottino di questa mattina, oggi è 15 giugno 2025, è impressionante per una piccola spiaggetta apparentemente immacolata: retine di vario tipo, tappi di bottiglie, piccoli oggetti probabilmente buttati ma forse anche dimenticati, frammenti di buste e contenitori degradati dal sole e dal sale, vetro, microframmenti colorati. Il materiale raccolto sicuramente rappresenta solo la punta dell'iceberg di un problema molto più vasto che interessa non solo la nostra Isola. Per ogni frammento visibile in superficie, infatti, ce ne sono centinaia già depositati sui fondali o sospesi nella colonna d'acqua. 

L’episodio assume un significato particolare considerando che la Sardegna si conferma l'eccellenza assoluta del mare italiano. Secondo i dati del Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (SNPA) pubblicati per la stagione balneare 2025, l'isola vanta il primato nazionale per chilometri di costa di qualità "eccellente": ben 1.391 chilometri di litorale rientrano nella classe di qualità più alta prevista dal sistema di classificazione europeo. Il monitoraggio che ha portato a questi risultati si basa su criteri scientifici rigorosi.

Le analisi dei laboratori delle Agenzie ambientali valutano due parametri microbiologici fondamentali: le concentrazioni di Escherichia coli ed enterococchi intestinali, indicatori della presenza di contaminazione fecale (qui un articolo). Un riconoscimento importante per il mare sardo che testimonia gli sforzi di conservazione ambientale, ma che non deve farci abbassare la guardia sul problema delle microplastiche. Questo generi di rifiuti in piccolissimi frammenti rappresenta una forma di inquinamento particolarmente insidiosa perché sono quasi invisibili e spesso passano inosservati, si accumulano nella catena alimentare marina, sono estremamente persistenti nell'ambiente e provengono da fonti diverse e spesso lontane. 

Orosei, paese di origine di Daniela, è già molto sensibile a questo tema ambientale. Nel territorio organizzano regolarmente molte attività di raccolta della plastica con pulizia delle spiagge e delle pinete. Le bellissime spiagge locali come Berchida, Orosei e Cala Liberotto sono oggetto di particolare attenzione da parte della comunità.

"Non ho avuto modo di fare un confronto tra queste spiagge e quelle dove sono nata e cresciuta. Non ho avuto ancora modo di tornare da quelle parti, ma Orosei è molto sensibile a questo tema. La sensibilizzazione i merito alle microplastiche è ovunque, anche a Olbia le associazioni di volontariato stanno facendo un ottimo lavoro su tutti i territori e io ho cercato di fare la mia piccola parte anche oggi" spiega Daniela.

L'esempio di questa giovane cittadina dimostra che ognuno può contribuire concretamente: durante le uscite al mare osservando attentamente l'ambiente circostante, raccogliendo i rifiuti che troviamo anche se non li abbiamo prodotti noi, sensibilizzando chi ci sta intorno sull'importanza di questi gesti. Nella vita quotidiana possiamo ridurre l'uso di plastica monouso, partecipare a iniziative di pulizia organizzate, scegliere prodotti con meno imballaggi e smaltire correttamente i rifiuti plastici.

Il fenomeno delle microplastiche non può essere risolto solo attraverso gesti individuali, per quanto importanti. È necessaria una collaborazione a tutti i livelli: istituzioni che promuovano politiche di riduzione della plastica, aziende che sviluppino alternative sostenibili, cittadini consapevoli e attivi come Daniela, associazioni ambientaliste che continuino il lavoro di sensibilizzazione.

La storia di questa mattina in spiaggia ci ricorda che il cambiamento inizia sempre da un gesto concreto. Ogni frammento di plastica raccolto è un piccolo passo verso un mare più pulito, ogni persona sensibilizzata è un moltiplicatore di buone pratiche. Il mare sardo, pur mantenendo il suo primato di pulizia, ci lancia un messaggio chiaro: la battaglia per la salvaguardia dell'ambiente marino è tutt'altro che vinta. Ma esempi come quello di Daniela Dettori ci dimostrano che, con l'impegno di tutti, è una battaglia che possiamo vincere.