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Pubblicato il 13 April 2018 alle 20:05
Olbia, 15 aprile 2018 - Una ricerca del Cresme sulla situazione economica della Sardegna, commissionata dal Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, vede un'isola i cui investimenti industriali arrancano ma con una buona prospettiva per quanto riguarda turismo e costruzioni.
Il Pil è in crescita ma mezzo punto in meno rispetto alla media nazionale dell'1,5%, ma le prospettive a breve termine, tuttavia, non si mostrano particolarmente favorevoli, con un rallentamento nel 2018 (+0,8%) seppure in positivo. Debole anche, nella prima parte del 2017, l'industria, male l'alimentare, bene il settore chimico-farmaceutico.
Nel settore dei servizi, invece, si registrano segnali positivi: nel 2017 le imprese di commercio in Sardegna hanno registrato un fatturato in leggero aumento. I buoni segnali sulle costruzioni arrivano da alcuni indicatori: occupazione, numero di imprese attive, erogazioni per l'investimento e l'acquisto di abitazioni, aumento delle compravendite, ripartenza del mercato delle opere pubbliche. Stagnante il mercato del lavoro, con un calo soprattutto in agricoltura.
Il tasso di disoccupazione è tra i più alti in Italia, superato solo da quello di Sicilia, Calabria e Campania. Tasso di disoccupazione giovanile a livelli altissimi: nel 2015 ha raggiunto il 56,4%, rispetto alla media nazionale del 40,3%, anche se importante è il processo di miglioramento registralo nel 2017, quando è sceso di quasi 13 punti percentuali, attestandosi al 43,4%, ancora più di dieci punti percentuali al di sopra della media nazionale.
Il turismo, considerat0 che la Sardegna da sola assorbe il 3% dei flussi turistici nazionali, è una risorsa con margini di valorizzazione ancora altissimi.
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