Olbia, 05 dicembre 2019 - La denuncia di un padre e di un figlio, accusati di aver terrorizzato i vicini di casa per il parcheggio, riporta in auge in città una "strana usanza" diffusa in molte stradine laterali. Si parla, ovviamente, della "
privatizzazione" dei parcheggi pubblici: le famose strisce bianche, quelle in cui il parcheggio non si paga. In alcune vie della città, solerti cittadini (fortunatamente non molti) - nella
convinzione di avere un diritto di
prelazione sul posto situato proprio davanti alla porta di casa - "privatizzano" lo stallo di sosta in maniera assai creativa. I più pacifici tolgono subito lo spazio a qualsiasi strana interpretazione: sistemano davanti casa, sul parcheggio corrispondente,
una serie di ostacoli. Parliamo di
blocchetti, secchi per la vernice, qualcuno usa persino delle
sedie. In questo modo il messaggio è chiarissimo: il parcheggio è "prenotato" e il povero automobilista non potrà che che allontanarsi alla ricerca di un territorio non segnato. Poi ci sono persone un po'
meno pacifiche: quelle che, nottetempo, danneggiano le auto (casi, fortunatamente
molto rari e anche molto difficili da dimostrare). Infine c'è il
bigliettino che avverte di lasciare libero il parcheggio poiché il proprietario della casa di fronte torna all'ora di pranzo e gradisce trovarlo libero. Questo è successo a chi scrive qualche anno fa in una traversa di Corso Vittorio Veneto. Come in ogni medaglia, vi è anche un
rovescio e riguarda gli automobilisti indisciplinati. A volte, e questo capita in vie molto
strette con marciapiedi altrettanto stretti, sono i residenti che devono
difendersi dai parcheggi selvaggi. Tanti automobilisti hanno la brutta abitudine non solo di parcheggiare sui marciapiedi, ma di chiudere - con l'auto - le porte di ingresso. Il che crea notevoli disagi.