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Cronaca

Olbia riscrive la storia dell'età del Rame

Olbia riscrive la storia dell'età del Rame
Olbia riscrive la storia dell'età del Rame
Angela Galiberti

Pubblicato il 25 May 2013 alle 21:40

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Olbia - Tante piccole e grandi scoperte divulgate dagli addetti ai lavori per gli addetti ai lavori. Questo è stato il convegno "La Sardegna nell'età del Rame" organizzato dalla Sovrintendenza per i Beni culturali - ufficio di Olbia e dall'Area marina protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo. Durante la giornata di lavori, iniziata alle 9:30 e terminata intorno alle 19, 60 relatori si sono alternati al centro della scena per disquisire di 30 importanti scoperte archeologiche. 30 novità che consolidano e ribaltano in alcuni casi le conoscenze degli studiosi in merito all'età del Rame. "Dobbiamo smettere di parlare per luoghi comuni" ha affermato l'archeologa Paola Mancini alla luce delle scoperte proprio da lei divulgate nel corso del convegno. Perchè senza una scoperta in particolare "La Sardegna nell'età del Rame" non sarebbe mai stato organizzato. Tutto merito di Tavolara e della sua penisola "Spalmatore di terra": è qui che, nel 2012, è stato scoperto - e in parte indagato - il primo insediamento stanziale dell'età del Rame targato Gallura. Un insediamento appartenente alla cosiddetta "CUltura di Monte Claro" (2500-2100 a.C.). Nello scavo, durato solo 15 giorni, sono stati indagati 225 mq nei quali sono stati rinvenuti due fondi capanna più un focolare e del materiale ceramico. Proprio la ceramica ha fatto capire all'archeologa Paola Mancini e al suo compagno di studi il geologo Paolo Orrù (università di Cagliari e AMP Tavolara) la stanzialità di questo insediamento. Gli studi sul villaggio di Tavolara sono ancora agli albori, ma le ipotesi sono affascinanti. Secondo il geologo Orrù, nell'età del Rame, la linea di costa era molto differente: probabilmente parte del villaggio è sotto il mare. Ma per avere certezze su questa teoria bisogna indagare la "beach rock". L'altra scoperta che conferma la stanzialità degli umani nell'età del Rame in Gallura è ancora tutta scavare, ma anch'essa riscrive ciò che gli archeologi credevano su questo determinato periodo storico. A Sa Paulazza, tra Olbia e Telti, è stato trovato un altro insediamento dell'età del Rame. A riconoscere i cocci sul terreno è stato un medievalista olbiese, Agostino Amucano, che ha subito avvertito la collega Paola Mancini. Anche questo insediamento è stanziale, ma - a differenza di quello trovato a Tavolara - deve essere ancora scavato. Queste due scoperte olbiesi riscrivono radicalmente la storia dell'età del Rame in Gallura. Per questo Paola Mancina ha affermato che non bisogna parlare per luoghi comuni. Troppo spesso nell'archeologia si dà per assodata una teoria solo perchè non si è trovata la conferma per la teoria opposta. Questo ritrovamento insegna agli archeologi che, sinchè non si trovano certezze materiali, le certezze "teoriche" rimangono solo teorie.