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Olbia, operaio morto nel cantiere: interviene la Cgil

Dopo la tragedia l'intervento della Cgil Olbia Tempio

Olbia, operaio morto nel cantiere: interviene la Cgil
Olbia, operaio morto nel cantiere: interviene la Cgil
Olbia.it

Pubblicato il 26 February 2024 alle 12:01

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Olbia. Una tragedia ha scosso Olbia nel pomeriggio di sabato, quando un incidente sul lavoro ha posto fine alla vita di un operaio originario del Kosovo, 40 anni, impegnato in un cantiere situato in via Londra.

Le prime informazioni indicano che l'uomo sarebbe caduto da uno dei ponteggi mentre si trovava sul luogo per svolgere un compito apparentemente innocuo: scattare delle fotografie. Questo ennesimo episodio drammatico sottolinea un problema persistente nella nostra comunità: gli incidenti e le morti sul lavoro.

Danilo Deiana, Segretario Confederale CGIL Olbia - Tempio e Hassan Benbouzid, Responsabile Fillea CGIL Olbia-Tempio sottolineano: "Nel solo 2023, nella regione della Gallura, sono stati registrati 44 infortuni sul lavoro, mentre nei primi due mesi del 2024 si sono già verificati 9 incidenti, di cui uno fatale (con l'ultimo avvenimento, si contano ora 2) e due gravi con conseguenze permanenti. La questione della sicurezza sul lavoro, e in particolare all'interno dei cantieri, richiede un approccio serio e strutturato. È fondamentale che i committenti si assumano la responsabilità di controllare e garantire che le ditte appaltatrici rispettino gli stessi rigorosi standard di sicurezza imposti dalle normative interne. La nostra solidarietà e le nostre più sentite condoglianze vanno alla famiglia dell'operaio deceduto, che oggi piange la perdita di un essere caro. È urgente intervenire con decisione su questo fronte".

"Di seguito, presentiamo delle priorità che richiedono azioni immediate:
Avviare una campagna straordinaria di controlli da parte degli organi di vigilanza, preceduta da una significativa assunzione nei dipartimenti di prevenzione delle ASL e nell'Ispettorato del Lavoro nazionale.
Sospendere l'erogazione di finanziamenti alle imprese che non rispettano i requisiti di legalità, inclusi gli accordi contrattuali, e che non garantiscono condizioni di lavoro sicure e conformi alle normative sulla salute e sicurezza.
Implementare un modello di qualificazione delle imprese e un sistema di "patente a punti" per l'accesso alle gare di appalto, sia pubbliche che private. Incrementare gli investimenti nella ricerca dell'INAIL per migliorare la comprensione delle dimensioni del problema degli infortuni e delle malattie professionali, nonché delle tecnologie utili alla loro prevenzione. Integrare l'educazione sulla sicurezza sul lavoro nei programmi scolastici fin dai primi anni di studio.
Garantire che l'informazione, la formazione e l'addestramento siano considerati diritti fondamentali e obblighi di ogni datore di lavoro e lavoratore. Assicurare il pieno rispetto dell'obbligo di formazione per i datori di lavoro.
Rivedere le norme degli appalti pubblici per garantire risorse adeguate per la salute e la sicurezza sul lavoro, estendendo tali regolamentazioni anche agli appalti privati.
Garantire l'autonomia completa del medico competente nel svolgimento delle sue funzioni. Potenziare i servizi sanitari e socio-assistenziali per gli infortunati e i lavoratori affetti da tecnopatie, utilizzando i fondi appositi disponibili".

Concludono Danilo Deiana, Segretario Confederale CGIL Olbia - Tempio e Hassan Benbouzid, Responsabile Fillea CGIL Olbia-Tempio: "Chiediamo un incontro urgente con il Prefetto per avviare un dibattito costruttivo su questi temi vitali per la sicurezza dei lavoratori".