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Cronaca

Olbia, ancora caos nei cieli: cancellati altri 28 voli

Olbia, ancora caos nei cieli: cancellati altri 28 voli
Olbia, ancora caos nei cieli: cancellati altri 28 voli
Angela Galiberti

Pubblicato il 02 July 2016 alle 11:51

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Olbia, 02 Luglio 2016 -È ancora molto complicata la situazione all'Aeroporto Costa Smeralda di Olbia: anche oggi Meridiana ha dovuto cancellare 28 voli tra arrivi e partenze. Su Milano e Roma volano i Boeing 767 per limitare i disagi ai passeggeri, ma la protesta sui social di chi è rimasto coinvolto sta mondando.

Intanto, sul fronte esuberi ci sono stati dei miglioramenti: i dipendenti licenziati e messi in cassaintegrazione più mobilità sono passati da 406 a 300. Ciò non placa, però, la rabbia dei sindacati che non hanno firmato l'accordo al Ministero dello Sviluppo Economico qualche giorno fa. Usb, Cobas e Apm, in un comunicato stampa ufficiale, criticano senza mezzi termini le azioni dell'azienda, giudicate dai sindacati come "disorganizzate".

"In riferimento agli accadimenti degli ultimi giorni, registriamo diverse reazioni da parte deilavoratori, ma anche –ovviamente- tra gli utenti diretti e indiretti dei voli Meridiana.Il paradosso più grande sta nel fatto che i primi ad essere a disagio per quanto sta accadendonell’ambito della regolarità dei voli sono proprio i dipendenti. Come se questa fosse una loro direttaresponsabilità e non della dirigenza aziendale che fino al loro ultimo giorno in servizio haprovveduto e continua a pescare nel torbido e ad aumentare la confusione cercando di spingerequanti più possibile ad accettare di abbandonare spontaneamente il proprio posto di lavoro - scrivono Usb, Cobas e Apm -.Un paradosso perché i dipendenti di Meridiana sono da sempre i primi ad essere interessati delbuon funzionamento della ”propria” azienda, di fatto il vero motore di questa, mentre la dirigenza,finora così attiva e propositiva nel chiudere nel peggiore dei modi la vertenza ed ora totalmenteassente nell’affrontarne gli effetti da lei stessa creati, sta spiccando per il totale disinteresse emancanza di iniziativa.Infatti lo scempio si è consumato in maniera volutamente confusa, tra lettere contraddittorie edichiarazioni inquietanti dall’azienda ai lavoratori ed in asettici comunicati nei confronti dei clienti edei media, mentre la stessa ENAC è intervenuta sulla composizione equipaggi prevista dallaCompagnia".

Secondo i tre sindacati che non hanno voluto firmare l'accordo, quest'ultimo non evita il "massacro sociale". "Quello che invece appare ormai chiaro, è che negli accordi sottoscritti al Governo non è stato fattoneanche il "minimo sindacale" per evitare un massacro sociale che invece poteva essere affrontatoe regolamentato in modi assai diversi e senza vessare, anche economicamente, i propridipendenti - continuano i tre sindacati -.La totale disorganizzazione aziendale, unita allo sconforto dei dipendenti non poteva che portare aquanto stiamo assistendo.Finora siamo stati tutti concentrati sulla realtà dei licenziamenti: i sindacati impegnati ad assisteregli associati, mentre l’azienda ha giocato sulla pelle dei dipendenti per aumentare i numeri deifuoriusciti.Lo tsunami si è abbattuto; noi ovviamente faremo tutto quanto in nostro possesso pertutelare i nostri iscritti dalle palesi ingiustizie subite, ma tutte le parti in causa dovrebberoda subito chiedersi come ricostruire e ridare un minimo di certezze e prospettive a tantilavoratori di questo paese: dall'esistenza di un partner finora mai apparso ufficialmente, allaverifica degli organici di ogni singola categoria necessari per far volare una compagnia aerea, aglistrumenti rimasti inutilizzati, alle modalità stesse di "prelazione" (precedenza) del personale.In questo senso, per rifare il punto con i lavoratori e ribadire il nostro impegno in una vertenza chenon possiamo dire conclusa fino a che non verrà fatta chiarezza e giustizia, ricordiamo le prossimedate ufficiali cui invitiamo tutti i lavoratori a partecipare: assemblea generale ad Olbia il 4 lugliodalle ore 15.00 e sciopero il 5 luglio.Tra gli auguri che ci facciamo, c’è quello di vedere la dirigenza in carica, trattata per come simerita, in relazione ai risultati prodotti negli ultimi anni, ma massimamente negli ultimi giorni.Chi distrugge non può candidarsi a ricostruire".