Thursday, 05 June 2025
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Pubblicato il 29 May 2025 alle 09:00
Olbia. A differenza di altri cantieri cittadini fermi da settimane – come quello del parco con palazzetto in via Mosca o la ciclabile fotovoltaica che dovrebbe portare a Pittulongu – nell’area tra Sacra Famiglia, Olbiamare e Mogadiscio il progetto ITI va avanti. Nonostante qualche ritardo, i mezzi e gli operai sono quotidianamente presenti sul campo e i lavori procedono, trasformando passo dopo passo uno dei tratti più belli e dimenticati del golfo interno.
Il maxi intervento di rigenerazione urbana punta a ridare valore a un’area che si estende dalla spiaggia di Mogadiscio fino a Poltu Quadu, con un parco sul mare e numerosi servizi per residenti e visitatori. L’intero cantiere coinvolge tratti di costa, zone interne e spazi verdi, con la realizzazione di camminamenti, piste ciclabili, ponticelli, aree fitness, parchi giochi e punti panoramici.
Nel tratto tra Mogadiscio e la zona retrostante la Sacra Famiglia sono già visibili aiuole, una piccola piazza e strutture in vetro e cemento mentre è previsto anche uno skatepark omologato per competizioni di livello internazionale.
Il progetto ITI prevede inoltre il recupero dell’Isola Lepre, dove verranno preservati gli habitat naturali frequentati dai fenicotteri e che un tempo ospitava edifici storici. Un ulteriore tassello in un piano che vuole essere anche ambientale, oltre che sociale e urbanistico.
Altro asse portante è la rete ciclabile: il tracciato collega già l’ex ponte di ferro a via Roma, attraversando zone come Poltu Quadu e l’ex cantiere Moro. Qui, grazie all’intervento, sono stati rimossi decine di vecchi pontili. L’obiettivo finale è ambizioso: connettere tutta la costa olbiese da Pittulongu a Murta Maria, integrando le piste dell’ITI con quelle in fase di progettazione da parte del Cipnes e del Comune.
Secondo quanto indicato nella relazione generale del progetto, il cantiere rappresenta una delle operazioni più complesse di rigenerazione urbana in città e coinvolge direttamente anche il teatro Michelucci, oggetto di un intervento di recupero architettonico e funzionale anche se purtroppo, ancora oggi circondato da una discarica a cielo aperto, come denunciano dei cittadini.
Nell’attesa che anche gli altri cantieri si rimettano in moto, Mogadiscio continua a cambiare volto: da periferia abbandonata a futura zona verde strategica della città.
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