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Cultura, Storia

Olbia con Letizia Fraschini tra passato e futuro

L'archeologa racconta di sé e del sapere che appassiona

Olbia con Letizia Fraschini tra passato e futuro
Olbia con Letizia Fraschini tra passato e futuro
Laura Scarpellini

Pubblicato il 05 November 2025 alle 16:30

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Olbia. Nel vivace crocevia tra storia, cultura e innovazione, la recente manifestazione Musei Aperti ha trovato una voce particolarmente lucente in Letizia Fraschini, archeologa di stimata autorevolezza e figura di punta dell'evento tanto da essersi sentita definire scherzosamente la Dea Ex Machina di questi giorni legati alla cultura e all'archeologia.

L’evento che ha registrato un successo di visitatori anche a Olbia, ha offerto al pubblico l’occasione di avvicinarsi a un mondo nascosto tra stratificazioni millenarie e ricche parlate di memoria collettiva, raccontato con chiarezza e passione  anche da lei, quale donna dinamica, capace di coinvolgere chi l’ascolta fin dalle prime battute.

Letizia Fraschini è una affermata professionista che unisce rigore scientifico e spontaneità comunicativa. Nei suoi interventi spiega l’archeologia non come museo chiuso lontano, ma come lente viva: strumenti di comprensione del presente, capaci di stimolare curiosità, porre domande e offrire risposte accessibili a chiunque. La sua voce guida il pubblico attraverso periodi storici complessi con un linguaggio semplice ma ricco di competenza, rendendo tangibili scoperte, metodologie di ricerca e sfide del mestiere.

La vita di Letizia è stata, finora, un percorso di studi, sacrifici e una passione plurale che va oltre i confini della sua disciplina. Attestati di stima e riconoscimenti hanno accompagnato la sua brillante carriera, ma è nel modo in cui racconta la sua professione, e l’umanità con cui affronta ogni progetto, che risiede la sua forza: una personalità brillante che ispira rispetto e ammirazione, non solo per i successi archeologici, ma per l’impegno umano che li sostiene.

Durante il nostro incontro Letizia Fraschini apre una finestra sul metodo di lavoro, sulle sfide nell'interpretare il passato e sull’impronta etica che guida la sua passione. Una passionaria della cultura antica che, pur nel rigore della scienza, sa portare il suo sapere dove la gente vive, ascolta e domanda.

L'evento Munimenti Aperti che si è tenuto recentemente a Olbia è stato un successo. Cosa le ha lasciato?

"L’ultima avventura: Monumenti Aperti, una delle più importanti manifestazioni italiane, nata 29 anni fa in Sardegna dedicata alla valorizzazione dei beni culturali, che quest’anno è stata associata alle Giornate del Romanico in Sardegna. Da alcuni anni sono la referente scientifica e la coordinatrice del progetto culturale, patrocinato dall’Assessorato alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Olbia. È stato molto emozionante notare come durante la manifestazione i veri protagonisti siano stati gli studenti delle scuole cittadine insieme e in perfetta sintonia con grandi Professionisti della Cultura. Insegnanti, artisti, associazioni, Enti pubblici e privati hanno accolto il mio invito e tutti insieme abbiamo lavorato per regalare a noi stessi e agli altri un weekend in cui si respirasse studio, passione, unione e l’immenso desiderio di comunicare bellezza. È stato un grido di amore, un abbraccio caldo e accogliente di una città dalla storia millenaria che andrebbe curata e rispettata. A distanza di una settimana dall’evento posso affermare di essere soddisfatta, non tanto per i numeri. Certo siamo entusiasti per le migliaia di persone che hanno visitato monumenti ed esposizioni e hanno partecipato agli eventi speciali organizzati nella due giorni della manifestazione, ma l’obiettivo più grande era un altro ed è stato raggiunto: creare uno scambio generazionale e di competenze, lavorare in sintonia per il medesimo progetto, arricchirsi reciprocamente mettendo a disposizione degli altri le proprie conoscenze. Si è cercato di creare un filo logico che unisse il passato al presente, l’antico al contemporaneo. Ergo, la decisione di associare ai monumenti e alla storia antica l’arte contemporanea in tutte le sue sfumature". 

La si vede tra gli scavi archeologici e insegnare con la stessa passione nelle scuole. La  sua è stata una vita dedicata allo studio

"Sono un’archeologa libera professionista e una professoressa liceale. Due professioni che amo tantissimo e che mi regalano ogni giorno grandi soddisfazioni. Già da bambina ero fortemente attratta dalla storia antica e dalla poesia, mi rifugiavo nella lettura di libri e scrivevo i miei piccoli componimenti poetici. Ricordo che in 4^ elementare domandai ai miei genitori come regalo di Natale una macchina da scrivere e con un mio saggio vinsi un premio ad un concorso letterario organizzato dai Lions Club".

C'è stato un preciso momento in cui ha scelto di svolgere la professione di archeologa?

"Non ho avuto bisogno di scegliere, penso che il mio fosse un destino già scritto perché non ricordo di aver mai desiderato altro. Mi sono diplomata al liceo classico e penso di essere stata l’unica del mio istituto ad aver scelto di proseguire gli studi laureandomi in lettere classiche. Ho trovato nello studio della filosofia, della storia, dell’archeologia e della letteratura greca e latina la mia pace interiore, la mia linfa vitale. Ancora laureanda ho scelto di svolgere il tirocinio presso la sede della Soprintendenza di Olbia. Questa esperienza è stata decisiva. All’epoca erano in corso importanti scavi urbani di emergenza e grazie a mesi di affiancamento con i più esperti archeologi impegnati nei lavori, ho potuto imparare tutto ciò che i libri non mi avevano ancora insegnato. Mi sembrava un sogno poter lavorare nella città natale di mia nonna. E da quel momento Olbia è diventata la mia seconda casa".

Può parlarci dei suoi prossimi progetti?

"Sicuramente portare avanti il progetto di studio e valorizzazione del complesso archeologico di Monti di Deu nel mio paese, Calangianus, e continuare a studiare cercando di tematiche legate all’antropologia.Non è stato un percorso semplice il mio e sono felice di aver raggiunto tutto ciò con le mie sole forze. Mio padre lavorava nel settore della lavorazione del sughero e mia madre è una casalinga. La mia famiglia è stata fondamentale perché mi ha donato dei principi solidi come l’onestà e la perseveranza. Mi hanno insegnato che tutti possono insegnarci qualcosa e a non lasciare mai nessuno indietro".