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Pubblicato il 30 January 2020 alle 19:56
Olbia, 30 gennaio 2020 - Sono passati anni dall'ultima vertenza sindacale, ma a giudicare dalle dichiarazioni dei sindacalisti al Cipnes non esisterebbe un vero e proprio idillio da tanti anni.
Relazioni sindacali difficili in primis, ma non solo: perché dietro la posizione dura che ha preso oggi la Funzione Pubblica della Cgil ci sono i lavoratori.
Secondo Luisella Maccioni (segretaria territoriale Fp Cgil), il Cipnes starebbe portando avanti una condotta antisindacale e non rispetterebbe alcune clausole del contratto collettivo nazionale e di quello integrativo (scaduto, quest'ultimo, da tempo).
"Il contratto prevede un premio di produzione basato sulla valutazione del lavoratore. Noi non siamo contro la valutazione del personale: è giusto che chi produce e lavora bene cresca - spiega la segretaria Maccioni -, ma le valutazioni devono seguire dei criteri oggettivi. A parer nostro questo premio è discrezionale. Il Cipnes è o non è un ente pubblico? Come tale dovrebbe comportarsi".
Il Cipnes ha 220 dipendenti ed è il più importante e grosso consorzio della Sardegna. "Siamo contenti se il Cipnes cresce - sottolinea Maccioni -, ma le regole devono essere rispettate".
Il premio di produzione non è poca cosa: a seconda del livello si può arrivare anche a 6000 euro. Soldi che fanno comodo, specialmente di questi tempi, e che oggi sono anche un grande privilegio: il privilegio di lavorare o in una grande azienda o in un ente pubblico forte e prolifico come il Cipnes.
"In qualche caso - spiega Maccioni - parte del premio è stato persino restituito. Viene anticipato d'estate e poi, a seguito della valutazione, confermato o tolto. Immaginate cosa significa dover restituire a fine anno qualcosa che si è già speso. 1000 euro, oggi, non sono pochi".
Poi c'è il capitolo relazioni sindacali che, per la Cgil, è pessimo.
"Abbiamo un sistema di relazioni sindacali diciamo opinabile perché viene imposto. Noi facciamo le nostre rimostranze, abbiamo cercato un dialogo, ma i rapporti sindacali sono regolati da parte dirigenziale in modo chiuso. I delegati aziendali non possono decidere nulla, deve passare tutto a livello dirigenziale. Un esempio: facciamo una trattativa a ottobre 2019 con il delegato dell'ente, la trattativa va bene, ma evidentemente i temi toccati hanno disturbato la dirigenza e c'è stata una grave intromissione della dirigenza che ha bloccato il protocollo".
"Da ottobre a oggi niente - rincara Maccioni -. Poi, stranamente, convochiamo una conferenza stampa e alle 17 di ieri ci arriva la convocazione di un incontro".
La FP Cgil è pronta a denunciare tutto all'Assessora regionale all'Industria.
"Non entriamo nel capitolo assunzioni, perché non si capisce come vengono fatte", spiega Maccioni.
Tutto qua? Nemmeno per sogno: "Sono stati sanzionati dei lavoratori per aver messo un mi piace su Facebook. Stiamo arrivando a negare la libertà di pensiero?".
Si attende, a questo punto, la risposta del Cipnes.
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