Monday, 01 December 2025
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Pubblicato il 01 December 2025 alle 13:02
Olbia. "Oggi, per molti balneari olbiesi, è una giornata da dimenticare. Si è avverato ciò che ITB Italia da diversi anni sta sostenendo: “se non si muore di Bolkestein, si muore di PUL”. Comincia così il comunicato a firma Francesco Gambella, segretario regionale ITB (Associazione Italiana Imprenditori Turistici Balneari).
"Nella giornata odierna si è cancellato il 60% delle microaziende a conduzione famigliare presenti sul demanio di Olbia; le stesse aziende considerate un esempio virtuoso anche agli occhi della trasmissione Report di Rai 3. Oltre 450 lavoratori tra bagnini, baristi, camerieri e assistenti in spiaggia che non saranno ricollocati in quelle stesse piccole imprese per le quali hanno lavorato con grande professionalità per anni".
"L’aspetto assolutamente da condannare sta nel fatto che, nonostante le tre pec inviate già da un anno e mezzo all’Assessorato di riferimento, nessuna interlocuzione è finora avvenuta a riguardo con la nostra categoria. Le decisioni prese all’interno dei PUL sono state maturate solo ed esclusivamente in totale solitudine, senza alcun ascolto, nonostante i numerosi tentativi di dialogo da parte nostra e nonostante i 100 milioni che gli olbiesi, inclusi i balneari sborseranno per questo PUL.
Gli spazi dedicati ai servizi, di fatto, acquisteranno un valore economico enorme, rendendo così il turismo balneare solo ed esclusivamente per ricchi: i prezzi attuali, infatti, saranno da dimenticare".
"Inoltre, il nostro augurio è che negli spazi liberi non si crei un carico antropico – che nelle concessioni è da ordinanza limitato - tale da obbligare l’Amministrazione a rendere tutte le spiagge del Comune a numero chiuso. L’ipotesi è che, d’ora in poi, una famiglia di 4 persone, per poter trascorrere una giornata al mare, senza usufruire dei servizi docce e bagni pubblici (quelli esistenti sono collegati ad attività commerciali private), debba districarsi tra prenotazioni tramite app e pagare una sosta di almeno 35 euro, sempre, ovviamente, se rientra tra i fortunati che potranno accedere alla spiaggia. Il tutto sarà sicuramente utile per le casse comunali, ma non per i fruitori".
"Altro aspetto non secondario, con questa programmazione, la sicurezza della balneazione rischia di non poter essere garantita, basti pensare che i fondi destinati ad alcune postazioni di salvataggio sul territorio di Olbia, sono sufficienti a coprire i costi per un solo mese, rendendo necessario il solo posizionamento di cartellonistica dedicata in sostituzione del bagnino. La non attenta lettura dell’ordinanza di sicurezza balneare della capitaneria di porto ha reso possibile il posizionamento errato delle poche postazioni di salvataggio previste da PUL".
"Gli attuali balneari, cancellati con un colpo di penna, in caso di futura pubblicazione di quei bandi di gara che mai auspichiamo, rischiano, inoltre, di non poter partecipare perché, per come è disegnato il litorale, verrebbero esclusi a favore di veri e propri potentati economici. Queste scelte e questa programmazione, che avvengono in un periodo storico, non solo per l’Italia ma per l’Europa intera, di crisi economica pesantissima, sono quanto mai inopportune".
"Non capiamo, inoltre, il perché si sia scelto di approvare un PUL già datato e superato, in quanto basato su vecchie linee guida che, già dal prossimo inverno, verranno riviste, come da Delibera regionale emanata a fine anno 2024. Altri comuni, infatti, tra tutti quello di Arzachena, hanno scelto di attendere l’emanazione delle nuove linee guida prima di poter mettere mano alle varianti. Atteggiamento, questo, che noi riteniamo responsabile, soprattutto per le casse pubbliche. Dopo questa approvazione, confidiamo nell’attenta valutazione della Regione Sardegna alla quale, stante la solida e sincera interlocuzione e collaborazione, esporremo tutte le nostre titubanze sui gravi errori che porta con sé questo PUL, ma anche proposte concrete e funzionali per la stesura delle nuove linee guida dei futuri piani".
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