Wednesday, 19 November 2025
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Pubblicato il 19 November 2025 alle 13:00
Olbia. Lo scorso 16 novembre abbiamo potuto ammiare nella cornice scintillante dell’Hotel Méridien Beach Plaza di Montecarlo l'arte dell'artista olbiese Irene Piccinnu, sfilare in passerella in occasione della 42ª edizione di The Look of the Year. Si tratta questo di uno degli eventi più iconici della moda internazionale che che da oltre quarant’anni individua i volti destinati a diventare top model globali, anticipando così tendenze e codici estetici che si diffonderanno poi sulle passerelle di Milano, Parigi e New York. Linda Evangelista, Cindy Crawford, e Stephanie Seymour Gisele Bündchen, sono solo alcune delle leggende passate da qui, mentre le vincitrici più recenti popolano le copertine dei magazine più prestigiosi.
Con oltre 50 Paesi rappresentati e più di 350.000 aspiranti modelle ai casting annuali, l’edizione 2024 ha portato sul palco 50 finalisti selezionati, trasformando così la città di Montecarlo in un laboratorio di eleganza globale. E proprio qui in uno degli eventi più seguiti dai professionisti del fashion system, la Sardegna quest'anno ha scritto una pagina memorabile grazie alla sfilata speciale “Feminas”, diretta da Luisa Cardinale.
Tra le protagoniste indiscusse l’artista e designer olbiese Irene Piccinnu ha catturato l’attenzione del pubblico internazionale con una collezione che è molto più di un’espressione stilistica: si tratta di un vero e proprio un manifesto. I suoi abiti, dipinti interamente a mano, portano sulla stoffa i volti di donne reali, simboli di resilienza, fragilità e forza. Un gesto artistico che rende ogni capo un’opera unica, capace di trasformare la passerella in un racconto visivo sull’identità femminile.
La palette dei colori, vibrante e istintiva, dialoga con linee fluide e silhouette contemporanee, raccontando una Sardegna che non è solamente tradizione, ma visione, coraggio e racconto emotivo. La Piccinnu si conferma così una voce originale dell’arte contemporanea applicata alla moda, capace di portare sulla scena internazionale un linguaggio immediato e potente.
Accanto a lei abbiamo potuto apprezzare Rosalba Piras che ha intrecciato passato e presente con accessori dal forte carattere artigianale: cappelli e borse realizzati a mano, in cui la sapienza delle tecniche sarde si fonde con un design dal gusto attuale.
A completare il trittico della creatività sarda, ecco Marinella Porru, anima del brand Preziose Creazioni, che ha imposto un’estetica luminosa e profondamente mediterranea, mettendo il gioiello al centro dell’outfit come amuleto, dettaglio stilistico e dichiarazione identitaria.
“Feminas” non è stata solo una sfilata, ma un ponte culturale: un modo per mostrare al mondo l’energia dell’artigianato sardo, la sua capacità di reinterpretarsi, la sua eleganza ancestrale. Una celebrazione dell’universo femminile che ha trovato in Montecarlo una vetrina ideale e in Irene Piccinnu una portavoce visionaria.
In un mondo della moda sempre più alla ricerca di autenticità, la Sardegna, con le sue creatrici, ha mostrato ciò che sa fare meglio: trasformare la tradizione in futuro, e il futuro in stile.
Le sue creazioni hanno portato sulla passerella di Montecarlo visi di donne stilizzati, potenti e vibranti: cosa la guida nella scelta dei soggetti femminili che popolano i suoi abiti e quale messaggio desidera trasmettere attraverso quei volti?
"I Volti di donne caratterizzano la mia arte a partire dal semplice schizzo su carta, al dipingerlo poi su varie superfici, per arrivare a portarli su tessuto. Il tessuto richiama i miei studi all'istituto d'Arte, diplomata nell'arte della tessitura e della stampa e nonostante un tentativo di spostare i miei interessi su altri materiali ritorno sempre su questo. Il dipingere queste donne nasce dal desiderio di mostrare la donna in tutte le sue peculiarità, nel suo desiderio di libertà, nel mondo, nella propria vita, un riappropriarsi di diritti, competenze e un riscattarsi da pregiudizi che la storia, la vita tende ad affibbiarle. Allora immagino questa donna, bella, libera, a volte felice, a volte triste, che percorre il mondo con i miei abiti dipinti che la rappresentano e la rendono sicura della propria forza".
Sfilare al The Look of the Year, uno degli appuntamenti più influenti del fashion system, significa misurarsi con un pubblico internazionale: come ha vissuto l’impatto emotivo e professionale di vedere la sua arte dialogare con un palcoscenico così prestigioso?
"Quando mi è stato proposto di partecipare a questa manifestazione ho pensato che le mie creazioni non erano attinenti ad un evento di questo tipo, dove l'eleganza la fa da padrona, un mondo scintillante lontano dalla mia visione di vita più semplice e modesta. Il desiderio di misurarmi però con cose a me sconosciute ha fatto da padrona, ed allora ho detto si, partecipo. L'emozione e la paura di essere fuori luogo mi hanno accompagnato fino al momento della presentazione della mia arte. Ed a quel punto la paura è scomparsa ed subentrato l'orgoglio, la felicità nel vedere che non erano fuori luogo, anzi, contribuivano a dare un tocco di unicità, di eleganza in più. Sono stata sempre abbastanza modesta rispetto a ciò che faccio, ma in un attimo tutto ciò è scomparso, mi sono sentita profondamente orgogliosa di me".
“Feminas” ha rappresentato un ponte culturale tra Sardegna e mondo: in che modo la sua identità sarda entra nel personale processo creativo e come pensa sia stata percepita dal pubblico monegasco?
"La Sardegna ha un identità forte, atavica e presente in ognuno di noi. Non è un sentimento che pensi di avere o non avere, fa parte di noi, volente o nolente e viene fuori senza che neanche te ne accorgi, ed allora i miei volti, che sì, rappresentano la Sardegna ma anche me che Sardegna sono e nel mio mondo diventano anche Dee madri. Credo che l'impatto emotivo sia stato positivo, perché la mia arte è contemporanea, legata sì profondamente alla mia terra, ma alla continua ricerca del nuovo, del mondo, del bello".
L’arte contemporanea applicata alla moda è una delle cifre distintive del suo lavoro: quali sono, secondo lei le prossime direzioni di questo linguaggio ibrido e come immagina l’evoluzione delle sue future collezioni?
"In questo momento le mie idee sono aperte a diverse soluzioni e diversi materiali, quali il legno, la carta che mi danno un pò di respiro e possibilità di ritrovare ispirazione anche nella moda, perché ogni tanto mi stufo e devo cercare qualcosa di nuovo. Il mio mondo è entrato nella moda per caso, non mi sento stilista o solo stilista, le mie idee sono aperte a tanti ambiti. Comunque sto pensando a meno colori accesi e più alle tonalità di grigio, poi chissà, ancora sto pensando".
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