Monday, 25 September 2023
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Pubblicato il 26 September 2020 alle 16:05
Olbia, 26 settembre 2020 - Prima l'incredulità, poi lo sdegno e infine l'azione: la Città di Olbia reagisce all'emergenza umanitaria come ha sempre fatto durante qualsiasi tipo di emergenza. In ordine sparso, senza un coordinamento, ecco che gli olbiesi - senza proclami, ma con un intenso passaparola - inondano di affetto (e cose materiali) i 125 migranti dell'Alan Kurdi.
Un'accoglienza, quella ricevuta dalle 10:30 di ieri, che poteva certamente essere organizzata meglio - ma questa è una storia che approfondiremo a bocce ferme, quando l'Alan Kurdi salperà alla volta di Marsiglia. Intanto, però, la Città di Olbia ha deciso di reagire con il bene alle proteste avvilenti e piene di insulti ricevute dalle 125 persone che si trovavano sopra il peschereccio dell'associazione Sea Eye. Un bene che - gli olbiesi lo sanno - non guarda in faccia a nessuno: non importa se sei un alluvionato, una famiglia povera italiana o un immigrato, l'olbiese ha di base un cuore grande e non nega il suo aiuto a nessuno. Lo fa tramite associazioni, lo fa spesso in silenzio con il passaparola di persone fidate. Lo fa anche oggi, scambiandosi informazioni preziose.
Ieri sera le prime donazioni di scarpe, vestiti e coperte sono state ritirate. Questa mattina sono state organizzate altre raccolte. Per informazioni è utile prendere come riferimento don Andrea Raffatellu e la Sacra Famiglia. Intanto, sul posto è presente la Protezione civile comunale.
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