Olbia - Nel 2012 il primo posto al "
Jacques Prévert", quest'anno secondo posto all'Internazionale "
Città di Recco".
Esilio - la creatura nata dalla penna del giornalista palaese
Claudio Inconis - non conosce confini e strappa consensi in su e in giù per lo stivale. "
Il diario di Esilio" è una raccolta di poesie che narrano le vicissitudini, le emozioni, la vita di "Esilio" che da "stato dell'uomo" si trasforma in vero "protagonista". Proprio in questa trasformazione, vale a dire il far parlare in prima persona uno stato d'animo/fisico tipico dell'essere umano, risiede il successo dell'opera di Claudio Inconis. Un'opera che tocca i sentimenti più intimi dell'uomo, comprese le paure e le azioni più meschine: i sogni, la depressione, l'amore, l'estraneità, la pena capitale, la morte, il desiderio di superare ogni limite. Esilio sembra quasi un personaggio di Shopenhauer, oscillante com'è tra il dolore e la noia. Lui è tutto: seduce, ammalia, osserva con occhi disincantati (ma ardenti) ogni particolare del mondo. E proprio perchè è così seducente e ammaliante, Esilio ci lascia su due piedi dopo averci affascinato con 39 poesie. Quasi come se la primigenia condizione esistenziale umana non si prendesse, poi, così tanto sul serio. Ma che fine farà Esilio? Che piani ha il suo autore? "Il dirio di Esilio è già tra i finalisti del Priamar di Savona - racconta il collaboratore de "l'Unione Sarda" Claudio Inconis - vediamo se saremo ammessi ad altri concorsi. Già così sono molto soddisfatto. Come esordio è andato oltre le mie aspettative". Ha altre opere in cantiere? "Vedremo se arriveranno altre idee - risponde Inconis - l'importante è scrivere quando si ha un messaggio da comunicare, quando si ha un idea, un pensiero, un filo conduttore".