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Olbia, si conclude la mostra collettiva “L’arte di amare mamma”: la parola alle protagoniste

Ecco alcune delle opere con le descrizioni degli artisti

Olbia, si conclude la mostra collettiva “L’arte di amare mamma”: la parola alle protagoniste
Olbia, si conclude la mostra collettiva “L’arte di amare mamma”: la parola alle protagoniste
Ilaria Del Giudice

Pubblicato il 19 May 2024 alle 09:00

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Olbia. Termina la mostra “L’arte di amare mamma” tenutasi in occasione della festa della mamma presso il Centro Commerciale Olbia Mare dal 10 al 16 maggio. Nata da un’idea dell’artista Ana Maria Serna, la collettiva ha visto esposte le opere di vari artisti locali i quali, ciascuno alla sua maniera, in modo originale e personale, ha voluto rappresentare l’amore per la mamma attraverso l’arte figurativa. Di seguito alcuni dei lavori esposti con le dichiarazioni degli artisti.

Daniela Albina Pilia - in Arte Nabilia art – nelle sue opere, si rifà al concetto di dea Madre collegato con l'amore incondizionato dei Sardi per la Propria terra: con la tecnica dell’astratto materico e la resa sfumata dei colori, nell’opera dal titolo “Mamma Sardegna l’isola felice” raffigura un cordone ombelicale vero, ponendo al centro una donna tipica mediterranea dipinta con lunghi capelli neri pettinati con la riga in mezzo (classica pettinatura delle donne Sarde di un tempo). Questa donna è una madre che tiene in braccio una bambina vestita di un colore rosa moto vivace. La particolarità dell’opera risiede nelle linee tra la testa, le spalle e le braccia che creano una sorta di logo a forma di cuore che, nei colori verde acqua e turchese, rievoca il colore del mare e i meravigliosi paesaggi sardi rinomati per la loro bellezza in tutto il mondo. Al centro del cuore, un secondo cuore rosso e pulsante raffigurante l’isola della Sardegna per rappresentare l'attaccamento innato verso la Madre Terra e Mamma Isola, da parte dei suoi figli. “Un sentimento forte e deciso sia di maternità che di orgoglio e identità che tutto il popolo Sardo ha per la propria Isola” spiega l’artista. Nell’opera intitolata “La nascita”, invece, rappresentata con tecnica astratta, il profilo di una donna che tiene tra le braccia un minuscolo fagottino, rappresenta il momento più felice che una donna possa vivere; l’atto puro di diventare consapevolmente Mamma al termine della gravidanza. Infine, nel terzo lavoro “Turbine Amoroso materico informale” Nabilia, con colori vividi di verde lucido, crea un piccolo vortice dove in basso è racchiuso un cuore Rosso intenso, nell’intento di dare il suo personale contributo affinché anche la Sardegna possa valorizzare l’arte contemporanea.

Per Teresa Podda Orgosolo l’arte è vita, un balsamo per l’anima. Racconta: “lI mio lavoro artistico è in continuo mutamento e nasce da una costante ricerca del modo migliore per interpretare le idee che ho su me stessa e sul mondo. Ogni pezzo che creo è contemporaneamente un’estensione del passato, da dove vengo e cosa ho imparato e un’anteprima del futuro, dove sto andando. Utilizzo la pittura, il disegno su diverse superfici tangibili come tele, pietre o bottiglie. Il mio lavoro non è orientato al bello ma è un andare oltre. Esamino gli scambi personali e universali riscontrati nella ritrattistica contemporanea, ma attraverso il colore espressivo, la luminosità e il segno gestuale, disloco la ritrattistica dalle strutture storiche e gerarchiche della madre terra sarda. Una madre che con i suoi estremi emotivi, crudi e immediati, conferiscono franchezza e immediatezza ai miei lavori. Ogni figura rivela intensità viscerali ed emotive. Se uno spettatore si ferma anche solo per un momento per vedere e riflettere su una mia creazione, capisco di aver colto nel segno”.

Donne sempre in movimento

Mozokd, invece a proposito della sua opera dichiara: “Da sempre impiegata dagli esseri umani come simbolo dell'autorità divina, l'aquila è l'animale che più di tutti ha incarnato il potere spirituale e materiale sugli uomini. Per me una madre è come una aquila per la sua forza coraggio”.

Ilaria Manias, spiegando la sua opera dice: “In questo disegno l’albero ripresenta le mie radici: i miei genitori, in particolare la mamma; il cuore ripresenta l’amore che provo verso di lei mamma. Ho cercato di rappresentare a modo mio e seguendo le mie emozioni e sentimenti cos’è per me la mamma. Il giorno della festa della mamma é un giorno bellissimo perché festeggiamo colei che ci ha messo al mondo, che ci sostiene in ogni decisione che prendiamo, giusta o sbagliata che sia, e soprattutto che ci supporta nei momenti difficili”.

Tania Mura porta alla mostra 3 fotografie di mamme in dolce attesa come massima espressione dell’amore e cita per spiegare la sua arte Tagore: “Il bambino chiama la mamma e domanda: “Da dove sono venuto? Dove mi hai raccolto?” La mamma ascolta, piange e sorride mentre stringe al petto il suo bambino. “Eri un desiderio dentro al cuore.”

Janari Delitala, con il suo dipinto intitolato “La mamma tibetana” da un chiaro messaggio di sensibilizzazione contro il razzismo, lo sfruttamento minorile e la povertà.

Enrico Deiana, spiega così il suo lavoro: “Ho tratto ispirazione da una storia narrata nei Vangeli apocrifi; Gesù bambino che diede vita a 12 passeri d'argilla. Nell'opera ho rappresentato una ragazza che modella delle colombe con dell'argilla, ricavandola dalla terra. È la rappresentazione del potere creativo in atto. In sequenza temporale si vedono le colombe che partendo da un cumulo d'argilla, spiccano il volo. Vicino ai piedi della ragazza, sfocia una fonte d'acqua, simbolo di vita. Nello sfondo il potere devastante della natura, che può donare la vita o sentenziare la morte”.

Infine, l’organizzatrice dell’evento Ana Maria Serna, avendo partecipato alla mostra anche in quanto artista, dichiara relativamente alla sua opera: “In questo dipinto ho voluto esprimere tutto l’amore che una madre può provare per i suoi figli, e come loro imparano ad amarla al ricevere le sue cure. Ci sono anche delle rose che significano che con l’amore tutto può fiorire”.