Thursday, 14 August 2025
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Pubblicato il 14 August 2025 alle 09:56
Olbia. Da settimane ormai, il cuore pulsante del centro storico di Olbia si è trasformato in uno scenario indecoroso che mette a rischio sia la salute pubblica che l'immagine turistica della città. In via Porto Romano, una delle arterie principali che collegano il centro alle zone di maggior passaggio turistico, una copiosa perdita di acque reflue sta creando una situazione di emergenza igienico-sanitaria che non può più essere ignorata.
La segnalazione arriva direttamente dai cittadini che quotidianamente si trovano a dover convivere con questa situazione degradante. L'odore nauseabondo, riferiscono i residenti, si avverte già svoltando l'angolo tra via Angioy e via Porto Romano creando un impatto olfattivo che precede di molto la vista del problema. La situazione diventa ancora più critica quando si considera che l'acqua maleodorante scorre proprio lungo quelle che dovrebbero essere le strisce di delimitazione pedonale, costringendo cittadini e turisti a una scelta drammatica: evitare completamente la zona oppure letteralmente camminare sulle acque di scarico fognario. Queste scorrendo lungo la via si fermano all'angolo di Via Delle Terme creando una pozza di acque reflue che non passa inosservata.
Per una città che basa gran parte della sua economia sul turismo e che in questo periodo dell'anno vede transitare migliaia di visitatori nelle sue vie storiche, la situazione rappresenta non solo un problema di decoro urbano, ma una vera e propria emergenza reputazionale. Sorge spontanea una domanda fondamentale che dovrebbe essere al centro del dibattito pubblico: è possibile che questa perdita sia il sintomo di un impianto fognario obsoleto, incapace di sopportare il carico antropico che caratterizza la stagione estiva?
Olbia, come molte città turistiche della Sardegna, vede moltiplicarsi esponenzialmente la sua popolazione durante i mesi estivi. Alberghi, ristoranti, locali commerciali e le migliaia di turisti che affollano le sue strade mettono a dura prova infrastrutture che spesso risalgono a decenni fa, progettate per una realtà demografica completamente diversa da quella attuale. È tempo che amministrazione comunale, tecnici specializzati e rappresentanti delle categorie economiche si siedano attorno a un tavolo per affrontare seriamente questa problematica. Non si tratta solo di riparare una perdita, ma di valutare l'adeguatezza complessiva del sistema fognario cittadino rispetto alle esigenze di una moderna destinazione turistica.
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