Sunday, 10 August 2025
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Pubblicato il 10 August 2025 alle 08:43
Olbia. Cari lettori, eccoci con un nuovo numero della nostra rubrica “Pillole di benessere e crescita personale”, questa volta per indagare una dimensione importante della vita: l’intricato mondo delle relazioni umane con tutta la complessità delle dinamiche che si creano quando le persone interagiscono tra loro. Cosa portiamo in una relazione? Da quale presupposto partiamo quando ci relazioniamo con gli altri? Perché, spesso, si verificano incomprensioni che portano ad alimentare conflitti che, alla fine, diventano loop infiniti da cui sembra impossibile uscire? Perché, nonostante le buone intenzioni iniziali e il grande bisogno d’amore che ci spinge, in quanto esseri umani, a creare legami autentici e duraturi, finiamo la maggior parte delle volte per trasformare anche le relazioni più belle in subdoli giochi di potere dove affermare la propria supremazia nella speranza di essere visti e riconosciuti dall’esterno quando siamo incapaci di auto-approvarci? Porsi queste domande e tentare di darsi le risposte potrebbe rivelarsi utile per iniziare a prendere consapevolezza dei meccanismi inconsci profondi che ci guidano in maniera automatica e che ci vedono agire in reazione agli input provenienti dal mondo che ci circonda. Tuttavia, un processo introspettivo fine e a sé stesso risulterebbe sterile in quanto non ci sarebbe di nessun aiuto nella risoluzione dei problemi che viviamo all’interno delle relazioni. Cosa fare allora? Ci viene in soccorso Paola Gallelli, psicologa, coach e trainer, esperta in dinamiche relazionali, con un consiglio tanto semplice in apparenza quanto difficile da mettere in pratica senza un buon allenamento: l’arte del saper disinnescare.
“C’è una cosa che, col tempo, ho imparato. Non tanto leggendo manuali o ascoltando conferenze, ma osservando, vivendo, amando e cadendo: l’importanza dell’imparare a disinnescare, ovvero la capacità di non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia – esordisce l’esperta - A lungo ho creduto che in amore fosse importante spiegarsi bene, farsi capire, mostrare all’altro come stavano davvero le cose. Come se ci fosse una verità da dimostrare, una bandiera da piantare. Poi, con il tempo, ho capito che non è chi ha ragione a vincere in una relazione. È chi sa amare. E, chi sa amare, sa disinnescare. Non è debole chi cede. Anzi, è proprio il contrario. Chi cede è saggio, profondo, presente. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle in cui, al momento giusto, uno dei due fa un passo indietro. E in quel gesto, compie il più grande passo avanti. Non è sottomissione. È lucidità, è amore che mette la relazione al primo posto, prima ancora dell’orgoglio”.
È vero infatti che, la pretesa di avere ragione a tutti i costi, soprattutto con chi si ama, a volte si trasforma in una battaglia assurda, quasi cieca. Diventa più importante far capire il proprio punto di vista che essere felici insieme. Si tende a voler spiegare, convincere, tenere il punto. E quando quella tanto ambita ragione si ottiene? Cosa si guadagna? In fin dei conti, è più ciò che si vince o ciò che si perde? Ecco perché la dott.ssa Paola insiste sull’arte del saper disinnescare che, come tutte le arti, fortunatamente, si può apprendere. Ma da dove incominciare? Come scegliere concretamente il bene comune, l’amore reciproco? Rinunciando a prevalere, non per paura o debolezza, ma per forza – suggerisce Paola - Una forza che nasce dal cuore, non dall’ego. Perché la ragione, quella che si impone nei litigi, raramente conduce da qualche parte. Dopo la bomba scoppiano infatti sensi di colpa, si attivano meccanismi di difesa, parte l’orgoglio, si innescano accuse e si cercano colpevoli. Il risultato finale? Silenzi densi e cuori sempre più lontani. Perché – per dirlo con le parole dell’esperta - “L’orgoglio in amore è un limite, che sazia solo per un istante, e poi, torna la fame”.
Le parole dette in un momento di rabbia lasciano segni. Si depositano nei silenzi, restano in sospeso. E questo lo sappiamo tutti. Ma allora perché lo facciamo? Perché, pur sapendo quanto può far male, scegliamo di esplodere invece di respirare? Risponde ancora Gallelli: “La verità è che spesso non abbiamo imparato a gestire le emozioni. Non ci hanno insegnato a stare con la rabbia, a contenerla senza negarla. Non ci hanno spiegato che possiamo fare un passo indietro senza crollare, che possiamo cambiare punto di vista senza perdere identità. Disinnescare, invece, non è reprimere. È trasformare. È riconoscere che quella voce che urla dentro, quel bisogno di controllo, di avere l’ultima parola è la nostra personalità ferita che si sente minacciata. È quella parte di noi che vuole dettare le regole, che misura tutto in giusto o sbagliato, in chi vince e chi perde. Ma in amore non c’è chi vince. O si vince insieme, o si perde entrambi”.
L’ostacolo maggiore al disinnescare è la convinzione che se ci arrabbiamo è perché l’altro è sbagliato. Questo pensiero ci rende ciechi. Ci fa restare fermi nel giudizio. Ma ogni volta che qualcosa “ci tocca”, ogni volta che ci attiviamo emotivamente, non è sull’altro che dovremmo puntare il dito, quanto piuttosto su noi stessi (e non per giudicarci, ma solo per comprenderci e ripartire).
“La domanda giusta non è “Perché ha detto questo?”, ma: “Cosa mi ha toccato?”. “Cosa ha a che fare con me?” E per rispondere, serve farsi un bagno di umiltà – spiega Paola - Perché spesso, dietro una reazione forte, si nasconde una ferita antica. Un bisogno non visto. Un vecchio dolore che ancora chiede attenzione. Quando si inizia a guardare dentro, invece che fuori, accade qualcosa di rivoluzionario: ci si trasforma davvero. Ed è solo da quel punto che può partire un dialogo che unisce e non divide”.
Quante volte, per orgoglio, ci rifiutiamo di cedere anche solo di un centimetro? Quante volte, anche sapendo di poter scegliere la pace, decidiamo di restare nel conflitto solo per non piegarci? Eppure, se solo ci fermassimo, se solo facessimo quel respiro, se provassimo anche solo per un attimo a guardare la situazione dall’altro lato, potremmo accorgerci di quanto sia semplice cambiare energia. Potremmo riscoprire la gioia del momento presente, la dolcezza di una connessione che si rigenera, invece che restare attaccati alla nostra ragione come a una coperta fredda, incapaci di lasciar andare. Il pensiero crea la nostra realtà. Anche se non ce ne accorgiamo. E se continuiamo a pensare che dobbiamo combattere, che dobbiamo difenderci, che l’altro deve cambiare, allora vivremo esattamente quella realtà: fatta di difese, lotte e distanza. Ma se iniziamo a pensare con il cuore, se iniziamo a vedere l’altro come un alleato e non un nemico, tutto può cambiare. Ecco i tre consigli semplici e profondi della coach:
“1. Fai un lavoro profondo su te stesso. È il punto di partenza. Le relazioni amplificano tutto ciò che abbiamo dentro: ferite, vuoti, rabbia, paure. Se non impari a disinnescare dentro, difficilmente riuscirai a farlo fuori. Serve un lavoro completo: corpo, emozioni, mente e spirito. Solo così impari a scegliere l’amore, invece della reazione.
2. Quando senti che stai per esplodere, non parlare. Respira. Metti una mano sul cuore e resta in silenzio per un istante. Le parole, se dette nell’impulso, feriscono. Il respiro ti salva. Il silenzio ti cura. Bastano pochi secondi di presenza per cambiare tutto.
3. Prima di voler essere capito, chiediti: sto capendo davvero l’altro? L’ego vuole ragione. Ma l’amore vuole connessione. Sposta lo sguardo, allarga il cuore. Perché quando comprendi davvero chi hai davanti, le difese cadono. E lì, si apre uno spazio di incontro vero.
Ogni volta che scegli di disinnescare dentro di te, stai salvando non solo una relazione, ma anche una parte di te che vuole finalmente amare senza paura”.
Disinnescare non è una tecnica. È una via di amore. Una pratica quotidiana. Un atto di presenza. E come ogni atto d’amore, comincia sempre da dentro.
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