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Cronaca

Olbia e l'alluvione: viaggio in località Mannazzu tra canne e canali tappati

Olbia e l'alluvione: viaggio in località Mannazzu tra canne e canali tappati
Olbia e l'alluvione: viaggio in località Mannazzu tra canne e canali tappati
Angela Galiberti

Pubblicato il 11 October 2014 alle 16:57

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Olbia, 11 Ottobre 2014 - Appena fuori della Città di Olbia, tra le vigne e i casolari, c'è un mondo in cui lo scorrere del tempo - in un certo senso - si è fermato. E' il mondo dell'agro, quello colpito dall'alluvione, dove scorrono liberi i fiumi olbiesi e dove in tanti vivono a contatto con la natura. Un privilegio, questo, che si paga con le continue inondazioni perché anche qui, nella campagna che circonda la città, nessuna amministrazione ha mai fermato l'abusivismo sanato in tempi più recenti. E così, in località Mannazzu, i cittadini si ritrovano a vivere in piccolo inferno mascherato da paradiso. Quel 18 Novembre scorso, in questa parte di Olbia, solo per miracolo non è morto nessuno. La gran parte dei residenti, infatti, si è ritrovata bloccata dall'esondazione che, sin dall'ora di pranzo, ha praticamente bloccato una delle poche via d'accesso: via del Nuraghe. Questa via è attraversata in due punti distinti da due torrenti che, pochi metri più avanti, diventano il Rio Sa Fossa e che, metri ancora più avanti, prende il nome del famigerato Rio Seligheddu: l'impetuoso fiume che attraversa Isticcadeddu, Zona Baratta, Tannaule e zona Stadio Nespoli. Il primo dei torrenti che si incontra scendendo da Via Vittorio Veneto è quello che, in zona Raica, ha ucciso il piccolo Enrico e suo padre Francesco Mazzoccu. E', in sostanza, il primo tratto del Seligheddu che qui, a Mannazzu, sembra un torrentello innocuo che non può far male a nessuno. Perché il tempo, in questa località olbiese, sembra fermo al 18 Novembre scorso? Come in diverse altre parti della città, in via del Nuraghe e dintorni sono ancora ben visibli le tracce dell'onda di piena che ha devastato case, orti, vigneti e attività produttive. Ci sono ancora le canne strappate dal letto del fiume, il fango denso e scuro, le cose trascinate dalla piena, i muretti abbattuti. Ma soprattutto nulla è cambiato sotto il profilo della sicurezza. Il letto dei due torrenti che cingono zona Mannazzu sono ancora pieni zeppi di vegetazione e questo sta preoccupando non poco i residenti, i quali chiedono a gran voce l'intervento del Comune di Olbia che, in altre parti della città, ha già provveduto a eliminare le canne. La vegetazione rigogliosa, però, non è l'unico problema e forse non è nemmeno il più grave. Gli attraversamenti stradali dei due torrenti in via del Nuraghe e in via dei Bronzetti sono completamente privi di protezione e non sono mai stati ripristinati a dovere. Ma c'è di più: il primo attraversamento di via del Nuraghe, quello del "piccolo" Seligheddu, è completamente ostruito dai dei massi utilizzati come "ripristino" del ponte che il 18 Novembre scorso è stato letteralmente eroso dalla piena. I residenti sono molto preoccupati per questa "opera" mal fatta e temono che, alla prima pioggia abbondante, si crei una situazione di pericolo solo perché è stato ostruito il già piccolo sfogo del torrente.