Olbia,
26 febbraio 2019 - Nel prossimo Consiglio Regionale, i cui eletti non sono stati ancora proclamati, le
donne saranno circa una
decina:
raddoppiano rispetto alla passata legislatura, ma rimangono un'esigua
minoranza rispetto al resto dell'assemblea, che rimane saldamente in mani
maschili. La
doppia preferenza stenta a decollare nel cuore dei sardi, eppure
qualcosa si muove - anche nella nostra
Gallura, dove i consiglieri eletti saranno tutti
uomini. Tra le donne più votate dell'isola vi è
un'olbiese: è
Patrizia Desole che, con i suoi - ancora non definitivi (manca Budoni) -
2.307 voti diventa la
donna più votata della Gallura. Un successo
personale importantissimo, costruito lavorando duramente a testa bassa all'interno di una lista forte e credibile.2.307 voti che dicono una sola cosa: quando le donne si candidano con
convinzione, con un progetto politico serio e
non per riempire una lista, vengono votate. Patrizia Desole, in questi anni, ha dedicato molta parte della sua vita alle
altre donne: quelle schiacciate e vilipese dalla violenza di genere. Argomento, in una Italia ancora troppo spesso fieramente attaccata alla misoginia e agli stereotipi,
che non appassiona certamente le masse. Eppure, Patrizia Desole non smette mai di dichiararsi fieramente femminista, di lottare contro le discriminazioni di genere, di cercare collaborazione nel mondo maschile alla
pari e non da
subalterna. In silenzio, la consigliera Desole - presidente di Prospettiva Donna - ha piantato semi che stanno iniziando a
germogliare. Non solo per sé e per i successi personali che potrà avere in futuro, ma anche e soprattutto per
chi verrà dopo di lei. Questi2.307 voti sono un
simbolo: il simbolo del
riscatto femminile. Non devono però essere un
cuscino sul quale dormire comode. Il messaggio è chiaro: le
riempi-lista,
soprammobili elettorali buoni solo per portare avanti il maschio di turno, non hanno nulla a che vedere con la presenza femminile in politica. Se le donne vogliono contare qualcosa devono semplicemente
farsi avanti con vigore all'interno dei partiti, facendo squadra e prendendo
fieramente con le unghie e con i denti ciò che spetta loro:
non saranno certamente gli uomini a cedere il passo per primi. Patrizia Desole non entrerà in Consiglio Regionale, ma tra due anni e mezzo si rimette in discussione il governo cittadino: che sia la volta buona per vedere Olbia finalmente guidata a
trazione paritaria e giovane?