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Cronaca

Olbia, Conferenza Rischio Idrogeologico: Mancini apre il convegno

Olbia, Conferenza Rischio Idrogeologico: Mancini apre il convegno
Olbia, Conferenza Rischio Idrogeologico: Mancini apre il convegno
Angela Galiberti

Pubblicato il 07 October 2016 alle 13:16

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Olbia, 07 Ottobre 2016 - Durerà tutto il giorno la cosiddetta Conferenza di Consenso dedicata al Rischio idrogeologico organizzata dal Comune di Olbia che si sta svolgendo, in queste ore, al Museo Archeologico. Un evento importante, sotto il profilo scientifico e politico, che sta vedendo la partecipazione di tantissimi olbiesi, nonché di diversi esperti nella materia.

Il convegno è stato diviso in due parti: durante la mattinata sono stati esaminati i tre progetti principali (Piano Mancini, Canale scolmatore, Olbia Futura), nel pomeriggio è prevista la parte tecnico-scientifica con alcuni dei maggiori esperti del settore.

Dopo i saluti del sindaco, Settimo Nizzi, che ha illustrato il programma del convegno, si è entrati subito nel vivo grazie al professor Marco Mancini, ordinario di Costruzioni Idrauliche al Politecnico di Milano e ideatore dell'Omonimo Piano Mancini, vale a dire lo studio di salvaguardia adottato dal Comune di Olbia con l'approvazione dell'Adis e della Regione Sardegna.

Chi si aspettava una relazione tecnica, più o meno approfondita, del Piano Mancini è rimasto deluso. L'ingegner Paolo Mancini ha preferito dare alcune informazioni basilari, cercando di spiegare perché alla fine si è preferito per scegliere le vasche di laminazione.

Due sono stati i parametri sui quali l'equipe che ha elaborato il piano ha dovuto basarti: da una parte i modelli matematici, dall'altro le indicazioni della politica che ha chiesto espressamente un progetto modulare e poco impattante.

Olbia ha un reticolo idrografico molto complesso e i due bacini più delicati sono quelli del rio Seligheddu (40 km quadrati) e il rio San Nicola (20 km quadrati). Il prima azione è stata ricostruire l'evento catastrofico per capire quanto è stato effettivamente eccezionale. "La risposta è che non si tratta di un evento eccezionale", ha detto senza mezzi termini il professor Mancini, ricordando le alluvioni del '79, del 2013 e del 2015: una sequenza temporale, secondo l'ingegnere, fondamentalmente molto breve.

Una volta analizzato l'evento, le portate di piena, la velocità dell'acqua, si è passati a studiare le possibili soluzioni al problema partendo dal cosiddetto canale di gronda. "Si tratta di un'idea di buon senso - ha continuato Mancini -. C'era un'idea abbozzata che riguardava un canale irriguo e siamo partiti da lì. Abbiamo analizzato il progetto e abbiamo studiato un profilo che arrivasse a scolmare tutte le portate. Per funzionare, il canale di gronda deve prendere l'acqua e deve intersecare i fiumi nel giusto modo". I progettisti hanno riscontrato delle difficoltà oggettive e hanno messo da parte il progetto, dando vita al Piano Mancini.

"L'idea principale del Piano - ha spiegato il dottor Mancini - è far scorrere l'acqua nel reticolo naturale, adeguandolo. Le vasche di laminazioni servono per ammortizzare una piena con tempo di ritorno a 200 anni". Le vasche, dunque, ammortizzano le piene "eccezionali" dando modo al reticolo olbiese di smaltirla più lentamente. Il reticolo, per contro, viene adeguato a una piena con 50 anni di tempo di ritorno: ciò consente di eliminare il famigerato Hi4 dalle zone a rischio. "Le vasche sono state messe nei posti morfologicamente possibili", ha precisato Mancini.

Dopo il Piano Mancini sono stati illustrati il Canale Scolmatore dall'ingegnere Nicola Todde e Olbia Futura dal professor Adelio Pagotto e dall'ingegner Dario Arnone. Durante il pomeriggio si affronteranno temi tecnici quali la specificità del rischio idrogeologico di Olbia, gli aspetti geologici della città, l'impatto strutturale del dissesto idrologico.