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Olbia. Sacramenti, divorzi, convivenze: parte il Centro di Ascolto per i fedeli

Olbia. Sacramenti, divorzi, convivenze: parte il Centro di Ascolto per i fedeli
Olbia. Sacramenti, divorzi, convivenze: parte il Centro di Ascolto per i fedeli
Angela Galiberti

Pubblicato il 13 October 2018 alle 13:41

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Olbia, 13 ottobre 2018 - Ridare sollievo, rispondere alle domande, tendere una mano amichevole e riavvicinare le persone alla Chiesa: questi sono gli obiettivi ambiziosi, e profondamente umani, del progetto In.C.a.s.a. (da qui in poi INcasa), acronimo che significa Incontro, consulenza, accoglienza, sostegno e ascolto.

Il progetto è stato presentato questa mattina presso la Casa Vescovile della Diocesi di Tempio-Ampurias a Olbia da don Theron Casula e don Mauro Bucciero. Intanto, le coordinate: il Centro di Ascolto diocesano INcasa si trova in via Cagliari, a Olbia, ed è aperto due giorni a settimana (lunedì e venerdì nelle fasce 10-12 e 16-19).

Per arrivare ad aprire questo Centro di ascolto, la Diocesi ha compiuto un percorso articolato, coinvolgendo - tramite dei corsi specifici - alcune professionalità (medici, psicologi, avvocati, educatori) con due finalità: avere il supporto di questi professionisti, ma anche raggiungere il più alto numero di fedeli sul territorio.

Il servizio si rivolge, infatti, a tutti coloro che per un motivo o per un altro si trovano in una condizione di fragilità interiore dovuta a una serie di circostanze che impediscono la serena frequentazione della chiesa e l'avvicinamento ai sacramenti.

Si tratta di un particolare tipo di disagio sociale legato alla sfera intima della fede, alle situazioni famigliari e al rispetto dei precetti religiosi che la dottrina impone, che crea situazioni di grande sofferenza non solo interiore, ma anche nello stesso equilibrio della famiglia.

Per chi ha fede e segue la religione cattolica, infatti, non poter accedere alla comunione o non potersi sposare è motivo di grande sofferenza e la sofferenza, si sa, può trasformarsi in molte cose.

Alla base di tutto il progetto vi è Amoris Laetitia: l'esortazione apostolica sull'amore nella famiglia firmata da papa Francesco. Un testo che non modifica la dottrina, ma cambia totalmente approccio alla tematica e indica una volta per tutte la via da seguire nelle parrocchie. Addio al prete inquisitore, che decide vita, morte e miracoli del credente: papa Francesco ha cambiato le carte in tavole e ha indicato una nuova strada che non ha nulla a che vedere con il giudizio e le categorie prestabilite.

"Prima c'erano solo etichette - ha spiegato don Mauro Bucciero, che è anche presidente del Tribunale ecclesiastico -. La Chiesa diceva, con delle categorie, chi può o non può accedere ai sacramenti. Con Amoris Laetitia tutto cambia: non c'è più la categoria, ma c'è la persona con la sua storia e c'è un possibile percorso da seguire. Il Papa ci invita all'ascolto e noi, con questo centro, vogliamo ascoltare".

Don Bucciero elenca situazioni in cui moltissimi fedeli si ritrovano: famiglie allargate, divorzi alla cui base c'era della violenza, condizioni economiche che impediscono il matrimonio, il rifiuto da parte del partner di sposarsi in chiesa, un percorso di fede iniziato recentemente e così via, all'infinito.

I parroci illuminati non hanno mai posto veti, ma questi parroci illuminati non sono poi così tanti, visto il grado di allontanamento che vi è nei confronti della Chiesa. "La gente ci dice spesso che siamo lontani", sottolinea Bucciero ed è per questo che nasce il centro.

Un centro che è per sua natura inclusivo: non è rivolto solo agli eterosessuali che, magari, convivono more uxorio, ma anche alla vasta platea omosessuale credenteche si trova in difficoltà nel frequentare la Chiesa e per questo soffre.

Il Centro ha l'obiettivo di rispondere alle domande più comuni, ascoltando tutta la storia della persona che in quel momento ha di fronte perché risposte univoche non ce ne sono, ma possono esserci percorsi personalizzati. "In ultimo non siamo noi a dover dare una risposta, ma sta alla coscienza del singolo credente", rimarca don Bucciero.