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Pubblicato il 08 May 2019 alle 20:09
Olbia, 08 maggio 2019 - Vivere con una malattia invalidante senza che questa sia riconosciuta come tale dallo Stato non è semplice, anzi: è una sfida quotidiana specie se la malattia in questione è l'idrosadenite suppurativa.
Bibbiana Spano, giovanissima olbiese di 27 anni in cerca di lavoro, lo sa bene: questa malattia scandisce le sue giornate ormai da tempo, ma ciò non le impedisce di trovare una grandissima forza in se stessa.
Una forza che le permettere di dire a se stessa che può fare tutto, anche e soprattutto lavorare.
La 27enne, una donna che nonostante la malattia è dinamica ed energica, cerca un'occupazione lavorativa a Olbia che le permetta di essere indipendente.
"Sono una persona di parola, mi impegno tanto, se inizio una cosa la voglio concludere. Mi piace lavorare - spiega Bibbiana -. Non cerco regali, vorrei essere pagata per ciò che faccio come tutti".
Perché questo articolo? Perché Bibbiana non può essere inserita nelle cosiddette "categorie protette" e quindi non può accedere ai lavori destinati alle persone con disabilità o affette da malattie invalidanti.
In questo momento storico in cui lo Stato non riconosce la sua malattia come invalidante, Bibbiana ha bisogno di qualcuno che le dia fiducia, che capisca qual è la sua patologia e che le possa garantire quel minimo di flessibilità da poter rimanere a casa quando sta veramente male.
"Mi piacerebbe fare la bidella nelle scuole o occuparmi di pulizie - continua la giovane olbiese -. Il lavoro è importante, le persone hanno bisogno della loro indipendenza".
Poi sottolinea: "Mi piacerebbe fare dei lavoriin cui possono pagarmi a ore, cioè per quello che faccio - continua Bibbiana -. I soldi servono anche per curarsi, non posso sempre dipendere dagli altri".
L'idrosasenite suppurativa, altrimenti nota come acne inversa, è una malattia molto dolorosa che va e viene: ci sono giorni "sì", in cui Bibbiana può condurre una vita quasi normale; e ci sono giorni in cui il dolore è talmente forte da costringerla a casa.
"Sono seguita da un bravissimo dermatologo che fa di tutto per agevolarmi, vivere con dei dolori lancinanti non è semplice - spiega Bibbiana -. In Svizzera questa malattia è considerata invalidante. Non solo hai una pensione di invalidità, ma quattro volte a settimana ti mandano un aiuto domestico per pulire casa".
Insomma, tutto un altro mondo rispetto all'Italia dove a Bibbiana non è riconosciuto nulla, se non dei farmaci che potrebbero toglierle la forza di lavorare e che lei ha rifiutato perché desidera la sua indipendenza di donna libera e una vita normale.
L'appello è dunque il seguente: se c'è qualche imprenditore che ha la possibilità di dare fiducia a questa giovane olbiese, si faccia avanti.
Questa è la mail con cui contattare Bibbiana: [email protected]
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