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Lettera a Solinas: "A La Maddalena è chiuso il Sistema Sanitario Nazionale"

Lettera a Solinas:
Lettera a Solinas:
Olbia.it

Pubblicato il 30 May 2020 alle 16:44

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Olbia, 30 maggio 2020 - Riceviamo e pubblichiamo la leggera firmata da Luisella Maccioni in merito all'Ospedale di La Maddalena. La lettera è stata spedita al presidente della Regione Christian Solinas.

Oggetto: Lettera aperta su Ospedale di La Maddalena Olbia, 30 maggio 2020

Nel nostro Paese è consuetudine varare riforme che hanno grandi incidenze nello smantellamento dello Stato Sociale oppure iniziative propedeutiche a chiudere di servizi fondamentali per la salute dei cittadini o nel mese di Agosto o nei momenti di emergenza. Il tutto per affermare un concetto che la politica affronta le grandi riforme o gli atti di chiusura, in splendida solitudine evitando così quel confronto con quelle organizzazioni che pur rappresentando, lavoratori, cittadini e il corpo della società vengono visti come legacci che potrebbero “rallentare” quelle necessarie e improcrastinabili riforme (secondo loro) che cambieranno gli assetti del sistema sanitario oppure, approfittando di gravi emergenze sanitarie chiudendo reparti Presidi mettendo i cittadini difronte al fatto compiuto con una formidabile giustificazione.

Tutto ciò ben si adagia a quanto è successo e sta succedendo a La Maddalena, dove atti della Ats, spesso sopra le righe, stanno tracciando la strada per la definitiva chiusura del Presidio Ospedaliero di quella città.

Questa è una politica che alla Maddalena ha radici che si perdono negli anni: si è cominciato dalla fine degli anni 80 con la progressiva eutanasia attuata dalla Difesa sull’ Arsenale Militare fino alla chiusura giustifica (sic!) dal avvio dei lavori per il G8. Si è continuato con il progressivo depotenziamento degli Enti della Difesa, fino ad arrivare ai giorni nostri con iniziative progressive mirate alla chiusura dell’Ospedale anche per poter giustificare le difficoltà al mantenere irrealizzabili promesse elettorali.

Quindi si interviene pesantemente sul sistema sanitario maddalenino già sotto attacco con i soliti tagli e con le solite riduzioni di risorse e di personale che hanno già portato alla riduzione delle prestazioni sanitarie e perciò all’allontanamento della sanità pubblica dalla Maddalena. E non stiamo parlando di “Punto Nascita”!

Sulla Maddalena si è raccontato e ci si è impegnati, con grandi promesse: c’è chi teorizzava riaperture, chi proponeva deroghe, chi potenziamenti, ma nessuno ha ragionato o evidenziato che in quella città manca la possibilità di accesso e cura per la maggior parte della popolazione. Esiste e resiste uno storytelling che attraverso una narrazione mirata fa del “punto nascita” o magari della “camera iperbarica” i cardini della chiusura dell’Ospedale di La Maddalena.

Dimenticando che a La Maddalena (esageriamo?) è chiuso il Servizio Sanitario Nazionale. Sappiamo che affermare questo è grave ma, ci siamo domandati, proprio nella emergenza Covid come era possibile che una pessima Circolare della Ats Dipartimento Attività Ospedaliere, del 11 marzo 2020, con la scusa dell’Emergenza depotenziasse i presidi minori con i servizi di Pronto Soccorso e quindi anche quello della Maddalena. E l’ospedale di La Maddalena con un servizio di emergenza urgenza diventa un punto di Primo Intervento.

Cioè significa che non solo si sono abbassate le protezioni e le sicurezze per il Covid, ma quel territorio veniva messo in condizione di non poter garantire nessuna urgenza e nessuna emergenza ma solo codici bianchi perché tutto l’altro verra dirottato In altri presidii. Erano i prodromi per mettere su le basi per la cancellazione dei piccoli ospedali, ed in particolare di quello dell’Isola di La Maddalena.

Dopo le proteste la Circolare fu sospesa, senza una assunzione di responsabilità da parte dell’Assessorato ma accollandola ad un oscuro funzionario. Ma non ci si è fermasti. Attimi di tregua per poi rilanciare ancora con più forza l’ipotesi di depotenziamento. Questa volta si opera per “carenza di personale”: l’improvvisa malattia di un medico del reparto di Medicina da luogo ad una iniziativa surreale attivata forse dalla Direzione della Asl? Oppure dall’Assessorato?, cioè quella di chiudere io reparto e trasferire, anche qui in piena emergenza Covid, i sette pazienti presenti presso il San Francesco di Nuoro attraverso 7 ambulanze con relativo personale, mentre è in vigore in Sardegna il divieto di mobilità anche per simili trasferimenti.

Anche qui dopo proteste, non ultima e forse la più forte quella messa in atto da parte degli operatori sanitari di occupare l’Ospedale, si sono trovate soluzioni tampone e palliative. Ma come tutte le soluzioni tampone hanno un termine breve. Fin qui una situazione gravissima ma che deve essere risolta anche con una laconica risposta da parte del Presidente della Regione Sardegna: “ L’Ospedale di La Maddalena deve rimanere aperto?” E se si come? No crediamo adducendo le solite risposte laconiche sul Dm 70, a noi basterebbe la riconferma del concetto presente nella cassata (?) Riforma della rete ospedaliera della Precedente Amministrazione al punto “ Assistenza sanitaria nelle Isole Minori caratterizzate da eccezionali difficoltà di accesso” dove si precisava che: “ ll riordino della rete ospedaliera prevede anche per le piccole isole opportune azioni miranti a garantire la risposta ai bisogni di salute per traumi, patologie tempo-dipendenti (cerebro e cardiovascolari), nonché in ambito ostetrico nell’area dell’assistenza pre-ospedaliera (118) e di quella ospedaliera (PS, OBI, medicina di emergenza urgenza-semintensiva)” anch’esso molto fumoso ma che potrebbe rivelarsi strategico costruendo una idea di Sanità Ospedaliera legata e strutturata alla Urgenza Emergenza ospedaliera legata ad una strutturata medicina territoriale.

E allora l’iniziativa che dobbiamo intraprendere al di là di inutili quanto vuoti populismi è quella di proporre una idea di “Ospedale” che parta dalla creazione a La Maddalena di un presidio con sede di Pronto Soccorso, istituendo un “Centro di Urgenza ed Emergenza” organizzato con un modello multidisciplinare che riunisce, nella stessa struttura, personale specialista in ambiti diversi.

Con questa semplice operazione potremmo uscire anche dalle mannaie dei tagli ai punti nascita, perché il “posto letto” rimarrebbe invariato all’interno dei posti letto così detti OBI (osservazione Breve ed Intensiva), come sarebbe garantita la presenza di personale specializzato, insomma un presidio che sia messo in grado di seguire tutte le urgenze e le emergenze garantendo una qualità della prestazione costante.

E che sia in grado di stabilizzare il paziente in attesa di eventuali trasporti verso sedi specialistiche, oppure di essere ricoverato o nella stessa o in altra struttura. Insomma una presidio che pur mantenendo gli attuali posti letti garantisca una maggiore qualità della sanità a La Maddalena, il tutto poi legato ad una politica sanitaria territoriale che dovrà essere sostanziata dal nuovo piano sanitario regionale.

Ma dovremmo ragionare anche sulla deospedalizazione che deve essere un caposaldo della politica sanitaria in Sardegna, perchè pensare di ragionare esclusivamente di Ospedale ci pone e pone tutti in estrema difficoltà perché le lucentezze che, una politica sanitaria territoriale più vicina al cittadino, può dare vengono offuscate dalle emergenze continue e dalla necessità di protezione e sicurezza che scaturiscono da un presidio sanitario. Inoltre non dovremmo dimenticarci che l’isola di La Maddalena rientra all’interno del “Fondo per le Isole Minori” previsto della Legge di Stabilità 2020.

É noto a tutti che il Fondo ha una dotazione di 14,5 milioni di euro per l’anno 2020, di 14 milioni di euro per l’anno 2021 e di 13 milioni di euro per l’anno 2022, con l’impegno di rafforzarlo ogni anno; è destinato a 57 isole minori e a 33 Comuni integralmente isolani e 6 parzialmente.

Quindi, sarebbe importante conoscere se la Regione Sardegna ha fatto proprio il Documento unico di programmazione isole minori (Dupim) e se il Comune di La Maddalena ha attivato progetti, nei punti specifici del Dupim, per ampliare la sfera dei servizi sanitari. Infine sulla Maddalena si gioca una importante partita su come l’attività d’urgenza e emergenza e la relativa territorializzazione dei servizi sanitari diventa fondante nella costruzione di un servizio sanitario non più centrato sugli ospedali.

Noi siamo disponibili a discuterne ed è su queste basi che chiediamo l’avvio di un confronto con il Presidente della Regione Sardegna e l’Assessore alla Sanità. Certi di un riscontro inviamo cordiali saluti.

La Segretaria Generale Funzione Pubblica Cgil Luisella Maccioni

La Segretaria Territoriale Responsabilità Sanità Fp Jessica Cardia