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Pubblicato il 06 January 2021 alle 07:59
Cagliari, 5 gennaio 2021 - A poche ore di distanza dalla pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree potenzialmente adatte (Cnapi) ad ospitare il deposito dei rifiuti radioattivi di tutta Italia, elaborata dalla Sogin ed approvata dai Ministri dello Sviluppo Economico, Patuanelli, e dell’Ambiente, Costa, (entrambi del M5), che indica sette Regioni che registrano i luoghi papabili per lo stoccaggio delle scorie nucleari, nell'Isola si riaccende la battaglia contro il nucleare. In Sardegna, come si rileva dalla carta Cnapi sono stati individuati ben 14 siti adatti allo scopo che vedrebbero coinvolti ben 22 comuni. I 10 siti individuati nella provincia del Sud Sardegna ricadrebbero nei territori dei Comuni di: Nuragus, Nurri, Genuri, Pauli Arbarei, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Villamar, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Guasila e Ortacesus I restanti quattro siti, individuati nella Provincia di Oristano, ricadrebbero nei territori dei comuni di Siapiccia, Albagiara, Assolo, Mogorella, Usellus e Villa Sant'Antonio. Non sono passati molti anni da quel referendum del giugno 2011 una battaglia per ribadire con forza il no alle scorie nucleari nell'Isola e ora sono numerosissimi i sardi che alzano nuovamente le barricate per difendere l'Isola dal nucleare. Il Comitadu NonucleNoscorie, numerosi sindaci con tutto il mondo politico si sono attivati subito per manifestare chiaramente iol proprio dissenso, a cominciare dal suo massimo rappresentante della Sardegna, il presidente Christian Solinas: “Indicare 14 siti in Sardegna sui 67 individuati complessivamente nel territorio nazionale per la realizzazione del deposito unico dei rifiuti nucleari rappresenta l’ennesimo atto di arroganza e prevaricazione di uno Stato e di un Governo che non hanno alcun rispetto per l’Isola e per la volontà chiaramente espressa dal Popolo Sardo, in maniera definitiva ed irrevocabile, con un Referendum ed una legge regionale”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas ha commentato la pubblicazione, nel cuore della notte, “La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano, prosegue il Presidente Solinas: dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l’industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d’Italia, da intere generazioni di giovani sardi andati a morire sui fronti del Carso, del Monte Zebio o della Bainsizza nella Grande guerra un secolo fa”, ha continuato il Governatore sardo. “Questo stesso Popolo ha sempre respinto, e continuerà a farlo con tutte le sue forze, ogni ipotesi di trasformazione dell’Isola in una pattumiera nucleare al centro del mediterraneo, con un danno irreversibile alla propria vocazione turistica ed al suo tessuto economico produttivo, prosegue il Presidente Solinas. Abbiamo una legge regionale in vigore dal 2003 che vieta anche solo il transito di scorie radioattive sul territorio regionale e dichiara la Sardegna denuclearizzata. Abbiamo svolto un referendum nel 2011 che, con un’affluenza massiccia, ha ribadito in mondo chiaro e netto con oltre il 97 per cento dei voti il no all’energia nucleare ed al deposito di scorie. A fronte di tutto questo, considerato che da decenni paghiamo un costo dell’energia superiore al resto d’Italia perché lo stato ci ha sempre negato anche il metano, è davvero paradossale, se non proprio offensivo, che il Governo, noncurante di tutti i pronunciamenti istituzionali, popolari e democratici contrari, possa pensare di indicare in Sardegna ben 14 siti di stoccaggio idonei, peraltro in zone di alto pregio ambientale e paesaggistico, ricche di testimonianze archeologiche della civiltà nuragica e difficilmente accessibili dai porti in ragione della rete viaria. Insomma, prosegue il Presidente Solinas, una scelta dal sapore neocoloniale di un Governo che pensa di poter portare distante dai propri centri di potere i rifiuti più pericolosi e dannosi, con costi e rischi aggiuntivi enormi dovuti all’esigenza di trasportare via mare i materiali radioattivi. A questo Stato centralista e prevaricatore che non ascolta la nostra voce, ad un Governo che manca di rispetto a un intero popolo e alla autonomia della nostra Regione, sordo alle nostre legittime richieste ma sempre pronto a imporre pesanti fardelli, diciamo fin d’ora, conclude il Presidente Solinas,che metteremo in campo ogni forma democratica di mobilitazione istituzionale e popolare, coinvolgendo enti locali, associazioni e movimenti, corpi sociali, istituti culturali e scientifici per contrastare questa decisione e preservare la nostra Terra da questo ennesimo oltraggio". Anche l'assessore regionale della Programmazione e Bilancio, il gallurese Giuseppe Fasolino ha dichiarato " Lo studio che indica 14 siti in Sardegna per lo stoccaggio di scorie nucleari, oltre ad essere un atto di vile prepotenza, mina la volontà più volte espressa dal popolo sardo e lo stesso tessuto socio culturale che ha reso la nostra terra unica e patrimonio di quella longevità di cui siamo oggetti di studio. Come sostenuto e ribadito dal Presidente Solinas, non esisterà prezzo, pressione o scambio che possa avvilire la nostra splendida terra. Che in nome della scienza si trovino soluzioni alternative, perché qui troveranno la porta sbarrata". Mobilitato il Comitadu NonucleNoscorie che ha rilasciato un comunicato per esprimere il proprio dissenso e la preoccupazione per una scelta fatta "nonostante il popolo sardo abbia espresso, in termini legali e ufficiali, la indisponibilità del suo territorio a subire il gravame di danni ambientali, economici e di immagine che tale deposito sarebbe per la nostra isola" precisa il comitato". Si legge ancora nel comunicato: "Sappia il governo, che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo sardo.Volontà di indisponibilità al nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali che più volte il Comitato Nonucle-Noscorie si è premurato di ricordare. Referendum, Leggi e Ordini del Giorno Regionali, Delibere dei Comuni e delle Province, Determinazione della Conferenza Episcopale Sarda". "Convocheremo il comitato, per il momento solo on-line, per alzare il livello di bardianìa in merito alla possibile individuazione della Sardegna come sito per il Deposito Unico per le Scorie Nucleari e chiederemo ai sardi di tenersi pronti alla mobilitazione di massa". In queste ore tutte le forze che da sempre si sono mobilitate contro l'arrivo delle scorie nucleari in Sardegna sono in allerta: "Il comitato si riserva di indire mobilitazioni di Bardianìa, anche nel non rispetto dei DPCM se sarà necessario. Il comitato chiarisce anche che, nel principio del “ne quì ne altrove, è pronto a collaborare con gli altri siti individuati dalla carta Cnapi della Sogin che intendono rifiutare il gravame nucleare".
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