Monday, 29 April 2024

Informazione dal 1999

Arte e Spettacolo, Bianca, Cronaca, Cultura

Olbia, il mare restituisce la nostra storia e i nostri consumi: intervista a Valeria Serra

Un viaggio tra la plastica e il mare

Olbia, il mare restituisce la nostra storia e i nostri consumi: intervista a Valeria Serra
Olbia, il mare restituisce la nostra storia e i nostri consumi: intervista a Valeria Serra
Barbara Curreli

Pubblicato il 06 April 2024 alle 07:57

condividi articolo:

Olbia. Valeria Serra è una forza della natura, come le onde del mare, quel mare che tanto ama ed è diventato la sua casa. Giornalista, artista, scrittrice, la possiamo sicuramente definire una donna dai tanti talenti e la incontriamo in occasione della sua presenza alla "Settimana Verde, un mare di piccole azioni per dare forza al Pianeta", un evento che coinvolgerà anche la nostra città nell'area del Lido del Sole, l'evento e' organizzato in collaborazione con la Fidapa, sezione Olbia. L'artista parteciperà all'incontro dibattito che si terrà al Community hub nel pomeriggio del 18 Aprile insieme al biologo marino Egidio Trainito.

Valeria Serra ha il papà originario della Maddalena, luogo in cui trascorreva le sue vacanze, nonostante sia nata nelle Marche e abbia vissuto a Milano per motivi di lavoro, il mare ha sempre avuto un forte richiamo su di lei che, alla Maddalena, dieci anni fa ci si è trasferita. Da sempre attenta al tema dell'ambiente, lei che per lavoro, parlava di mare, di viaggi e di tutela dell'ambiente, girando e ammirando il mondo e le sue preziose aree sa quanto l'uomo abbia un impatto su di esso con il suo modus vivendi.

Questo suo osservare insieme alla necessità, al bisogno di fare, usare le mani, la portava a recarsi in spiaggia e cercare tutti i legni da cui costruiva piccole barche, ma con il tempo si è resa testimone che il mare portava tanto altro e ha cominciato a trasformare ciò che ha raccolto durante le sue incursioni nelle spiagge. Lei, testimone di quanto il mare ci restituisce, ha ridato nuova vita a tutte quelle plastiche che avevano una storia da raccontare. Lei stessa ci racconta: "Ho trovato tantissimi oggetti risalenti agli anni sessanta, tanti giocattoli, oggetti degradati dal sale e dal sole, separavo e cercavo i pezzi più eloquenti." E prosegue "durante il lockdown ho recuperato delle vecchie cornici, le ho dipinte di bianco e ho trasformato tutti quegli oggetti, ho ricreato una narrazione del nostro modo di consumare degli ultimi 50 anni."  Nel corso dei suoi recuperi ha trovato tantissime plastiche, tra le cose che più l'hanno colpita un piccolo motore fuoribordo di 6 cm di un motoscafo giocattolo del 1976. "Le mie opere sono una testimonianza del disastro del nostro tempo, e mi piacerebbe che solleticassero ragazzi e bambini. Ho trovato tanti oggetti arrivati dalla Francia e dalla Spagna, il mare ti restituisce tutto, tante cose, perse anche per incuria, sicuramente una testimonianza che deve farci riflettere, si parla tanto di ambiente, tema sempre molto attuale, ma per cui forse, si può fare tanto di più."

Parlando del suo lavoro come giornalista aggiunge: "Spostandomi in giro per il mondo, anche nei piccoli atolli ho potuto vedere quanto in alcune aree si cerchi di preservare il più possibile quello che è il territorio e la natura nella sua forma più selvaggia, rispettando i luoghi stessi. Ingressi contingentati, attenzione alla flora e alla fauna, sono sicuramente piccoli grandi gesti che possono fare la differenza". Le stesse riflessioni trovano spazio anche tra i suoi diari di viaggio e nel suo libro "Le parole del mare" edito Baldini e Castoldi. In attesa di ammirare le sue opere dal vivo osserviamo questo primo universo marino in cui sono gli stessi pezzi a indicarle la via, per sistemarli, e farci leggere una storia dei nostri tempi.