Olbia, 06 dicembre 2019 - Il Tribunale del Riesame ha da poco depositato le 
motivazioni che hanno portato al parziale 
dissequestro della villa golfarancina del sindaco di Olbia, Settimo Nizzi. La Procura di Tempio Pausania, coordinata dal procuratore Gregorio Capasso, ipotizzava dei presunti abusi edilizi e per questo alcune settimane ha disposto il sequestro dell'intero immobile. Il Riesame, un mese fa, ha invece 
dissequestrato la 
villa, eccezion fatta per la 
cantina. La Procura muoveva alcune contestazioni, queste le principali: l'ipotesi di un inizio dei lavori a permesso scaduto, l'ipotesi di aver costruito in una zona sottoposta a vincolo idrogeologico e l'ipotesi di aver trasformato la cantina in altro. Il Riesame, come riporta la Nuova Sardegna, ha fondamentalmente 
accolto la tesi della 
difesa condotta dagli avvocati Sergio Deiana e Leonardo Salvemini. Secondo il Riesame, il sequestro totale dell'immobile non poteva essere fatto perché mancano le prove che i lavori siano cominciati dopo la scadenza. Mentre per quanto riguarda il rischio idrogeologico, vi è un nulla osta: quindi il permesso è presente. Sulla cantina, invece, il Riesame ha "sposato" le motivazioni dell'accusa. Ora è da capire cosa farà la Procura di Tempio, ovvero se farà ricorso in 
Cassazione. Il Riesame ha dato delle motivazioni molto tecniche in ben 8 pagine: la materia non è assolutamente semplice né pacifica, quindi le sue parole hanno un peso specifico 
importante. Quanto alla "genesi" dell'indagine, questa sarebbe stata originata da una sorta di "Olbia Leaks": vale a dire un esposto presentato alla Guardia di Finanza a inizio anno. Nell'esposto - lo ha raccontato l'Unione qualche giorno fa - sarebbero state presenti delle indicazioni in merito ad appalti del Comune di Olbia. La Finanza avrebbe compiuto le dovute verifiche, trovando l'esposto 
completamente infondato. Da questo "Olbia Leaks" sarebbero poi partiti gli accertamenti su "villa Nizzi".