Thursday, 18 April 2024

Informazione dal 1999

Bianca, Cronaca, Cultura, Musica

Olbia, Maria Pintore e la radio: una love story lunga 40 anni

Il percorso della storica direttrice di Radio Internazionale Costa Smeralda

Olbia, Maria Pintore e la radio: una love story lunga 40 anni
Olbia, Maria Pintore e la radio: una love story lunga 40 anni
Camilla Pisani

Pubblicato il 01 March 2021 alle 06:00

condividi articolo:

Olbia. Essere una voce, assomigliarle, renderla una cifra stilistica riconoscibile, assumendosi la responsabilità e il divertimento di crescere con lei: è forse questo il primo talento di Maria Pintore, gigante della radio, professionista multiforme e impeccabile punto di riferimento dell’informazione e dell’intrattenimento locale. Presentarla, facendo un sunto della sua lunga e ricchissima carriera, suona superfluo, quasi insultante: la direttrice di Radio Internazionale Costa Smeralda rappresenta un’istituzione nel settore radiofonico; del resto, quando muovi i primi passi poco più che quindicenne, continuando a mietere successi per oltre quarant’anni, è piuttosto chiaro che non si tratti di semplice fortuna ma di talento, di passione, di dedizione assoluta. “Non è tanto importante come ho iniziato, perché in quegli anni, parlo degli anni ’70, chiunque poteva avvicinarsi alla radio, perché era considerata la porta della libertà. La cosa più complicata è stata rimanere, io sono una delle poche sopravvissute di quell’ondata, e il salto è stato possibile grazie alla tenacia e alla voglia di raggiungere una meta, che per me era fare quel mestiere. Quando ho capito che la radio era la mia strada, nulla ha potuto fermarmi, e qualsiasi ostacolo si è posta tra me e il mio obiettivo sono riuscita a superarlo, mi sono buttata anima e corpo. Ho cominciato poco più che quindicenne, e ho dovuto, come accade a tutti i ragazzi, riuscire ad oltrepassare le remore materne; ma qualunque opposizione provenisse dall’esterno io la superavo. Tutti i no che mi ha detto mia madre mi hanno fortificata e resa ancor più determinata nel raggiungere il mio obiettivo” racconta la speaker radiofonica. La radio, per sua vocazione, è un mezzo di comunicazione estremamente immediato: la sua anima è contemporanea ma allo stesso tempo conserva un retrogusto analogico, vagamente nostalgico, che mette l’ascoltatore in una disposizione d’animo più rilassata, meno agguerrita, meno difensiva. L’alternanza sapiente tra puro intrattenimento e informazione è un dono, così come lo è il conoscere i tempi e il ritmo per coinvolgere chi ascolta, accompagnandone i momenti del quotidiano, catturando il giusto senza però mai appesantire. L’approccio radiofonico di Maria Pintore possiede proprio questa leggerezza “calviniana” -quella che non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore- e che forse è l’ingrediente segreto dei suoi densissimi decenni di carriera. “Ho sempre svolto il mio mestiere con grande rispetto, perché mi sono sempre immedesimata in chi ascolta, cercando di non essere mai volgare, fuori posto, imparando a mettere a proprio agio le persone. Lavorando con questa prospettiva, sono riuscita ad instaurare un rapporto molto franco, empatico, ottenendo che da quell’atmosfera di accoglienza venissero fuori lati inediti degli intervistati. Non ho mai dato attenzione all’immagine, perché ho sempre pensato che la voce, a differenza di un vestito super chic, possa colpire molto di più; la radio rivela immediatamente tutte le mancanze, se stai mentendo, se stai dicendo una cosa ma ne stai pensando un’altra, e questa è un’altra delle cose meravigliose che la radio possiede” spiega Pintore.  Il punto attorno al quale ruota il mondo della radio e di chi ci lavora è proprio questa idea di “sostanza”, di competenza assoluta e di continua evoluzione: “stare in radio significa non solo fare la speaker, ma anche essere un tecnico, un regista audio, saper fare i montaggi audio, saper cambiare un cavo o sistemare il mixer. È una scuola anche quella, e devo dire che una delle chiavi per rimanere quarant’anni dietro un microfono è stata quella di imparare, di assorbire da chiunque, di ascoltare e non semplicemente sentire” commenta ancora la direttrice di Radio Internazionale Costa Smeralda. La radio è un pilastro imprescindibile, capace di superare brillantemente i dilemmi legati all’obsolescenza delle tecnologie, che sembrano condannare inesorabilmente a morte quelle precedenti: i social imperano eppure la radio resiste, e lo fa con discrezione ma senza lasciarsi mettere i piedi in testa, rivendicando il suo ruolo; non è un caso che, durante il durissimo periodo del lockdown, Radio Internazionale Costa Smeralda sia diventata una sorta di caso mediatico. “Abbiamo, tramite la nostra emittente, fatto da ponte tra associazioni e bisognosi, creando tanti ponti arcobaleno mettendo in comunicazione chi poteva donare e chi aveva necessità. Abbiamo messo in condizione le persone di raccontarsi, raccontare questa guerra surreale ad un nemico che non sai com’è fatto; abbiamo inventato i giochi di ieri, pensando alla signora chiusa in quaranta metri quadri con tre figli, abbiamo chiamato i nostri sportivi a spiegare come fare ginnastica in casa, abbiamo organizzato delle pillole di lezioni di lingua spagnola. Insomma, siamo stati vicini alla gente, nei modi in cui ci era concesso farlo, dando una visione delle cose diversa, sempre con grande umiltà” riporta la speaker. Parlando della sua esperienza, si potrebbe facilmente cadere nei classici cliché legati alle donne che fanno carriera, vittime numero uno del pregiudizio maschilista. Anche in questo, Pintore stupisce e risistema la prospettiva, offrendo uno scenario originale: “ho avuto la fortuna, in tutte le radio presso le quali ho lavorato, di essere apprezzata per quella che sono. Non ho mai raccolto né il favore né l’ostacolo dall’essere una donna; forse perché mi sono sempre posta, più che come genere sessuale, come una voce, e una voce non ha genere, ha delle gradevolezze ma non ha necessariamente sesso. Non mi sono mai tirata indietro, cogliendo tutte le opportunità con ironia e cercando di carpire il più possibile da ogni esperienza, come ad esempio quando gli americani delle basi Nato sul Limbara mi passavano i dischi, permettendomi di contaminare l’orizzonte musicale locale con ritmi diversi e nuovi” ricorda Maria Pintore. Altro tassello essenziale è la credibilità “che si conquista anche facendo cose a dispetto della popolarità, a volte. Quando uno ci crede, va avanti nell’obiettivo di essere credibile, la cosa più importante dopo l’essere professionale” conclude la direttrice di Radio Internazionale Costa Smeralda. È caleidoscopica, accogliente, acutamente ironica Maria Pintore: si ha l’impressione, ascoltandola, di conoscerla da sempre ed allo stesso tempo che sia una sconosciuta di cui vorremmo terribilmente scoprire qualcosa di più. La sua eleganza risiede nell’aver stabilito una cifra riconoscibile ma mai scontata: nei format di Radio Internazionale Costa Smeralda il suo stile emerge sottilmente, è una filigrana nascosta che regge e insieme arricchisce, impercettibile ma preziosa. Per i grandi professionisti è sempre così: il successo non sta nel rimarcare con pesantezza il proprio valore: è un cenno, l’abbozzo di una pennellata, la nota di fondo che ti volti a cercare ad occhi chiusi.