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Olbia, lettera aperta a Nizzi: "Siamo tutti Giancarlo"

Olbia, lettera aperta a Nizzi:
Olbia, lettera aperta a Nizzi:
Olbia.it

Pubblicato il 04 November 2019 alle 13:54

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Olbia, 04 novembre 2019 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta, rivolta al sindaco di Olbia Settimo Nizzi, scritta da Rita Padre: portavoce del Comitato "Ambiente, Salute, Legalità".

Portare la voce di un comitato spontaneo di lotta civica e democratica è un compito di responsabilità, di impegno, di confronto e ponderazione continua.

Stasera, dopo aver riletto la cronaca di oggi e rimescolato freddamente realtà, sfiducia e rinnovata sfida motivazionale posto le mie riflessioni.

Ferito e contaminato il territorio sul quale è stata riversata impunemente ogni forma di pattume.

Di proprietà pubblica il territorio usato per la costruzione del campo rom di Colco’ - anni novanta - costato miliardi di lire di soldi pubblici.

Dismesso da anni e “restituito” invaso di rifiuti, a tutt’oggi ospita un edificio vandalizzato dove una volta c’erano i servizi igienici, carcasse di roulottes, scarti edili, pneumatici esausti, eternit e tanto altro.

Di proprietà pubblicail territorio usato per la costruzione del secondo campo rom di Sa Corroncedda - anni duemila - costato milioni di euro di soldi pubblici.

Per gli ospiti dei due campi il Comune di Olbia ha pagato con fondi pubblici il servizio elettrico e idrico.

Tutto in nome dell’inclusione sociale.

Nel 2018 l’amministrazione comunale di Olbia avvia il percorso di chiusura dell’insediamento di Sa Corroncedda, senza progettualità di inclusione (abitazione, scuola, salute e lavoro degli occupanti).

La fuoriuscita dal campo in mancanza di percorsi inclusivi, ha indirizzato molte famiglie rom a organizzarsi in insediamenti piccoli, a tutti gli effetti nuovi campi “privati”, costituiti da roulottes e case di legno e/o lamiera, all’interno dei quali forse manca l’acqua, la corrente elettrica, la rete fognaria, il riscaldamento.

E all’interno dei quali stanno radicando nuove attività di accumulo dei rifiuti, di estrazione del rame, di “abbrucciacchiamento” di materiali nocivi con conseguente rilascio di fumi tossici.

Il campo di Sa Corroncedda e tutta l’area circostante fino al Padrongianus vengono “restituiti” oggi stracolmi di tonnellate ancora inquantificabili di rifiuti, anche tossici.

Sa Corroncedda di fatto, rappresenta oggi la più grande discarica abusiva e illegale della Sardegna.

La bonifica di Colco’, Sa Corroncedda e Padrongianus ricadrà sulle tasche della comunità olbiese? Intendo, di quella dichiarata?

La scommessa dell’inclusione sociale - se vogliamo prendere atto della realtà - non l’abbiamo vinta, dal momento che la comunità rom, pur con tanto costoso aiuto pubblico forse, non ha mai voluto realmente inserirsi nel contesto sociale.

E non diamo la colpa agli olbiesi di questo.

Che onesti, civili, aperti ad altre culture e religioni, sicuramente non razzisti, bene hanno accettato e incluso nel tessuto sociale e lavorativo del territorio tutti gli estranei, compresi i rom.

Olbia e l’olbiesità offese da tanta inciviltà, maltrattate in cambio di tanta fiducia e - oltre al danno la beffa - oltraggiate da un’amministrazione permissiva, volutamente guercia, genericamente colpevolizzante e millantatrice.

Pronostici quelli che restano a tutti noi.

Valutazioni che toccano molteplici aspetti, da quello umanitario a quello economico.

Scommettere ancora?

Sì e ancora sì. Severamente stavolta, col controllo costante.

Sul recupero di chi realmente vorrà e dimostrerà di volersi integrare e rispettare il bene e la regola comune; sul recupero dei minori, assolutamente incolpevoli dello scadimento che li circonda e sulla loro imprescindibile scolarizzazione.

Stasera più che mai il mio messaggio è ‘Io sono Giancarlo’.

Tutti noi siamo stati o forse siamo o forse saremo Giancarlo.

Con la speranza che chi ha titolo professionale nel servizio sociale raccolga a nome di Olbia e dell’olbiesità questo messaggio.

Rita Padre - Comitato Ambiente, Salute, Legalità