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Pubblicato il 25 September 2018 alle 13:04
Olbia, 25 settembre 2018 - Continua a imperversare l'inciviltà a Olbia e continua a farlo anche nei siti di interesse storico: quelli che raccontano la storia della città, delle sue genti, un glorioso passato che merita rispetto.
La foto in copertina e quelle sotto al testo di questo articolo ritraggono, ancora una volta, l'acquedotto romano: un sito archeologico molto bello, immerso nel verde, che per tutta questa estate è stato ostaggio dei lanciatori di sacchetti.
Puntualmente, dopo ogni pulizia, ignoti inquinatori tornavano sul posto per sporcarlo con buste di spazzatura: a volte poche, a volte tante. Un gesto ignobile che continua a ripetersi. Le foto di questo articolo sono state scattate ieri: secondo il cittadino che le ha fornite, il lanciatore di sacchetti potrebbe essere solo uno. Una sorta di habitué del sacchetto lanciato lontano dalla sua linda abitazione.
A questo punto, dopo le miriadi di articoli fatti e le miriadi segnalazioni, la domanda è solo una: possibile che l'unica soluzione sia pulire, pulire e ripulire dopo ogni discarica creata da questi soggetti?
Vero è che la Polizia Locale ha pochi agenti e di sicuro nessuno di loro ha il dono dell'ubiquità: se fanno una cosa non possono farne un'altra. L'indirizzo politico, però, che fine ha fatto?
A settembre 2016 il sindaco Nizzi in persona aveva lanciato una campagna contro i lanciatori di sacchetti: una volta che venivi beccato ad abbandonare i rifiuti, la tua faccia - seppur oscurata - finiva in un camion vela. Un deterrente clamoroso, visto che dava vita alla sana riprovazione sociale della comunità.
L'iniziativa divenne un caso nazionale (ne parlò anche Repubblica) e guadagnò anche il giudizio positivo degli olbiesi, anche perché il problema non riguardava solo le periferie ma anche - paradossalmente - il centro storico: in via De Filippi, nonostante i controlli e le "retate", continuano ad esserci discariche.
A due anni da quell'idea, le discariche continuano ad esistere, ma la cosa sconcertante è che continuano a esserci sempre negli stessi punti.
È certamente complicato beccare il "lanciatore" mentre abbandona il suo sacchetto qua e là, magari nella cunetta di una strada poco trafficata. Parimenti, è più semplice "incastrarlo" quando abbandona i suoi sacchetti in zone precise, dove l'accumulo seriale di spazzatura è una certezza.
Insomma, che fine ha fatto quell'iniziativa?
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