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Pubblicato il 05 May 2020 alle 11:00
Olbia, 05 maggio 2020 - Le morti causate dal Sars-Cov-2 sono sottostimate? Secondo i dati Istat, a giudicare dall'aumento della mortalità riscontrato nel marzo 2020 rispetto alla media degli anni precedenti, l'incidenza del Covid-19 potrebbe essere sottostimata.
In Italia, la variazione della mortalità rispetto agli anni precedenti è stata del 49,4%. Dal 20 febbraio al 31 marzo di quest'anno di quest'anno si sono verificati 90.946 decessi a fronte di una media dello stesso periodo di 65.592: solo 13.170 su quei 90.000 sono attribuiti al Coronavirus. Se andiamo a guardare le varie Regioni italiane, quelle più coinvolte dall'emergenza sanitaria hanno registrato percentuali di aumento decessi molto significative: Lombardia +186,5%, Emilia-Romagna +70,1%, Piemonte +47%, Trentino-Alto Adige +65,2%.
In Sardegna il trend non è diverso, anche se le percentuali non sono così elevate. Rispetto alla media degli anni precedenti, in Sardegna tra il 21 febbrai 2020 e il 31 marzo 2020 è stato registrato un aumento dei decessi del 13,7%. I decessi totali sono stati 1707 (di cui 39 Covid) a fronte di una media, nello stesso periodo degli anni precedenti, di 1.495 morti.
A livello provinciale, la Provincia di Sassari (che riunisce il Sassarese e la Gallura) è considerata una provincia a media diffusione Covid. Nel Nord Sardegna, si legge nelle tabelle dell'Istat - qua il file - c'è stato un aumento dei decessi tra il 21 febbraio e il 31 marzo 2020 del 18,7% rispetto alla media degli anni precedenti. Tradotto in numeri: sono stati registrati 630 decessi (di cui 27 Covid) a fronte di una media di 534 decessi negli anni precedenti.
A guardare i dati, è chiaro che esistono tre "Italie": una in cui il Covid si molto diffuso, un'altra dove la diffusione è "media", e un'altra ancora dove il Sard-Cov-2 ha avuto un impatto "minimo" rispetto alle altre due "Italie".
Per quanto riguarda i numeri complessivi (quindi nazionali e quindi il quadro generale), l'Istat spiega: "Esiste una quota ulteriore di circa altri 11.600 decessi per la quale possiamo, con i dati oggi a disposizione, soltanto ipotizzare tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19 (decessi in cui non è stato eseguito il tampone), una mortalità indiretta correlata a Covid-19 (decessi da disfunzioni di organi quali cuore o reni, probabili conseguenze della malattia scatenata dal virus in persone non testate, come accade per analogia con l’aumento della mortalità da cause cardiorespiratorie in corso di influenza) e, infine, una quota di mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero e dal timore di recarsi in ospedale nelle aree maggiormente affette".
E ancora: "Confrontando i decessi, totali e Covid-19, del 2020 con i decessi per causa del mese di marzo 20174 si nota che, fin dall’inizio di marzo, nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia, il numero di morti di Covid-19 con diagnosi confermata è superiore a quello registrato nel 2017 per altre malattie come il diabete, le demenze e la malattia di Alzheimer. A metà dello stesso mese il numero di morti Covid-19 supera i decessi causati dall’insieme delle malattie respiratorie e dei tumori; in poco più di venti giorni i decessi quotidiani riportati alla Sorveglianza integrata Covid-19 arrivano a sorpassare il numero giornaliero di morti per tutte le cause del mese di marzo 2017. L’analisi di tutte le cause di morte del 2020 consentirà di valutare quanto l’eccesso di mortalità osservata nel 2020 sia attribuibile anche ai decessi di persone non sottopposte al test ma certificate dai medici sulla base di una diagnosi clinica di Covid-19 (che al momento non sono conteggiate nella sorveglianza) e quanto agli effetti indiretti correlati o non all’epidemia".
Insomma, questi dati danno un'idea di ciò che potrebbe aver causato l'epidemia di Sars-Cov-2, ma serviranno ulteriori verifiche e studi per comprendere davvero nel dettaglio cosa è avvenuto in Italia.
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