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Via Escrivà: la pista ciclabile con il palo in mezzo

Il punto sulle infrastrutture ciclopedonali

Via Escrivà: la pista ciclabile con il palo in mezzo
Via Escrivà: la pista ciclabile con il palo in mezzo
Angela Galiberti

Pubblicato il 19 January 2021 alle 06:00

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Olbia. In molti pensano che la città di Olbia sia perfetta per essere totalmente ciclabile (o quasi): è un'opinione diffusa tra i bikers ecologici che usano la bici tutti i giorni, ma in effetti le caratteristiche del territorio non mentono. La nostra città potrebbe essere a misura di bicicletta e in effetti qualche progetto, nel corso degli anni, è stato portato avanti: nel 2013 è partito CiclOlbia, il cui scopo era quello di dotare il nostro territorio comunale di una serie di infrastrutture ciclopedonali adatte sia alla fruizione “turistica” che a quella “cittadina”. Con il cambio di amministrazione, nel 2016, questo progetto è stato confermato e sviluppato e oggi – almeno in teoria – dovremmo vederne i frutti. Ma è davvero così? Non proprio, anzi quasi per niente. I progetti, per la verità, ci sono: sono anche interessanti e potrebbero cambiare il volto di questa città, così tanto “a misura d'auto” più che di persona. Di concreto e di utilizzabile, al momento, c'è poco: c'è la pista in viale Isola Bianca, ma non fa parte di CiclOlbia; c'è la pista in via Nervi, ma neanche questa fa parte di CiclOlbia; c'è la corsia ciclabile in via Mameli e in Corso Umberto, ma devi pregare che non ti mettano sotto; c'è un percorso al molo Brin, ma non vai lontano; avrebbe dovuto esserci da aprile 2020 la pista di via Redipuglia, ma chissà quando finiranno i lavori; c'è la pista ciclopedonale fotovoltaica del Cipnes, ma tutto tace; c'è il progetto ITI che parte dal ponte di ferro e arriva all'aeroporto, ma è ancora – appunto – progetto; infine, avremmo potuto circolare in via Escrivà in sicurezza, ma c'è solo un lotto pronto ed è su questo lotto che ci concentriamo. A livello "globale", la particolarità delle piste ciclabili olbiesi è che, utilizzandole non si va da nessuna parte: si gira in tondo, come il povero asino che doveva macinare il grano. Questo accade perché le attuali piste e corsie non sono collegate (ancora) tra loro e se lo sono il risultato finale è un percorso “chiuso”: vai in via Mameli, entri in Corso Umberto, arrivi al Molo Brin, vai all'Isola Bianca, prendi via Escrivà e torni indietro (o ti fermi, o occupi il marciapiede, o infine vai sulla carreggiata a tuo rischio e pericolo). Siamo così andati a verificare sul campo com'è il lotto 1 della pista ciclabile sull'acqua: è un lotto appaltato nel 2018 e aggiudicato per 151.175,85 euro. Tale percorso, che secondo il progetto ha lo scopo di mettere in correlazione viale Isola Bianca a viale Escrivà, dà un'idea di quello che potrà diventare Olbia con la rete ciclabile fatta e finita: un'idea, appunto, perché forse qualcosina a cui mettere mano c'è e forse siamo ancora in tempo per correggere il tiro. Se si può apprezzare lo sforzo di aver pensato a un'infrastruttura sicura con una serie di accorgimenti tecnici che ci paiono buoni, non si può invece apprezzare qualche macroscopico errore che fa sorgere una domanda semplice, ma banale: quando è stata progettata non ci si è accorti che andavano “rifatti” i marciapiedi? Strano ma vero, in alcuni punti passaggi pedonali e passaggi ciclabili trovano ostacoli che costringeranno l'utente a invadere gli spazi adiacenti. Se poi pensiamo a una persona con disabilità motoria, tutto diventa ancora più complicato in questi punti specifici. Se ci muoviamo a piedi da viale Isola Bianca verso il parcheggio, scopriamo che il marciapiede in granito è diventato una pista ciclabile, mentre accanto è stato realizzato un percorso pedonale: peccato che una volta attraversata la strada troveremo, in corrispondenza delle strisce pedonali, un gradino e un palo proprio in mezzo. Va da sé che il pedone dovrà “saltare” l'ostacolo o salendo sul gradino (se è in grado di farlo) o andando sulla destra con il rischio di invadere la pista e creare una situazione potenziale di pericolo. Proseguendo in direzione parcheggio, si nota che il passaggio pedonale sparisce (parliamo di quello evidenziato): nell'area di sosta non esiste un passaggio pedonale segnalato o delimitato, l'unica parte “segnata” è quella della pista ciclabile. Se proseguiamo sulla pista, dopo qualche decina di metri questa finirà nel nulla perché il lotto 2 non è ancora partito. Tornando indietro, nel nostro percorso ideale questa volta in bicicletta, scopriremo che arrivati in viale Isola Bianca potremmo in teoria “scontrarci” con chi arriva dalla parte opposta perché la sua corsia risulta sul gradino di entrambi i marciapiedi. Se non ci si vuole cimentare in evoluzioni da acrobata (non tutti hanno piacere di farlo o non tutti sono così bravi sulla due ruote), bisognerà invadere la corsia adiacente. La cosa ironica è che questo progetto ha un nome che è tutto un programma: “Progetto CiclOlbia - Piano nazionale della sicurezza stradale 4° e 5° programma di attuazione. Interventi a favore delle utenze deboli”.  Chiaramente, con l'utenza attuale prossima allo zero il problema potrebbe sembrare "aria fritta", ma non lo è: tra qualche anno, quando ciclisti e pedoni "invaderanno" tali infrastrutture, ci si renderà conto di questi problemi e magari bisognerà intervenire, sborsando ulteriori soldi pubblici.