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Cronaca

Enti pubblici Gallura e Covid, Maccioni (Cgil): "stipulare protocolli mirati"

Enti pubblici Gallura e Covid,  Maccioni (Cgil):
Enti pubblici Gallura e Covid,  Maccioni (Cgil):
Olbia.it

Pubblicato il 06 September 2020 alle 14:53

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Olbia 6 settembre 2020 - Con l'arrivo della seconda ondata della pandemia da Sars CoV 2, le autorità sanitarie, ma anche i sindacati di categoria hanno dovuto fare i conti con un virus che ha colpito prevalentemente il mondo del lavoro. Non solo lavoratori nel settore privato, ma anche nelle pubbliche amministrazioni, si vedano i recenti casi covid con conseguenti chiusure dei Municipi di Olbia e Ozieri per le sanificazioni.

Il sindacato di categoria Funzione Pubblica Cgil Gallura non è mai rimasto a guardare, fin dalla prima ondata della pandemia ha sempre chiesto che venissero rispettati tutti i protocolli di sicurezza anticovid. Ora, a distanza di qualche mese si ritorna in campo per porgere alcune domande

"In queste ultime settimane ci siamo posti due domande la prima: “come mai i massimi picchi di contagio di Covid 19, in Gallura, si sono avuti tra i lavoratori? “ la seconda: “ sono stati rispettati dagli Enti e dalla Aziende i Protocolli Condivisi e i Dpcm di tutela?” Comincia così il comunicato della Segretaria Generale Funzione PubblicaCgil Luisella Maccioni.

"La risposta che ci siamo dati è relativamente semplice: pensiamo che non siano stati rispettati almeno non del tutto visto che nella stragrande maggioranza dei posti di lavoro non si sono stipulati i vari protocolli di sicurezza”. Eppure tutti sapevano che, una apertura indiscriminata avrebbe causato disastri e pochissimi si sono attrezzati per poter affrontare, in sicurezza, le riaperture. Ma ancora!"

Prosegue poi la Maccioni "Si è continuato con il vecchio adagio della sottostima della sicurezza nei posti di lavoro declinando le misure di protezione come limitazioni eccessive per la ripresa dell’economia, e quindi riaprendo buona parte dei servizi come se non fosse successo niente, in questi ultimi mesi. Tralasciamo, per un momento, la grave situazione che si è verificata nei posti turistici ormai evidente, e poniamo le nostre lenti sugli Enti della Pubblica Amministrazione, cioè i terminali dello Stato Italiano nei territori. Anche qui il panorama che ci si presenta difronte non è certamente tra i più rosei".

"Fin dalla chiusura di febbraio/marzo e soprattutto dalla stipula dei protocolli condivisi abbiamo avuto dinieghi e silenzi sulla loro applicazione, mancate risposte a richieste di incontro (in teleconferenza), difficoltà, se non ostilità, alla formalizzazione della della specifica commissione di verifica, superficialità nella applicazione dello “Smart Workig” individuato come “concessione” e non come formula tassativa prevista dal ministero".

"Insomma secondo buona parte delle Amministrazioni Galluresi la soluzione al contenimento della circolazione del Virus si è limitata alla totale chiusura degli Uffici e dei Servizi, dimenticando che tutto non sarebbe tornato come prima. Ma tolte alcune doverose precisazioni, e visto che la circolazione del virus sta colpendo ormai tutta la Gallura, crediamo che si giunta l’ora di mettere in piedi il percorso disegnato dalla Circolare n.3/2020 del 24 luglio 2020 e cioè le “indicazioni per il rientro in sicurezza sui luoghi di lavoro dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni”, dove sono dettate precise indicazioni sulla emergenza Covid-19 soprattutto per quanto riguarda la gestione del personale correlata alla limitazione della presenza fisica nei posti di lavoro". Si legge ancora nel comunicato.

"In questo contesto crediamo che la base di partenza debba essere la stipula di protocolli integrativi mirati, da una parte, alla applicazione e la verifica delle regole sulla sicurezza dei lavoratori, dall’altro come strumenti per favorire l’implementazione delle misure di prevenzione, dando alle Intese sui protocolli anche una valenza organizzativa sulla per l’introduzione di modalità alternative di organizzazione del lavoro, sulla presenza in servizio del 60% del personale sulla gestione degli orari di lavoro, sulla verifica dei lavoratori fragili per una migliore applicazione dello Smart Working. Inoltre riteniamo che sia doveroso nelle aziende private che gestiscono servizi pubblici in appalto in base alla tipologia del lavoro svolto vengano effettuati ai lavoratori i test sierologici, in particolare le aziende che svolgono servizi essenziali come l’igiene ambientale e le cooperative sociali , servizi educativi .e socio assistenza".

"Pertanto crediamo che non che si debba ancora rimandare, crediamo al contrario che bisogna tutelare la sicurezza degli enti pubblici e di tutti i lavoratori , perché dalla salute del singolo dipende la salute degli altri". Conclude così la Segretaria Generale Funzione Pubblica. Cgil Luisella Maccioni.