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Covid-19, 159 tamponi in un giorno: pochi casi perché si "tampona" poco? Il confronto con la Calabria

Covid-19, 159 tamponi in un giorno: pochi casi perché si
Covid-19, 159 tamponi in un giorno: pochi casi perché si
Angela Galiberti

Pubblicato il 08 April 2020 alle 14:53

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Olbia, 08 marzo 2020 - Tredici casi positivi in più il 7 aprile: la curva dei contagi, in Sardegna, sembra scendere e questa è una buona notizia, sebbene il grosso dei focolai si sia registrato all'interno degli ospedali e delle Rsa. Luoghi che dovrebbero essere sicuri e che invece non lo sono stati.

C'è però una variabile, in questo calcolo, sul quale bisogna riflettere: il numeri dei tamponi fatti. Nella giornata di ieri, fonte Protezione Civile, sono stati fatti 159 tamponi. Questo è un numero che, in pratica, comprende i tamponi processati dalle 15 del 6 aprile alle 15 del 7 aprile.

Il 8,1% di questi tamponi processati (che sono 159) ha prodotto 13 positivi totali.

Visti in assoluto questi dati sembrerebbero buoni, ma se guardiamo cosa succede in altre Regioni, qualche domanda vien da porsela.

Prendiamo ad esempio la Calabria e paragoniamola alla Sardegna. Questi i dati di ieri: balza agli occhi la differenza sostanziale di tamponi eseguiti.

La Calabria ha "solo" 300.000 abitanti in più e ha un numero di casi positivi leggermente più basso, ma ha un numero di tamponi che praticamente è il doppio di quelli processati in Sardegna e, conseguentemente, ha una percentuale di positivi su tamponi processati nettamente inferiore.

Cosa è successo tra il 6 e il 7 aprile in queste due Regioni?

In un giorno la Calabria ha processato un numero 3 volte superiore di tamponi rispetto alla Sardegna.

Riflettiamo. La Calabria non è la Lombardia: è una regione che a ha, più o meno, gli stessi problemi della Sardegna. Ovvero: è una Regione povera, ha scarsità di tamponi, ha scarsità di reagenti, ha problemi nelle Rsa e negli ospedali.

Rispetto al Covid-19, le due Regioni sono partite quasi alla pari: l'8 marzo la Sardegna registrava 11 casi positivi totali e 149 tamponi, la Calabria aveva 9 casi positivi e 113 tamponi. Osservate la progressione:

Fino a oltre metà marzo, le due Regioni camminano quasi appaiate: stesso numero di casi, stesso numero di tamponi. Venti giorni dopo, la Calabria ha processato il doppio dei tamponi e ha meno casi della Sardegna.

Cosa è successo tra il 18 marzo e il 7 aprile? Proprio il 18 marzo un collettivo di medici e sindacalisti (qui l'articolo) chiedeva alla Regione Calabria uno sforzo per processare quanti più tamponi possibile e per avviare uno screening massiccio tra gli operatori sanitari.

Il 27 marzo la presidente calabrese, Joe Santelli, con una ordinanza stabilisce uno screening massivo nel territorio della Calabria destinato a: operatori sanitari di strutture pubbliche e private (ospedali, cliniche, case di riposo, rsa, case protette, rsm) e soggetti "ad esposizione".

Nell'ordinanza si legge: "Allo stesso test saranno sottoposti tutti i pazienti ospedalizzati e tutti gli ospiti delle strutture residenziali già citate che hanno segni e sintomi compatibili con Covid-19, con particolare riferimento agli individui sintomatici ed agli individui con patologie croniche e/o uno stato immunocompromesso (ad es. diabete, malattie cardiache, assunzione di farmaci immunosoppressori, malattia cronica, malattia renale cronica) che possano porre tali soggetti a rischio più elevato di esiti sfavorevoli. Le strutture dovranno attuare specifici accorgimenti pena la perdita dell’autorizzazione. Lo rende noto Jole Santelli, presidente della Regione Calabria".

Dal 27 marzo l'accelerazione è stata progressiva e il risultato, oggi, è che la Calabria ha doppiato letteralmente l'isola.

In Sardegna, inizialmente, sono stati attivati solo due laboratori di virologia: Sassari e Cagliari-Santissima Trinità. Poi, sono stati attivati Nuoro e Cagliari-Brotzu, più lo Zooprofilattico di Sassari da attivare.

In teoria, dunque, abbiamo 4/5 laboratori in grado di processare tamponi: è realistico pensare che in Sardegna siano processati, a laboratorio, 36/28 tamponi al giorno?

La curva sarda dei tamponi è sostanzialmente costante e non manca di avere molti giorni "al ribasso". In alcune giornate supera i 300 tamponi, in altre è drammaticamente sotto.

Per esempio, il 5 aprile i tamponi processati sono stati 346, il 4 aprile sono stati 309. La Calabria, tra il 18 marzo e il 28 marzo ha processato - in media - 609 tamponi giornalieri.

A questo punto, le domande sono tante:

  • quanti laboratori stanno effettivamente processando tamponi?
  • dove sono finiti i 10.000 test arrivati?
  • gli screening agli operatori sanitari si stanno facendo?
  • perché la Calabria riesce a processare 600 tamponi al giorno e la Sardegna è così altalenante?
  • quante persone sono state effettivamente "tamponante"?

Queste domande ce le poniamo perché abbiamo sentito più volte nominare l'ormai fantasmagorico metodo "coreano". Un metodo che, però, prevede non solo il tracciamento dei positivi, ma anche l'individuazione degli asintomatici tramite screening di massa.

Tale metodo è stato applicato nel paese di Vo' Euganeo in Veneto, regione nella quale si stanno facendo tamponi a tappeto: 153.542 al 7 aprile. Il Veneto, per numero di tamponi, è subito dietro alla Lombardia ma ha un quinto dei contagiati.

Lasciamo al lettore eventuali ulteriori considerazioni e riflessioni.

In ogni caso incrociamo le dita e speriamo che in Sardegna continuino a calare i contagi.