Sunday, 06 October 2024
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Pubblicato il 19 June 2024 alle 15:00
Porto Rotondo. 60 alberi per i 60 anni di Porto Rotondo. L'Artista Nicola Filia racconta come nasce il suo contributo con questa opera che celebra nel contempo donne e luoghi di Sardegna. Nicola Filia classe 1975, originario di Carbonia, trasferitosi da sud a nord dell'Isola restituisce alla sua terra un contributo prezioso e unico sotto tanti aspetti. In occasione dei 60 anni del borgo di Porto Rotondo verrà inaugurata una installazione dal titolo "Un bosco di alberi bianchi", opera che celebra al contempo un compleanno importante e rende omaggio al romanzo "Canne al vento" di Grazia Deledda.
"Si tratta di 60 alberi di legno, tutti pezzi unici, differenti tra loro- racconta Filia- nel 2008 feci un installazione di alberi per il Museo Man di Nuoro, si trattava in quel caso di 100 alberi di ceramica, 20 sono stati poi trasferiti a Carbonia al museo della miniera." Prosegue l'artista: "Questo è un lavoro che si adatta a tante situazioni, in questo festival dedicato a canne al vento ecco che ho ricreato un bosco metafisico, un luogo interiore dell'anima." Filia è l'autore delle pietre che hanno ricreato in V.Escrivà un memoriale per le vittime dell'alluvione del 2013. Proprio partendo da questa opera specifica: "si tratta di lavori dove l'artista dona se stesso per la comunità, per il pubblico." E fa notare Filia- "Lo scopo è esaltare la nostra terra e la Deledda." Parlando di artisti racconta il suo passaggio da artigiano ad artista. L'artigiano lavora su commissione e fa tanti pezzi, in questo caso l'arte è utilizzata per scopi commerciali. "L'arte -aggiunge Filia- deve mandare messaggi, lasciare segni, raccontare una storia. Questo progetto degli alberi è stato finanziato dal Consorzio di Porto Rotondo. Per me è davvero importante, anche perché sono il primo artista sardo a lasciare 'un segno' a Porto Rotondo anche grazie al direttore artistico Marco Carniti, sono orgoglioso sia del lavoro che del risultato, sono stati due mesi di lavoro intenso."
Alla domanda se anche lui sia un artista tormentato risponde: "l'artista ha il tormento, dato dalla voglia di fare, di scoprire, poiché deve trovare la sua strada. Io non ho l'animo tormentato poiché ho trovato la mia strada e ho la fede. So cosa vorrei: il confronto, realizzare progetti pubblici, essere noto come altre straordinarie personalità della nostra Isola, vedi Maria Lai, Paolo Fresu e Pinuccio Sciola, Voglio far parte della nostra terra." Filia conclude: "L'artista ha una grande responsabilità, deve donare la sua vita, il suo tempo. In Sardegna ci sono stati tanti giganti in tanti settori, dove accomuna il senso di appartenenza e la voglia di emergere, ora che ho 50 anni bisogna restituire, è arrivato il momento, non si deve solo prendere, queste opere sono il mio tentativo di restituire qualcosa alla città." Resta il pensiero di tornare alle sue origini e fare qualcosa anche a Carbonia e per Carbonia.
Oggi, 19 giugno ci sarà l'inaugurazione dell'installazione che resterà in Piazza Bianca fino a fine estate, "successivamente si auspica un intervento di arte ambientale, -fa sapere Filia-ovvero creare una relazione tra l'opera e l'ambiente che la ospita, ed è ciò accade quando un'opera viene spostata da un museo, una piazza e diventa un tutt'uno con l'ambiente che la ospita, come già accaduto con gli alberi ospitati al Man, e le foto testimoniano questa interazione".
Credit photos Zooi Di Lorenzo e dr. Roger Nitsch.
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