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Università di Sassari al centro del dibattito parlamentare: accuse e verifiche sul corso di "Teorie Queer"

La libertà di insegnamento tra pluralismo e critiche: il caso dell’ ateneo di Sassari.

Università di Sassari al centro del dibattito parlamentare: accuse e verifiche sul corso di
Università di Sassari al centro del dibattito parlamentare: accuse e verifiche sul corso di
Andrea Baragone

Pubblicato il 28 November 2024 alle 13:00

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Roma. L’Università di Sassari è finita sotto i riflettori del Parlamento durante l’interrogazione presentata il 27 novembre dal deputato Rossano Sasso (Lega), che ha sollevato dubbi sul corso di "Teorie Queer" attivo nella Facoltà di Scienze Politiche.
Secondo Sasso, il corso e il materiale didattico adottato rappresenterebbero un esempio di ideologizzazione accademica, culminando in accuse che hanno generato un acceso dibattito in aula.
Nel suo intervento ha denunciato la presenza, tra i testi consigliati per il corso, di un libro definito “un manifesto che beatifica la pedofilia”, riferendosi all’opera "Elementi di critica omosessuale" di Mario Mieli.
Il deputato ha citato passaggi dell’autore che, secondo lui, sarebbero incompatibili con i principi accademici e con il ruolo educativo delle università.
Ma le critiche non si sono fermate ai contenuti del corso, Sasso ha evidenziato come il titolare della cattedra abbia annunciato la conclusione del ciclo di lezioni con un seminario di cinque giorni che prevede la partecipazione di attivisti LGBT, esponenti trans e parlamentari di opposizione, definendolo un “comizio ideologico mascherato da formazione accademica”.
“Non è accettabile – ha dichiarato – che un’università pubblica, finanziata con fondi dei contribuenti, diventi un palco per promuovere l’ideologia gender. Dov’è la rilevanza scientifica di tutto questo?”
Di fronte alle accuse, il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ha sottolineato l’importanza dell’autonomia accademica sancita dall’articolo 33 della Costituzione.
“L’arte e la scienza sono libere, così come il loro insegnamento”, ha dichiarato, aggiungendo che questa libertà deve però essere bilanciata con la tutela della dignità delle persone e dell’integrità psicofisica, in particolare dei minori.
Bernini ha confermato che il Ministero ha avviato un’istruttoria per verificare i fatti segnalati, precisando che, qualora emergessero profili di reato, sarà doveroso interessare le autorità giudiziarie.
“Non possono trovare spazio percorsi ideologici di acritico indottrinamento”, ha aggiunto, promettendo un monitoraggio accurato sulle offerte formative universitarie.
L’Università di Sassari, tra i più antichi atenei italiani, si trova ora a dover difendere l’autonomia e la qualità dei propri corsi.
Il corso di "Teorie Queer", introdotto nella Facoltà di Scienze Politiche, mira a esplorare il pluralismo di genere e i cambiamenti socioculturali legati all’identità sessuale, temi che sempre più trovano spazio nel dibattito accademico internazionale.
Se da un lato la cattedra è stata difesa da gruppi che vedono in questi studi un passo verso l’inclusività e la modernità, dall’altro le critiche sollevano interrogativi sul confine tra ricerca scientifica e agenda ideologica.
La stessa definizione di “teorie queer” è spesso al centro di incomprensioni, che ne complicano la trattazione al di fuori dell’ambito accademico.
Rossano Sasso, replicando alla risposta del Ministro, ha ribadito che “si può fare di più”.
Il deputato ha denunciato un uso strumentale della libertà accademica per propagandare idee politiche e ha chiesto un intervento legislativo per regolamentare il confine tra autonomia universitaria e ideologia.
Ha inoltre espresso preoccupazione per il presunto coinvolgimento di minori in iniziative simili, citando altri episodi, come un laboratorio per “bambini trans” promosso all’Università Roma Tre. “La Lega, ha concluso Sasso, non permetterà che le università diventino luoghi di propaganda ideologica e continuerà a battersi per difendere le famiglie italiane e l’identità dei nostri ragazzi.”
Mentre il Ministero monitora la situazione e valuta possibili azioni.
il caso dell’Università di Sassari apre una discussione più ampia sul ruolo delle università nel trattare temi sensibili come il genere e l’identità sessuale.
La necessità di garantire la libertà di ricerca e insegnamento si scontra con le critiche di chi teme un uso distorto di queste prerogative.

L’Università di Sassari si trova oggi al centro di un confronto che supera i confini dell’ateneo per inserirsi in un più ampio dibattito sulla modernità della formazione accademica.
Il corso di "Teorie Queer", criticato da alcuni come espressione di ideologizzazione, affronta temi che riflettono le trasformazioni della società contemporanea, sempre più orientata verso il riconoscimento del pluralismo e della diversità.
In un’epoca in cui le università sono chiamate a esplorare argomenti di grande complessità culturale e sociale, Sassari si pone come un esempio emblematico delle sfide che l’accademia moderna deve affrontare.
La capacità di trattare questi temi in modo rigoroso, rispettando la libertà di insegnamento ma anche la sensibilità collettiva, può contribuire a definire il ruolo del sapere come strumento di progresso.
Per l’ateneo sardo, questo momento rappresenta un’opportunità per dimostrare come la modernità non sia sinonimo di scontro ideologico, ma di confronto costruttivo.
Se affrontato con apertura e rispetto, il dibattito può confermare Sassari come un laboratorio culturale capace di preparare le nuove generazioni ad affrontare con consapevolezza e competenza le sfide di una società in evoluzione.