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Olbia prima in Sardegna ad aderire a #SicurezzaVera contro la violenza di genere

La presentazione è avvenuta questa mattina alla Confcommercio

Olbia prima in Sardegna ad aderire a #SicurezzaVera contro la violenza di genere
Olbia prima in Sardegna ad aderire a #SicurezzaVera contro la violenza di genere
Olbia.it

Pubblicato il 03 November 2021 alle 18:56

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Olbia. Ristoranti, bar e discoteche come luoghi sicuri, presidi di sicurezza contro la violenza di genere grazie a una formazione mirata e a una campagna di informazione. La Città di Olbia è la prima, in Sardegna, ad aderire al protocollo "Sicurezza Vera" ideato dalla FIPE in collaborazione con la Polizia di Stato. Lo scopo è aumentare la consapevolezza sociale di tale problema strutturale non solo per prevenire il fenomeno, ma anche per individuarne i segnali. Occhi attenti sul territorio, dunque, capaci di intuire eventuali situazioni a rischio.

Olbia è stata scelta grazie alla testardaggine di Gavina Braccu, presidente Fipe Confcommercio territoriale: come il fuoco che cova sotto la cenere, anche a Olbia il fenomeno è diffuso e una delle prove più tangibili sta nel lavoro capillare (ed enorme) compiuto dal locale centro antiviolenza. L'incontro ha visto gli interventi di Mario Carta (dirigente Divisione Anticrimine Questura di Sassari), Valentina Picca Bianchi (presidente Fipe Nazionale), Patrizia Desole (presidente Prospettiva Donna) e delle assessore Simonetta Lai (Servizi sociali) e Sabrina Serra (Pubblica istruzione e Cultura). Presenti anche Antonella Sciola (assessora ai Lavori Pubblici), Elena Casu (assessora alla Sicurezza e Politiche giovanili) e Vanni Sanna (assessore alle Attività Produttive).

Se l'intervento del dirigente Mario Carta è stato tecnico e si è concentrato sullo strumento dell'ammonimento e sui suoi effetti sui maltrattanti (19 ammonimenti su 35 richieste, diminuzione delle condotte da parte del maltrattante, definizione di violenza), gli interventi delle due assessore Lai e Serra sono stati prettamente politici e indirizzati a un'apertura verso la colloborazione tra enti e la formazione delle nuove generazioni.

Il perché di questo protocollo è stato spiegato dalla presidente Picca Bianchi in un lungo intervento. Il protocollo è fondamentalmente il punto d'approdo di una lungo periodo di ascolto fatto all'interno del circuito Fipe, ovvero all'interno del mondo del lavoro degli esercizi commerciali. Le testimonianze raccolte possono sembrare quasi "assurde", ma rappresentano purtroppo la normalità per la stragrande maggioranza delle donne: molestie sul lavoro, schiaffi o violenze psicologiche subite in famiglia o in una relazione, comportamenti inopportuni e molesti da parte dei clienti, violenze che hanno il loro inizio proprio all'interno di un bar o di una discoteca e che poi terminano fuori. Una sequenza infinita di piccole e grandi violenze che ha convinto la Fipe a farsi promotrice di una nuova cultura a partire proprio dai piccoli imprenditori e dalle piccole imprenditrici: una cultura del rispetto, della sicurezza e del non voltarsi dall'altra parte.

"Noi viviamo così sempre, dobbiamo sempre guardarci le spalle - ha detto la presidente Fipe Nazionale Valentina Picca Bianchi -. Da sempre le forze dell’ordine lo hanno nel dna, come i medici curano i malati, loro portano sicurezza. Questo è il paese che viviamo. Il nostro obiettivo è cogliere i segnali, capirli, intervenire chiamando chi di dovere. Dobbiamo essere sentinelle sul territorio. Possiamo aiutare ad arrivare un minuto prima che sia troppo tardi. Un esercizio pubblico è un luogo sicuro, ma può portare a una degenerazione, ecco perché bisogna stare vigili. Ragazze, non diamo mai un ultimo appuntamento. La prevenzione si va sui giovani con l'educazione e la riflessione".

Che la rete, abbinata alla formazione, sia la risposta giusta lo conferma l'attività di Prospettiva Donna che quest'anno ha accolto nella casa rifugio 31 donne a rischio. "Serve personale formato - ha detto Patrizia Desole, presidente di Prospettiva Donna -, servono donne che parlano alle donne. Ritorno alla complessità del fenomeno: magari bastasse un ammonimento. All'interno delle mura domestiche è difficile chiedere aiuto".