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Olbia: dal 1° giugno tutta la città a 30 km/h

La delibera nel dettaglio e le nostre domande al sindaco Nizzi

Olbia: dal 1° giugno tutta la città a 30 km/h
Olbia: dal 1° giugno tutta la città a 30 km/h
Angela Galiberti

Pubblicato il 11 May 2021 alle 06:00

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Olbia. Eccola qua la delibera di giunta che definisce in tutto il centro urbano di Olbia (frazioni comprese) il limite di velocità a 30 km/h. Dopo l'annuncio a mezzo stampa, ecco la carta che canta: è la delibera di giunta numero 83 approvata lo scorso 5 maggio 2020. A supporto della decisione, almeno da quanto si legge sul documento e da quanto appare sull'albo pretorio, non vi sarebbe alcuna relazione tecnica. Il Comune prende i dati degli incidenti stradali dal 2010 al 2019 e in base a questi decide di abbattere il limite di velocità in tutto il centro urbano. Scrive il Comune di Olbia: “a fronte di una lenta diminuzione nel numero totale degli incidenti (da 298 nel 2010 a 269 nel 2019) si registra una preoccupante tendenza all’incremento dei sinistri che coinvolgono i pedoni (passati, nello stesso intervallo temporale, da 21 a 35)”. Ciò che si nota in questa tabella è che gli incidenti stradali diminuiscono, seppur lentamente, come diminuiscono di pari passo anche i feriti. Per quanto concerne gli incidenti che coinvolgono i pedoni, questi sono aumentati in 10 anni (con una flessione tra il 2013 e il 2015), mentre i feriti hanno visto un aumento, poi una flessione e infine un altro aumento con leggera flessione nel 2019. Per quanto riguarda i ciclisti, invece, il numero dei sinistri sono piuttosto costanti così come il numero dei feriti. Oltre al numero degli incidenti, il Comune di Olbia ha considerato anche gli effetti positivi del limite a 30 km/h: “Ritenuto pertanto di dover garantire ed incoraggiare una maggiore attitudine alla mobilità sostenibile nei centri urbani, adottando misure importanti quali la riduzione della velocità da 50 km/h a 30 km/h, avente l’obiettivo sia di ridurre in maniera considerevole gli incidenti ed in particolare la loro gravità, e di creare nel contempo giovamento alla vita nei centri urbani, rendendo le strade più sicure e vivibili anche dai ciclisti e dai pedoni”. Il Comune ha preso anche in considerazione il fattore ambiente (“una minore velocità dei veicoli contribuisce alla riduzione delle emissioni inquinanti”). Il sindaco Nizzi, sulla sua pagina social ufficiale, ha presentato così il provvedimento: “La Giunta Comunale ha approvato il provvedimento che istituisce in tutti i centri abitati del Comune, in città e nelle frazioni, il limite massimo di velocità di 30 chilometri orari. La disposizione ha il duplice obiettivo di aumentare la sicurezza per le persone e di consolidare un nuovo concetto di mobilità urbana sempre più ecosostenibile. Si tratta di una scelta in linea con quelle di città importanti a livello nazionale ed europeo. Un altro passo avanti per rendere la nostra città sempre più bella, fruibile e a dimensione di cittadino.” Questo provvedimento è realmente in linea con le più importanti città europee e nazionali? La risposta è “Ni”. Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha annunciato a giugno 2020 la volontà di imporre in tutto il centro urbano il limite di 30 km/h. La capitale francese, che conta oltre 2 milioni di abitanti, ha però da anni un sistema di zone 30 che i parigini hanno ben sperimentato (e digerito). A Monaco, nel corso degli anni, le zone 30 si sono allargate fino a contenere circa l'80% della superficie. Tante altre città europee, come Bristol o Madrid, hanno seguito la stessa linea. In Italia il trend è il medesimo: Milano sta aumentando le aree pedonali e le zone 30 km/, mentre i centri minori (Treviso, Senigallia, Verona e così via) hanno scelto di delimitare zone precise, in genere il centro storico oppure zone residenziali specifiche (queste ultime sono molto diffuse nei piccoli centri della Brianza). Insomma, si tratta di provvedimenti che iniziano in un modo, educano il cittadino, e poi si allargano lasciando “libere” specifiche aree o strade. Anche il Comune di Olbia lascia “libere” alcune strade, ma sono solo quattro: il tratto di SS 729 Olbia-Sassari che rientra nel nostro territorio, la sopraelevata Nord, la sopraelevata sud e la cosiddetta tangenziale (conosciuta anche come “Strada panoramica Olbia”. Tutto il resto diventa una maxi Zona 30 che coinvolge anche le frazioni: Murta Maria, San Pantaleo, Berchiddeddu, Rudalza/Marinella/Porto Rotondo, Pittulongu. Olbia, però, ha un Piano Urbano della Mobilità e in questo documento si parla di “isole ambientali” e di “zone 30”, non di un intero Comune a “passo di lumaca” (come tanti olbiesi hanno definito il limite a 30 km/h). Nel documento, che in teoria dovrebbe essere in vigore, si legge che sono molto utili per la sicurezza, ma che non esistono dei criteri univoci di applicazione. “Le esperienze internazionali consigliano di applicare le zone 30 in prossimità delle scuole, nei quartieri residenziali, nei quartieri commerciali o misti abitazioni/commercio e nelle strade dove la funzione locale domina sulla funzione di attraversamento. Si suggerisce, inoltre, di attuare interventi semplici e coerenti per restituire agli utenti della strada una lettura chiara dei comportamenti da adottare; di non cadere in un eccesso di costrizioni: un luogo con troppi interventi di moderazione significa, forse, che il concetto di zona 30 non è adatto al settore preso in considerazione; di pensare alla gestione e alla manutenzione degli interventi fin dalla concezione del progetto”. E ancora: “Dalle esperienze tedesche risulta che un zona 30 (delimitata dalla posizione delle entrate/uscite) debba avere un percorso continuo massimo di 3 km, al di là del quale aumenta il rischio di comportamenti non adatti, dovuti all'intolleranza di questo limite”. Il documento analizza tutti gli accorgimenti utili per progettare una zona 30: dalla planarità della superficie stradale al paesaggio stradale, passando per la visibilità, la velocità e il tipo di cartelli da inserire. Se da una parte è lodevole l'obiettivo di rendere più sicura la città di Olbia, dall'altra è lapalissiamo che un intervento di questo tipo senza infrastrutture decenti non ha il senso che dovrebbe avere. Agli olbiesi deve essere permessa l'alternativa, che non può essere nell'ordine: rischiare di essere investiti con la bicicletta perché non ci sono piste ciclabili o perché le strade sono molto strette, prendere un'insolazione perché non c'è verde pubblico diffuso (e quello che c'è viene capitozzato senza senso), avere difficoltà di movimento perché tanti marciapiedi fanno pietà (e spesso sono pieni di barriere architettoniche) o perché non ci sono proprio, avere difficoltà a muoversi con i mezzi pubblici perché – per quanto l'Aspo faccia del suo meglio (e lo fa) – i collegamenti non sono così capillari e gli orari sono quelli che sono. Come sempre, ecco le nostre domande che rivolgiamo direttamente al sindaco Settimo Nizzi: c'è uno studio di progetto per la maxi zona 30 del Comune di Olbia? Come è stato stabilito che i cittadini non rispettano i limiti orari? C'è uno studio a supporto? Se è vero che i cittadini non rispettano i limiti di velocità e c'è uno studio a supporto, perché questi dati non sono allegati alla delibera e messi a disposizione della popolazione? Se è vero che i cittadini non rispettano i limiti di velocità e ci sono i dati a supporto, come intende il Comune di Olbia verificare che i cittadini rispettino il nuovo limite fissato a 30 km/h? Il Comune di Olbia intende installare dei tutor che verificano la velocità media di percorrenza in alcune strade specifiche? Oppure il Comune di Olbia intende dotarsi di macchinari che indicano la velocità percorsa, ma non elevano sanzioni? Il Comune di Olbia è a conoscenza del fatto che è molto difficile mantenere i 30 km/h costanti per tutto un ipotetico tragitto e che basta una lieve pressione sull'acceleratore in terza marcia per arrivare ai 35 km/h e superarli? Posto che si possono fare interventi intelligenti di urbanistica tattica, cosa intende fare il Comune di Olbia per superare il gap infrastrutturale che la città ha ancora in termini di marciapiedi, trasporto pubblico locale, piste ciclabili e verde pubblico? C'è un progetto? Se questo progetto esiste perché non è stato reso pubblico?